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Perché il commercio non frena ma sostiene lo sviluppo sostenibile

A colpo d'occhio

L’umanità sta oggi molto meglio rispetto al 1990. Grazie al commercio mondiale e agli investimenti diretti esteri, la povertà è sensibilmente diminuita ovunque nel mondo. Parallelamente, la qualità di vita ha fatto un balzo avanti. A lungo termine il commercio va a favore anche dell’ambiente. Con le loro esportazioni, importazioni o investimenti all’estero, le imprese svizzere forniscono un contributo importante allo sviluppo sostenibile a livello globale. Se si vuole mantenere questa dinamica, l’abolizione degli ostacoli al commercio deve proseguire. Per questo, le organizzazioni internazionali (ONU, OCSE, OMC, ecc.) che negoziano e sviluppano gli standard di sostenibilità sono di importanza centrale. Come ha fatto finora, la Svizzera deve continuare a partecipare attivamente a questi sviluppi.

L’essenziale in breve

Oggigiorno la sostenibilità è giustamente una preoccupazione onnipresente. Lo sviluppo sostenibile rappresenta una delle principali sfide della nostra epoca. Attenzione però a non considerare unicamente l’aspetto ambientale. Poiché la sostenibilità comporta anche una dimensione sociale ed economica. Le soluzioni devono dunque iscriversi in una prospettiva globale e coinvolgere l’economia, alla quale spetta una funzione chiave in questo settore. L’ONU stessa vede il commercio mondiale come un motore dello sviluppo sostenibile.

Il commercio di merci e di servizi e gli investimenti diretti esteri riducono la povertà e migliorano la qualità di vita di molte persone. A lungo termine, essi hanno effetti positivi sull’ambiente. Questo presuppone una buona governance a livello degli Stati e delle imprese coscienti delle loro responsabilità. Grazie agli standard di sostenibilità elevati e a prodotti d’esportazione di qualità, le imprese svizzere forniscono un contributo importante allo sviluppo sostenibile mondiale. Esse fanno parte dei principali investitori diretti esteri, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Il loro arrivo è spesso accompagnato da un impegno marcato nel settore della formazione e di un trasferimento delle tecnologie più recenti. 

Per poter continuare a svolgere la loro influenza positiva anche in futuro, le imprese svizzere hanno bisogno di un accesso il più libero possibile ai mercati mondiali. Sempre più, questo accesso è garantito da accordi bilaterali di libero scambio a seguito della mancanza di progressi nella liberalizzazione del commercio multilaterale. Questi accordi, che sono spesso di natura economica, hanno lo scopo di abolire gli ostacoli al commercio. Le organizzazioni internazionali (ONU, OCSE, OMC, ecc.) che negoziano e sviluppano gli standard di sostenibilità sono di importanza centrale. Come fatto finora, la Svizzera deve continuare a partecipare attivamente a questi sviluppi. 

Posizione di economiesuisse

  • Il commercio mondiale e gli investimenti diretti esteri hanno un impatto positivo sulla sostenibilità economica e sociale. Essi hanno permesso enormi guadagni di benessere in tutto il mondo, fatto uscire dalla povertà oltre un miliardo di persone dopo il 1990 e aumentato di tredici anni la speranza di vita nei paesi più poveri.
  • A lungo termine, il commercio mondiale ha effetti positivi anche sull’ambiente. Tuttavia, in molti paesi questo aspetto non è ancora sufficientemente considerato.
  • Le imprese svizzere contribuiscono allo sviluppo sostenibile in tutto il mondo applicando standard di sostenibilità comparativamente elevati ed esportando prodotti innovativi altamente tecnologici.
  • Il commercio mondiale e gli accordi di libero scambio non bastano da soli per equilibrare le dimensioni economica, sociale ed ecologica dello sviluppo sostenibile. I progressi a livello di scambi possono e devono essere sfruttati per rafforzare e avvicinare le tre dimensioni.
  • Per aumentare la sostenibilità, occorre un approccio globale: le cooperazioni bilaterali, le soluzioni regionali, la cooperazione internazionale (CI) e gli accordi plurilaterali e multilaterali possono migliorare la sostenibilità in ciascuna di queste tre dimensioni in altri paesi, tanto più che le istituzioni politiche ed economiche sul posto lo permettono.
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Lo sviluppo sostenibile avviene in diverse dimensioni

Lo sviluppo sostenibile rappresenta una delle principali sfide del nostro tempo. La Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite definisce lo sviluppo sostenibile come un «un modo di sviluppo che risponde ai bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai loro». Per raggiungere uno sviluppo sostenibile a livello planetario, gli Stati membri dell’ONU hanno definito congiuntamente diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile per il periodo che va fino al 2030 (Obiettivi di sviluppo sostenibile, OSS). Tra gli elementi centrali figurano ad esempio la promozione di una crescita economica equa e condivisa, la protezione dei diritti umani e la salvaguardia delle risorse naturali del pianeta. Gli Stati membri sono d’accordo nel riconoscere che queste sfide e questi impegni siano legati tra loro e che richiedano soluzioni integrate. Ecco perché è necessario considerare l’Agenda OSS 2030 nel suo insieme ed intervenire laddove è possibile ottenere il massimo impatto.

La sostenibilità comprende l’ambiente, l’economia e il sociale

Gli OSS evidenziano tuttavia che uno sviluppo sostenibile non si limita solo agli aspetti ecologici. Esso comprende anche una dimensione sociale e una dimensione economica.

