# 2 / 2017
13.03.2017

Per un finanziamento ospedaliero efficiente

L’anello mancante: un finanziamento uniforme

La riforma del finanziamento degli ospedali sarà conclusa soltanto quando le prestazioni degli ospedali saranno finanziate in maniera uniforme. Sfortunatamente, ciò non è il caso oggi. Un ospedale fornisce sia prestazioni ambulatoriali sia stazionarie – ma il loro modo di finanziamento differisce. Attualmente, un trattamento ambulatoriale realizzato all’ospedale è totalmente a carico del paziente. Se lo stesso trattamento viene realizzato in ospedale in maniera stazionaria, il cantone deve assumersi un po’ più della metà dei costi. Questa regolamentazione crea incitamenti inopportuni. Per evitarlo, è imperativo introdurre un finanziamento uniforme di questi due settori. Per alcuni interventi, gli ospedali possono trattare i pazienti in maniera stazionaria o ambulatoriale. Quando questa decisione è influenzata dal modo di finanziamento, si rischia di fare delle scelte sbagliate dal punto di vista medico. I cantoni o gli assicuratori malattia potrebbero essere tentati di privilegiare i trattamenti ambulatoriali o stazionari in funzione della partecipazione ai costi.

Un altro importante inconveniente del finanziamento duale è la notevole burocrazia che esso comporta. Per una stessa prestazione, un ospedale deve oggi allestire due fatture che sono verificate da due istanze. Con un finanziamento uniforme, basta una sola fattura controllata da una sola istanza. Senza contare che il finanziamento duale pesa inutilmente sui premi, a seguito degli incitamenti inopportuni, ma anche a seguito dei progressi della medicina che fanno aumentare gli interventi ambulatoriali. Se questi ultimi sono auspicabili dal punto di vista macroeconomico, essi pesano sui premi in misura superiore alla media. Di fatto, nel sistema attuale, questa ridistribuzione finanziaria favorisce integralmente i cantoni. Essa aggrava gli oneri degli assicuratori malattia e comporta degli aumenti dei premi.

Non sorprende che il finanziamento uniforme figuri da tempo nell’agenda politica. Già nel 2000, durante la sua prima lettura della revisione parziale del finanziamento ospedaliero, la commissione competente del Consiglio degli Stati ha chiesto al Consiglio federale di sottoporre un progetto di revisione, entro un termine di cinque anni, per introdurre un finanziamento monista delle prestazioni ospedaliere. Questa revisione parziale è fallita. La mozione depositata dalla Commissione della sicurezza sociale e della sanità pubblica del Consiglio degli Stati non ha apportato grandi cambiamenti. Essa incaricava il Consiglio federale di presentare al Parlamento un progetto per un finanziamento uniforme delle prestazioni stazionarie e ambulatoriali, ma non è stato fatto nulla in tal senso. Per quanto concerne l’introduzione di un finanziamento uniforme, i cantoni costituiscono un punto di frizione. Temendo una perdita di influenza, in particolare per quanto concerne il controllo delle prestazioni finanziarie, essi non intendono rinunciare al finanziamento diretto. Nei fatti, la ripartizione dei compiti nel futuro sistema è ancora aperta. Gli ambienti economici temono che gli assicuratori abbiano ancora più influenza sui fornitori di prestazioni e che i cantoni mantengano la loro funzione di governance attuale. Questa doppia influenza sovraccaricherebbe il sistema, che diventerebbe inefficiente.

Un secondo ostacolo, minore, è l’elaborazione effettiva di un sistema di finanziamento uniforme. Si prevede una procedura in tre tappe:

  1. Il cantone finanzia una quota, da definire, del costo totale delle prestazioni al posto della quota attuale del 55% (almeno) dei costi di trattamento stazionario.
     
  2. Il cantone versa l’importo corrispondente al sistema dell’assicurazione malattia.
     
  3. I fondi cantonali sono attribuiti agli assicuratori nei diversi cantoni. Ciò può avvenire attraverso l’istituzione comune LAMal.

Questa soluzione non aggraverebbe né ridurrebbe gli oneri dei cantoni e degli assicuratori, ma sarebbe neutra. In concreto, la ripartizione degli importi sarebbe organizzata in modo che ogni franco di entrata fiscale resti nel cantone interessato e che sia utilizzato per coprire delle prestazioni dell’assicurazione malattia. Inoltre, la fatturazione e i doppi controlli, divenuti totalmente inutili, scomparirebbero. I cantoni beneficerebbero anche della riduzione degli oneri amministrativi e approfitterebbero, grazie ad incitamenti più giudiziosi, di un’offerta più efficace delle prestazioni nell’ambito del loro sistema sanitario.