# 3 / 2023
27.02.2023

Imposizione minima dell’OCSE: garantire le entrate fiscali, preservare la competitività

La politica svizzera in materia di imposizione delle imprese è estremamente efficace. Lo dimostra il costante aumento delle entrate dell’imposta sulle persone giuridiche. Un ampio progetto fiscale dell’OCSE e dei paesi del G20 sta mettendo in subbuglio la fiscalità internazionale. L’imposizione minima prevista per le grandi imprese internazionali pone delle sfide alla Svizzera e alla sua fiscalità. Al termine di intense consultazioni, la Confederazione e i Cantoni hanno trovato una soluzione. Il 18 giugno 2023, il popolo si pronuncerà su questa questione.

L’essenziale in breve

In futuro, le grandi imprese attive a livello internazionale saranno assoggettate ad un’imposizione minima del 15%. È quanto deciso da circa 140 nell’ambito di un progetto globale dell’OCSE/G20. Se la Svizzera non applicasse questa aliquota d’imposizione, altri paesi potrebbero prelevare la differenza. Il Consiglio federale, il Parlamento e i Cantoni non intendono regalare le entrate fiscali su un piatto d’argento ad altri Stati, e quindi desiderano applicare in Svizzera l’imposizione minima dell’OCSE. Con la riforma, le grandi imprese attive a livello internazionale pagherebbero un’imposta supplementare sul nostro territorio; quale contropartita, sarebbero al riparo da un’imposizione e da procedure fiscali supplementari all’estero. La riforma comporta una modifica della Costituzione che sarà posta in votazione il 18 giugno 2023.

L’introduzione di questa imposizione minima non porrà fine alla concorrenza internazionale tra piazze economiche. Come oggi, gli Stati si sforzeranno di attirare e mantenere sul loro territorio delle imprese che generano gettiti. La Svizzera lo ha fatto finora con molto successo. Soprattutto grazie ad una politica fiscale attrattiva il nostro paese è diventato, nel corso degli ultimi trent’anni, una delle piazze economiche più sviluppate al mondo. Di conseguenza, le imposte pagate dalle imprese sono fortemente aumentate. Esse hanno ampiamente finanziato lo sviluppo costante delle prestazioni dello Stato, ad esempio nell’ambito sociale e della formazione. Anche le famiglie svizzere beneficiano di questa “manna”. L’applicazione dell’imposizione minima dell’OCSE metterà a disposizione della Confederazione e dei Cantoni mezzi supplementari per garantire anche in futuro l’attrattività della Svizzera.

Posizione di economiesuisse

economiesuisse sostiene l’applicazione dell’imposizione minima dell’OCSE in Svizzera per le seguenti ragioni:

  • Entrate fiscali nelle casse della collettività in Svizzera invece che in quelle di altri paesi: dal momento che l’imposizione minima dell’OCSE comporta un aumento dell’imposizione delle imprese, è meglio che queste paghino le imposte supplementari in Svizzera – e non in un altro paese.
  • Implementazione mirata per le grandi imprese attive a livello internazionale: l’imposizione minima concerne esclusivamente le grandi imprese attive a livello internazionale. Per le PMI e le imprese attive a livello nazionale, non cambia nulla in materia d’imposizione.
  • Proteggere le imprese contro un’imposta supplementare all’estero: la trasposizione in Svizzera delle nuove regole dell’OCSE proteggerà le imprese interessate da un’imposizione e da procedure amministrative supplementari all’estero offrendo loro certezza di diritto.
  • Preservare l’attrattività della Svizzera: le entrate delle imposte sulle persone giuridiche aumentano a lungo termine soltanto se le imprese restano in Svizzera e continuano a svilupparsi. L’obiettivo deve consistere nel fatto che la Svizzera rimanga una delle piazze economiche più attrattive al mondo.
  • Cantoni forti per una Svizzera forte: nessuno conosce meglio la situazione e la struttura economica dei Cantoni stessi. Essi sono in grado di adottare le misure più efficaci di promozione per la piazza economica. Conoscono le caratteristiche della loro piazza e i settori in cui sono necessari dei miglioramenti. Tutta la Svizzera beneficia di Cantoni più attrattivi, dei loro contributi all’imposta federale diretta e degli importi che versano nell’ambito della perequazione finanziaria (NPC).