Grafico 1

Le tre dimensioni della sostenibilita e una selezione di indicatori

Queste tre dimensioni sono strettamente legate l’una all’altra e interagiscono tra loro. Quando un fattore agisce ad esempio su una certa dimensione, la sua azione avrà, prima o poi, conseguenze positive o negative sulle altre dimensioni. Questi effetti sono valutati attraverso degli indicatori. I metodi di misurazione sono però controversi, poiché alcuni aspetti sono solo difficilmente quantificabili. Non è possibile distinguere chiaramente le tre dimensioni perché in parte si sovrappongono e hanno punti di intersezione comuni.

L’esempio che segue permette di illustrare le interdipendenze del diagramma di Venn relativo allo sviluppo sostenibile: quando un’impresa attiva a livello internazionale crea degli impieghi in un paese emergente o in via di sviluppo essa aumenta, attraverso il trasferimento di conoscenze e di tecnologie, il livello di vita materiale e il potere d’acquisto nel paese (dimensione economica). L’accesso della popolazione locale alla formazione e alla sanità migliora (dimensione sociale). Dal momento che i redditi aumentano cresce anche il consumo, ciò che è positivo da un punto di vista economico e sociale. A breve e medio termine, l’aumento del consumo e della produzione può aumentare il consumo di CO2. A lungo termine, l’aumento dei redditi permette però alla popolazione di investire in beni ecologicamente più sostenibili, ad esempio in climatizzatori più efficienti. Sempre più spesso le nuove tecnologie introdotte dalle imprese straniere permettono un utilizzo più efficiente delle risorse nella produzione (dimensione ecologica)

Attenzione agli studi d’impatto incompleti sullo sviluppo sostenibile (esempio Borneo)

Come è già stato sottolineato, le sfide complesse devono essere considerate il più possibile in un’ottica globale. Lo stesso vale per quanto concerne lo sviluppo sostenibile. Concentrarsi su una dimensione sola non basta. Poiché un approccio unilaterale rischia di far sorgere involontariamente nuovi problemi, come mostra il ricorso al Dicloro-Difenil-Tricloroetano (DDT) nel Borneo negli anni 1950. L'insetticida DDT è stato in grado di uccidere le zanzare e quindi di fermare la diffusione della malaria sull'isola. Tuttavia, ha anche portato al crollo di file di tetti di capanne nel Borneo e alla carenza di cibo per la popolazione. Il DDT non ha distrutto solo le zanzare della malaria, ma anche le vespe, che in precedenza avevano mangiato i bruchi. Senza le vespe, la diffusione dei bruchi è aumentata in modo esponenziale. Inoltre, molti gatti sono morti per l'uso del DDT, per la gioia dei roditori dell'isola, che si sono messi a divorare indisturbati le scorte di grano della popolazione locale. L'esempio del Borneo mostra come una misura ben intenzionata per rafforzare la dimensione sociale (migliore salute grazie al controllo della malaria) abbia portato a un cambiamento nella dimensione ecologica (meno vespe, più bruchi/meno gatti, più roditori) e, in ultima analisi, a un indebolimento della dimensione economica (meno forniture, danni alle proprietà)

L’economia ha bisogno dello sviluppo sostenibile

Uno sviluppo sostenibile in ognuna delle tre dimensioni è nell’interesse dell’economia. Soltanto un utilizzo sostenibile e rispettoso dei fattori di produzione lavoro, territorio e capitale permette di preservare, a lungo termine, la capacità d’azione dell’economia. Lo sviluppo sostenibile è alla base dell’attività delle imprese ed è la chiave del loro successo economico a lungo termine. Nelle imprese lungimiranti, la ricerca di un alto rendimento a breve termine sul capitale investito non è l’unico scopo. È anche nel loro interesse poter contare su collaboratori soddisfatti, in buona salute e ben formati. Questi ultimi tendono ad essere maggiormente produttivi e più disposti a rimanere in azienda. Inoltre, le imprese hanno bisogno di un ambiente intatto in grado di fornire loro le risorse naturali indispensabili alle loro attività anche in futuro. Inoltre, le soluzioni imprenditoriali svolgono un ruolo decisivo nel superare le sfide ecologiche e sociali.

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Il commercio mondiale, condizione per uno sviluppo sostenibile

Nella sua Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, l’ONU dichiara che l’economia detiene un ruolo centrale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. A suo parere, il commercio mondiale è il motore di una crescita economica per tutti e un mezzo per ridurre la povertà e contribuire allo sviluppo sostenibile. 

Il commercio è una nozione vasta. Esso include gli scambi di beni di ogni tipo (importazioni ed esportazioni). Serve sia alla produzione di nuovi beni che al consumo, creando così un importante beneficio per le persone. Tuttavia, questo non comprende solo le cose materiali. Sono compresi anche gli investimenti diretti esteri e la fornitura di servizi transfrontalieri, ad esempio quando specialisti svizzeri riparano un macchinario in un altro Paese o consigliano imprese straniere sull'assicurazione contro i rischi.

Le importazioni e le esportazioni di beni aumentano il benessere

Il commercio di beni, materiali e immateriali, aumenta la ricchezza di tutti i paesi che partecipano agli scambi, poiché ogni paese si specializza nella produzione di beni dove possiede un vantaggio comparativo. Questa specializzazione per paese porta ad una divisione internazionale del lavoro: un paese importa i beni che costerebbero troppo se prodotti presso di esso ed esporta i beni che produce ad un costo inferiore all’estero. Le importazioni ampliano la scelta di beni nei paesi e diminuiscono i prezzi per i consumatori. Da parte loro, le esportazioni hanno un impatto positivo sull’occupazione, di modo che il reddito della popolazione aumenta. Nel complesso, le importazioni e le esportazioni di beni aumentano il benessere dei partecipanti agli scambi. Inoltre, il commercio mondiale di merci e servizi permette di integrare delle imprese locali nelle catene di valore aggiunto mondiali. 

L’intensificazione degli scambi stimola la concorrenza e dunque il progresso

La specializzazione dei paesi fa sì che alcuni settori dell'economia siano sempre più esposti a una maggiore concorrenza, compresa quella estera. Di conseguenza, i singoli fornitori nazionali possono essere estromessi dal mercato. Ma le conseguenze a lungo termine dell'aumento della concorrenza sono complessivamente positive. Le imprese devono attenersi ad un costante processo di rinnovamento. Il miglioramento dei processi produttivi che ne deriva, non solo permette di sostituire le strutture esistenti, ma stimola il progresso economico e tecnico sul mercato. Il successo sorride alle imprese particolarmente innovative. Grazie a progressi tecnologici e metodologici, esse sono in grado di affermarsi sul mercato e di aumentare la loro produttività. Questo genera nuovi rendimenti che possono essere reinvestiti e che finiscono col creare nuovi impieghi. 

Gli investimenti diretti esteri non sono soltanto sinonimo di impieghi

Il commercio mondiale comprende anche gli investimenti diretti esteri. Si tratta di una categoria di investimenti effettuati da società locali con l'intenzione di acquisire una partecipazione permanente in una società estera. Gli investimenti diretti esteri hanno effetti sia diretti che indiretti. Un effetto diretto si produce ad esempio quando un’impresa apre una succursale all’estero e paga i salari ai collaboratori locali che occupa. Vari studi hanno mostrato che nei paesi emergenti e in via di sviluppo i salari versati dalle imprese straniere sono tendenzialmente più elevati di quelli delle imprese locali. 

Gli investimenti diretti esteri hanno un effetto indiretto attraverso i cosiddetti effetti di ricaduta, noti anche come esternalità. Nel caso degli effetti Spillover, dei fattori d’influenza (ad esempio la produzione o il consumo di beni) hanno ripercussioni positive o negative su altri fattori. Un effetto Spillover positivo si produce ad esempio quando un’impresa svizzera forma dei collaboratori all’estero facendo così conoscere metodi di produzione più efficaci alla popolazione locale. L’inquinamento atmosferico causato da una fabbrica all’estero rappresenta un effetto Spillover negativo. In ambo i casi, si tratta di effetti esogeni, poiché i vantaggi e gli svantaggi non si riflettono sul prezzo.

Effetti strutturali positivi degli investimenti diretti 

Il grafico 2 mostra che nel caso degli investimenti diretti esteri possono verificarsi quattro diversi tipi di effetti di ricaduta. Ad esempio, le imprese straniere possono portare nuove tecnologie e conoscenze in un paese (trasferimento di conoscenze). Questo aumenta la produttività dell'economia locale. Le imprese straniere possono anche formare dei collaboratori che poi si trasferiranno nelle imprese locali (mobilità del lavoro). Nuovi partecipanti sul mercato stimolano inoltre la concorrenza, di modo che la produttività e l’efficienza sul mercato aumentano. Grazie all’arrivo delle imprese straniere, l’accesso ai mercati d’esportazione è agevolato, poiché le imprese del paese possono utilizzare le infrastrutture e le reti delle imprese straniere per i propri scopi.

Grafico 2

Impatto degli investimenti diretti all'estero

Gli investimenti diretti esteri facilitano anche l'integrazione delle imprese locali nelle catene di valore internazionali. Grazie agli effetti di ricaduta positivi, ne beneficiano anche le aziende che operano come fornitori o clienti di filiali estere. 

Dimensione economica: i mercati aperti riducono la povertà

Kofi Annan, ex segretario generale delle Nazioni Unite, aveva dichiarato un giorno: «I mercati aperti offrono la sola speranza realistica di far uscire miliardi di persone dalla povertà assoluta nei paesi in via di sviluppo, garantendo il benessere nei paesi industrializzati.» Egli era fermamente convinto che la causa della povertà e del sottosviluppo fosse dovuta ad insufficienti scambi commerciali e non ad un eccesso di questi ultimi, e si è sempre pronunciato a favore della soppressione delle barriere agli scambi. Anche la comunità scientifica concorda sul fatto che i mercati aperti e gli scambi si ripercuotono favorevolmente sullo sviluppo economico di un paese. Essi promuovono ad esempio direttamente la crescita del prodotto interno lordo pro capite, gli investimenti di capitali nonché la produttività. Inoltre, riducono la disoccupazione strutturale e dunque la povertà. 

Nel corso degli ultimi decenni, la percentuale di persone toccate da un’estrema povertà si è fortemente ridotta nel mondo. Nel 1981, il 42,5% degli abitanti del pianeta viveva ancora in uno stato di povertà estrema. Nel 2017, questa percentuale era solo del 9,2% (cf. grafico 3). Nel 2017, il tasso di povertà nel mondo non è mai stato così basso. Per il 2019, secondo le previsioni, il tasso di povertà nel mondo dovrebbe scendere all’8,2%. Dopo l’inizio degli anni ’90, sono uscite dalla povertà oltre un miliardo di persone.

Parallelamente, dopo il 1980 la quota del commercio nella crescita economica mondiale è fortemente aumentata. Il valore delle esportazioni dei paesi meno sviluppati è addirittura aumentato di oltre sei volte tra il 2000 e il 2018 (da 41 a 257 miliardi di dollari).

Grafico 3

Evoluzione della poverta a del commercio mondiale dopo il 1981

Il commercio svolge un ruolo determinante nella riduzione della povertà. Uno studio sugli Stati africani mostra che l’apertura del commercio e i cambiamenti strutturali ad essa legati comportano a lungo termine una diminuzione della povertà, alla quale contribuisce fortemente il settore privato. La Banca mondiale e l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) giungono alla stessa conclusione: lo sviluppo del commercio internazionale e l’accelerazione della crescita, i guadagni di produttività e l’aumento dei redditi che ne risultano, forniscono un contributo essenziale allo sradicamento della povertà. Nel 2018, le due organizzazioni hanno pubblicato un nuovo rapporto congiunto. Esse citano nuove prove sui legami tra il commercio e la riduzione della povertà nei paesi in via di sviluppo. Concretamente, come dimostra uno studio della Banca mondiale, il PIL pro capite aumenta dell’1% quando la partecipazione delle imprese di questo paese alle catene di valore mondiali aumenta dell’1%.

Dimensione sociale: l’apertura dei mercati migliora la qualità di vita

Anche gli effetti dei mercati aperti sulla sostenibilità sociale sono ampiamente positivi. Aumentano l'accesso della popolazione all'istruzione, soprattutto per le donne. Inoltre, le aperture del mercato vanno di pari passo con una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e riducono il lavoro minorile. Dal 1990, l'aspettativa di vita nei paesi meno sviluppati è aumentata di 13 anni e il tasso di mortalità globale dei bambini sotto i cinque anni è diminuito di quasi il 60%. 

Anche gli aspetti sociali sono una componente dell’indice di sviluppo umano (ISU) che misura il progresso sociale degli Stati. Vari studi giungono alla stessa conclusione. Esiste un legame positivo tra il commercio e l’ISU. Si è ad esempio notato che un afflusso di investimenti diretti esteri influisce favorevolmente sull’evoluzione dell’ISU in Africa. L’esempio dei paesi in via di sviluppo dopo il 1991 fornisce un’ulteriore prova di questo legame: al forte aumento degli stock d’investimenti diretti esteri in questi paesi ha risposto un’evoluzione favorevole dell’ISU in questi paesi.

Grafico 4

Evoluzione relativa degli investimenti diretti all'estero e sostenibita sociale nei paesi in via di sviluppo

Dimensione ambientale: effetti contrastanti

Gli effetti di un aumento degli scambi sulla sostenibilità ecologica sono dibattuti. Secondo alcune critiche, i paesi sviluppati approfittano della liberalizzazione del commercio per spostare la loro impronta ambientale verso paesi più poveri con standard più bassi. Tuttavia, secondo le valutazioni del Politecnico di Zurigo, questa ipotesi non può essere provata empiricamente. Al contrario, la liberalizzazione attraverso accordi di libero scambio non provoca uno spostamento del carico ecologico verso i paesi a basso reddito.

La presenza di una relazione causa/effetto si verificherebbe nella curva ambientale di Kuznets (cf. grafico 5). La curva descrive la relazione tra l’inquinamento ambientale e il reddito pro capite. All’inizio dello sviluppo economico, le emissioni inquinanti aumentano al pari dell’inquinamento ambientale. Ma ciò si verifica solo ad una certa soglia di reddito. In seguito, la tendenza si inverte, in modo che la qualità ambientale migliora con l'aumento del reddito pro capite. L'applicabilità della curva ambientale di Kuznets è stata confermata per vari aspetti ambientali come l'inquinamento dell'acqua o dell'aria e l'impronta ecologica. 

Secondo questo approccio, il commercio può comportare, a breve e medio termine, un aumento delle emissioni di CO2 dovute all’aumento della produzione e del consumo.  Possono verificarsi effetti Spillover negativi. La produzione e il consumo possono anche avere un costo ambientale che non viene incluso nel prezzo di mercato. A lungo termine, le nuove tecnologie introdotte grazie agli scambi permettono un utilizzo più efficace ed efficiente delle risorse (effetto Spillover positivo). Inoltre, man mano che il reddito cresce, le abitudini di consumo della popolazione si modificano (il fatto di guadagnare due volte di più non fa raddoppiare gli acquisti di frigoriferi). La domanda di prodotti più sostenibili, ad esempio climatizzatori più efficienti, cresce, come pure la sensibilizzazione sul fatto di dover preservare l’ambiente. 

Curva ambientale di Kuznets

Spesso l'economia non viene presa sufficientemente in considerazione nella soluzione dei problemi ambientali. Allo stesso tempo, i segnali di prezzo consentono di sfruttare metodi di produzione più efficienti e nuove risorse. Un esempio: negli anni cinquanta, una lattina di alluminio pesava 85 grammi. Oggi questo peso è di soli 13 grammi. L’innovazione e il riciclaggio permettono ora di risparmiare l’85% della materia. La riduzione del consumo di materiali sembra divenire una realtà in particolare per i paesi industrializzati che hanno redditi relativamente elevati. In Svizzera, il consumo delle risorse pro capite è diminuito del 30% dopo il 1990, mentre la produzione economica pro capite è aumentata di un quarto. 

L’impatto positivo del commercio dipende fortemente dal contesto

L’impatto positivo del commercio sulle tre dimensioni di sviluppo sostenibile dipende fortemente dal contesto, in particolare dall’organizzazione delle istituzioni giuridiche e politiche del paese, dalla sicurezza giuridica, dalle infrastrutture, dai mercati finanziari, dal livello di formazione della popolazione, ecc. Esso dipende anche dal grado di integrazione locale degli investimenti delle imprese estere e dall’ampiezza delle loro interazioni con le imprese e i partner locali. Attraverso lo strumento della cooperazione internazionale, la Svizzera cerca di contribuire al miglioramento delle basi economiche, della formazione e delle infrastrutture nei paesi emergenti e in via di sviluppo. Sebbene abbia dato dei frutti, la cooperazione internazionale non è però in grado di cambiare sufficientemente una politica sbagliata nel contesto locale o modificare una ripartizione ingiusta dei guadagni di benessere locale. Ciò si applica anche al commercio internazionale e ai relativi accordi di libero scambio. Le riforme nell’ambito istituzionale devono provenire dall’interno, devono essere intraprese dai responsabili politici e rivendicate dalla popolazione locale del paese interessato. Questo processo è spesso complesso e difficile. Non per nulla l’obiettivo 16 di sviluppo sostenibile, che riguarda la promozione di istituzioni inclusive e dello stato di diritto, è considerato il più difficile da attuare.  

L’apertura di nuovi mercati ha un impatto sullo sviluppo sostenibile attraverso le catene causali

Per una valutazione globale dell'impatto del commercio sullo sviluppo sostenibile non è sufficiente concentrarsi sui singoli aspetti. Devono essere considerate anche le catene causali coinvolte. Ad esempio, la liberalizzazione del commercio può avere un impatto positivo su diversi OSS. Il grafico mostra l’esempio di un’industria svizzera che attua nella sua succursale all’estero un programma di promozione delle donne secondo le norme applicabili nella sede centrale contribuendo così alla realizzazione di vari obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU. 

Grafico 6

Influenza del programma di promozione delle donne condotto nella filiale di una societa industriale svizzera sugli obiettivi di sviluppo sostenibile

In quale momento e in che modo un effetto si manifesta è variabile. L’impatto può ad esempio essere negativo a breve termine, ma positivo a lungo termine. Lo si costata in particolare nei paesi africani: una parte della popolazione locale inizia a guadagnare meno dopo l’apertura del mercato, poiché non dispone ancora delle nuove competenze richieste. Tuttavia, poiché l'apertura del mercato influisce anche sull'offerta di formazione, questo cambia a lungo termine, in modo che anche i lavoratori locali possano beneficiare dei nuovi posti di lavoro.

Il commercio di servizi guadagna importanza in tutto il mondo

Il settore dei servizi svolge un ruolo molto importante nel contesto del commercio e dello sviluppo sostenibile. Nel 2018, la quota basata sul valore degli scambi di servizi sul totale del commercio globale era già del 22%. E le opportunità per la sostenibilità sono grandi: il commercio dei servizi promuove il trasferimento di conoscenze, richiede meno risorse naturali rispetto al commercio di merci, causa costi di trasporto ecologici minimi e quindi porta generalmente a un minore impatto ambientale. Consente ai paesi in via di sviluppo di integrarsi in catene di valore globali altamente redditizie e di creare posti di lavoro fortemente produttivi.

Innovazioni nel campo dello sviluppo sostenibile grazie alla digitalizzazione e al commercio 

L’innovazione permette di risolvere numerosi problemi di sostenibilità. L’innovazione viene introdotta da talenti ed imprese intelligenti, e non dallo Stato. Il commercio non consiste unicamente nel trasportare delle merci, dei servizi o degli investimenti in un altro paese, ma include anche lo scambio di idee, di esperienze, di nuove tecnologie e di conoscenze. Esso permette anche di stabilire nuovi contatti e reti transfrontaliere. La digitalizzazione diventa così un motore chiave dell’innovazione in ambito di sviluppo sostenibile e favorisce in maniera impressionante i trasferimenti di conoscenze a livello mondiale. Grazie a mercati aperti e alle libertà politiche, la società sarà in grado in futuro di realizzare progressi ancora più importanti nelle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile. Ciò significa che le nuove invenzioni, come i frigoriferi più efficienti o la produzione di cemento a risparmio energetico, diventeranno realtà anche nei paesi in via di sviluppo o emergenti. Insieme alle istituzioni che vanno a vantaggio di tutti e ai giusti incentivi economici, come i brevetti, la digitalizzazione e il commercio offrono un incredibile potenziale come motore della sostenibilità.

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Come l’economia svizzera contribuisce allo sviluppo sostenibile

La Svizzera è una nazione esportatrice. Essa realizza una parte considerevole della sua creazione di valore esportando beni e servizi. Il 40% della creazione di valore totale del paese viene esportato. In termini assoluti, la Svizzera non occupa però una posizione dominante nel commercio internazionale di merci e servizi. La situazione è molto diversa per quanto concerne gli investimenti diretti esteri: secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio (CNUCES), la Svizzera conta tra le dieci principali potenze economiche. Di conseguenza, gli investimenti diretti delle imprese svizzere hanno una grande influenza sullo sviluppo sostenibile a livello mondiale. Rare sono le multinazionali con sede in Svizzera che non si impegnano a rispettare una norma internazionale relativa alla sostenibilità sociale o ambientale, sia aderendo a Global Compact, ai Principles for Responsible Investments, agli Equator Principles, agli UN Principal Guidelines on Business and Human Rights o a OECD Guidelines for Multinational Enterprises.

Le imprese svizzere esportano sostenibilità sotto forma di norme e prodotti

La Svizzera figura nel plotone di testa in varie graduatorie sulla sostenibilità. Essa si classifica ad esempio al secondo posto del Green Economy Index nonché nel rating di sostenibilità di Robeco. Inoltre, diverse imprese elvetiche si posizionano in vetta alla classifica nel famoso indice Dow Jones Sustainability, una famiglia di indici borsistici che considerano criteri non solo economici, bensì anche ecologici e sociali. Di conseguenza, le norme di sostenibilità rigide imposte alle imprese svizzere hanno un impatto positivo corrispondente sulla sostenibilità delle loro succursali all’estero, in particolare in confronto a quelle di altri paesi.

Le imprese svizzere contribuiscono inoltre allo sviluppo sostenibile nei loro paesi partner esportando prodotti innovativi, di alta tecnologia e di ottima qualità. I medicamenti sviluppati dall’industria farmaceutica svizzera migliorano ad esempio le cure sanitarie in altri paesi. Le imprese industriali svizzere esportano anche macchinari che risparmiano risorse, fornendo così un contributo importante ad una produzione locale più sostenibile. 

Indipendentemente da questo, le preferenze dei consumatori si modificano poiché questi ultimi attribuiscono maggiore importanza alla sostenibilità. Così, le imprese svizzere propongono un’offerta sempre più diversificata in risposta alla crescente domanda di prodotti e processi produttivi più sostenibili. Parallelamente, gli importatori e gli esportatori svizzeri rispettano già oggi numerose norme e prescrizioni in materia di prodotti. Le considerazioni di sostenibilità rivestono dunque grande importanza per l’economia elvetica.

Finanza sostenibile: mercato svizzero in pieno boom

È indiscutibile che anche il settore finanziario abbia una grande influenza per uno sviluppo sostenibile positivo. È quindi impressionante vedere quanto siano cresciute negli ultimi anni le categorie di attivi sostenibili. I più importanti mercati finanziari si sono riuniti nella Global Sustainable Investment Alliance GSIA (un'associazione delle sette maggiori organizzazioni membri per gli investimenti sostenibili in tutto il mondo). Nel 2018, queste ultime detenevano investimenti sostenibili in ragione di quasi 31 miliardi di dollari, ciò che corrisponde ad un aumento del 34% dopo il 2016. In Svizzera, il volume del mercato degli investimenti sostenibili rappresentava già 717 miliardi di franchi nel 2018. Questa cifra è più che triplicata dopo il 2016 (essa non superava i 215 miliardi di franchi nel 2015) L’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) ha redatto un documento di posizione concernente la finanza sostenibile, che affronta gli aspetti principali. 

Gli investimenti diretti svizzeri sono importanti per i paesi in via di sviluppo

Con i capitali investiti di quasi 1500 miliardi di franchi (1,5 bilioni), le imprese svizzere creano oltre due milioni di impieghi al di fuori della Svizzera. L’impronta economica delle imprese svizzere nei paesi emergenti è altrettanto rilevante. I capitali investiti totalizzano 202 miliardi di franchi. Sono quindi stati creati oltre 660 000 impieghi. Se questa cifra fosse posta in relazione con la dimensione dell’economia svizzera e paragonata al rapporto mondiale tra gli investimenti diretti esteri e il PIL, si costaterebbe che l’economia svizzera è quasi quattro volte più impegnata in queste regioni che non nel resto del mondo (cf. grafico 7). Ciò implica spesso un forte impegno a favore della formazione e del trasferimento di tecnologie moderne.  

Grafico 7

Quota degli investimenti diretti nei paesi in via di sviluppo rispetto al PIL

Il Center for Corporate Responsibility and Sustainability (CCRS) dell’Università di Zurigo ha cercato di valutare l’impatto locale degli investimenti diretti svizzeri nei paesi in via di sviluppo e di sapere in quale modo essi contribuiscano ad uno sviluppo sostenibile. Gli studi dei casi mettono chiaramente in evidenza il contributo positivo delle imprese svizzere allo sviluppo sostenibile in questi paesi.

Investimenti diretti svizzeri attraverso l’esempio della Nestlè Filippine

L’esempio del fabbricante svizzero di prodotti alimentari Nestlé, che possiede una succursale nelle Filippine, mostra l’impatto positivo degli investimenti diretti svizzeri nei paesi in via di sviluppo. Il marchio Nescafé, che fa parte di Nestlé Filippine, non acquista unicamente il caffè in grani nelle Filippine, ma trasforma e vende anche la maggior parte dei suoi prodotti finali in questo paese. Inoltre, la maggioranza dei collaboratori che occupano funzioni dirigenti sono filippini. Nestlé Filippine è molto ben integrata nell’economia locale, ragione per la quale la maggior parte dei filippini la ritengono come un’impresa locale. Parallelamente, l’impresa si è impegnata a rispettare le norme internazionali in materia di RSI ed ha elaborato il Piano NESCAFÈ affinché i coltivatori locali di cacao abbiano accesso a piante che offrono un rendimento migliore e che le loro piantagioni di caffè siano sostenibili. In collaborazione con la Rainforest Alliance (RA) e il Common Code for the Coffee Community (4C), Nestlé garantisce che le norme di sostenibilità internazionalmente riconosciute siano rispettate. Dopo la creazione della sua prima succursale un secolo fa, Nestlé non ha solo creato decine di migliaia di impieghi, ma ha anche reso possibile un prezioso trasferimento di conoscenze verso il settore privato locale. Ciò ha permesso di implementare un ecosistema economico nazionale attorno alla produzione, allo smercio e al consumo di caffè. Grazie ad un vasto programma di sviluppo delle capacità dei fornitori e alle norme sociali e ambientali rigide di Nestlé Global, l’impresa ha potuto, nel corso degli ultimi decenni, migliorare la sostenibilità dei suoi fornitori locali.

Excursus: l'iniziativa per imprese responsabili è controproducente

L’iniziativa «Per imprese responsabili» che sarà posta in votazione il 29 novembre 2020, mira ad estendere le possibilità di ricorso contro le piccole e le grandi imprese svizzere. In concreto, queste ultime devono poter essere perseguite in Svizzera per il mancato rispetto dei diritti umani e delle norme ambientali ovunque nel mondo. Ciò significa che un’impresa è anche responsabile degli incidenti che accadono presso imprese terze che dipendono da essa dal punto di vista economico. Ad esempio in quanto fornitore o beneficiario di prestiti.

Oggi la Svizzera effettua più investimenti diretti nei paesi in via di sviluppo rispetto ad altre nazioni. Attraverso le filiali all’estero, le imprese svizzere introducono il modello elvetico dell’apprendistato in tutto il mondo. Questo impegno è rimesso in discussione dall’iniziativa «Per imprese responsabili». I nuovi rischi di responsabilità imprevedibili possono di fatto costringere le imprese svizzere a ritirarsi da taluni paesi in via di sviluppo e a separarsi dai produttori locali (agricoltori, imprese) se questi rappresentassero un rischio di potenziale responsabilità. I diritti umani e gli sforzi di protezione dell’ambiente sarebbero particolarmente minacciati se le imprese di quei paesi in cui le norme sociali ed ambientali sono meno rigide si gettassero nel vuoto lasciato dalle imprese svizzere sul posto. Per finire, l’iniziativa «Per imprese responsabili» mette in pericolo il modello svizzero di successo di cooperazione allo sviluppo. Il controprogetto coordinato a livello internazionale non prevede simili incentivi sbagliati, ma si concentra su un costante miglioramento dei processi interni di dovuta diligenza.

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Strumenti efficaci in ambito di sostenibilità dal punto di vista svizzero

Nell’ambito della sua politica estera, la Svizzera si impegna a favore di una maggiore sostenibilità sociale, economica ed ecologica grazie ad un’ampia gamma di strumenti multilaterali, plurilaterali e bilaterali (cf. grafico 9). In questo contesto, i vantaggi degli accordi di libero scambio sono prima descritti di seguito e poi confrontati con quelli di altri strumenti.

L’abolizione multilaterale delle barriere commerciali è la soluzione ideale 

In considerazione degli effetti positivi del commercio sullo sviluppo sostenibile, un regime commerciale internazionale generalmente vincolante e liberale è di fondamentale importanza. La liberalizzazione del commercio è più efficiente se avvenisse nell’ambito dell'OMC, cioè a livello multilaterale. Essa si applica a tutti i membri dell’OMC e le imprese possono pianificare in tutto il mondo sulla base di un insieme unico di regole uniformi. A seguito della moltiplicazione di controversie commerciali internazionali e delle misure protezionistiche, la diplomazia commerciale svizzera opta sempre più spesso per la conclusione di accordi di libero scambio preferenziali. Attualmente, la Svizzera ha sottoscritto 32 accordi di questo tipo con oltre 40 Stati. 29 di essi sono stati negoziati nell’ambito dell’Associazione europea di libero scambio (AELS), di cui il nostro paese è membro. Questi accordi di libero scambio aboliscono dei dazi doganali, ciò che riduce i costi di transazione delle imprese svizzere e dei loro clienti locali. Essi riducono inoltre gli ostacoli al commercio non tariffari, come le esigenze divergenti relative ai prodotti. 

In materia di sviluppo sostenibile negli accordi di libero scambio, la cooperazione è più efficace della coercizione

Tuttavia, il commercio internazionale non riguarda solo lo smantellamento dei dazi doganali. Gli accordi di libero scambio creano regole vincolanti in modo che tutti i partner possano beneficiare dei vantaggi del commercio. Dal 2010, ad esempio, ogni accordo di libero scambio concluso dalla Svizzera contiene un capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile. In questo capitolo gli Stati firmatari concordano disposizioni vincolanti per gli aspetti ambientali e sociali in conformità agli accordi internazionali. Queste disposizioni perseguono un approccio di cooperazione, motivo per cui non possono essere fatti rispettare attraverso una procedura arbitrale. Ciò non significa, però, che tali disposizioni non possano essere controllate e applicate. Le questioni di sostenibilità legate al commercio sono discusse in comitati misti. Questo non vuol dire che l’approccio cooperativo sia inefficace. Varie analisi delle disposizioni degli accordi commerciali relativi agli standard di lavoro mostrano di fatto che l’approccio cooperativo contribuisce più efficacemente alla realizzazione degli obiettivi di sostenibilità sociale rispetto alle misure coercitive.

Nel 2019 l’AELS ha intrapreso una revisione del capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile, sia dal punto di vista del contenuto delle disposizioni che dell’approccio relativo al regolamento delle controversie. Le nuove disposizioni coprono questioni quali la gestione sostenibile delle risorse forestali e della pesca, la biodiversità, il cambiamento climatico, il commercio inclusivo e la responsabilità sociale delle imprese. L’AELS ha inoltre migliorato l’approccio relativo al regolamento delle controversie con i suoi partner di libero scambio. Secondo il nuovo approccio, i partner hanno la possibilità di istituire un gruppo di esperti indipendenti nel caso in cui i problemi non possano essere risolti attraverso la consultazione tradizionale. 

Perché le analisi dell'impatto sulla sostenibilità degli accordi di libero scambio svizzeri sono di scarsa utilità

Le analisi d'impatto degli accordi di libero scambio svizzeri sulla sostenibilità di paesi come l'Indonesia - spesso combinate con un breve orizzonte temporale - non sono molto concludenti. Per quanto riguarda gli scambi di merci, le esportazioni svizzere sono assolutamente fondamentali per la nostra economia, ma in relazione alle dimensioni del mercato di alcuni paesi partner sono troppo piccole per consentire dichiarazioni causali. Le nostre esportazioni di merci verso l'Indonesia, ad esempio, rappresentano solo lo 0,05% del prodotto interno lordo di questo paese. Di conseguenza, non ci si può aspettare che le esportazioni svizzere si riflettano in maniera decisiva negli indicatori di sostenibilità dell’Indonesia, ad esempio per quanto concerne le emissioni di CO2.

Essenziali degli accordi di protezione degli investimenti

Quale complemento agli accordi di libero scambio, sono essenziali degli accordi di protezione degli investimenti per permettere uno sviluppo sostenibile. La Svizzera ha stipulato oltre 120 accordi di questo tipo. Essi creano la certezza del diritto proteggendo gli investimenti delle imprese svizzere nei paesi partner nonché quelli effettuati da imprese straniere in Svizzera contro l'espropriazione arbitraria e la discriminazione. Questi accordi regolano anche il trasferimento di capitali nel paese d'origine. Il conseguente miglioramento delle condizioni quadro ha dimostrato di aumentare il volume degli investimenti diretti esteri. Con più la certezza del diritto è elevata, con più le imprese sono disposte ad investire a lungo termine in un altro paese.

Gli accordi di libero scambio svizzeri rafforzano l’integrazione economica

Gli accordi di libero scambio comportano manifestamente un aumento degli scambi internazionali di merci. È comprovato che le imprese svizzere hanno anche fortemente aumentato i loro investimenti nei paesi partner dopo l’entrata in vigore di tali accordi. Inoltre, le esportazioni a destinazione di questi paesi hanno registrato una crescita superiore di oltre il doppio alla crescita totale delle esportazioni svizzere. Il grafico 8 mostra che anche la moltiplicazione degli accordi economici internazionali comporta un aumento delle esportazioni della Svizzera.

Grafico 8

Sviluppo della rete di accordi economici e delle esportazioni svizzere

La Svizzera si impegna a favore dello sviluppo sostenibile attraverso vari strumenti internazionali

Gli accordi di libero scambio devono restare in prima linea tra gli accordi economici e ridurre gli ostacoli al commercio. Bisogna anche evitare di sovraccaricarli. In altre parole, gli accordi di libero scambio sono principalmente destinati a dare alle imprese svizzere un accesso non discriminatorio ai mercati esteri. Le esportazioni, le importazioni e gli investimenti diretti permettono così alle imprese svizzere di contribuire alla crescita economica e alla realizzazione degli OSS sui mercati target.

Per rendere questa crescita accessibile al maggior numero possibile di persone e per ridurre al minimo le ricadute negative che ne derivano, la verità dei costi è un fattore importante. Ciò significa che, secondo il principio "chi inquina paga", tutti i costi sostenuti a seguito di azioni o omissioni sono a carico di chi li causa. Parallelamente, sono richieste altre misure d’accompagnamento. Questi obiettivi non possono essere raggiunti con gli accordi bilaterali di libero scambio, ma con l'aiuto di strumenti mirati attraverso le piattaforme multilaterali come l'ONU, l'OCSE o l'OMC. La Svizzera partecipa attivamente a questi strumenti e all'ulteriore sviluppo di normative globali. È rappresentata in tutte le organizzazioni importanti ed esercita il più possibile la propria influenza in occasione dell’elaborazione di normative (cf. grafico 9). La Svizzera integra le decisioni prese da questi organi nei suoi accordi di libero scambio, assolvendo così i suoi impegni multilaterali.

Grafico 9

La Svizzera e molto impegnata a livello internazionale e contribuisce al ragguingimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile con un'ampia scelta di strumenti

Una politica estera coerente deve considerare questa separazione dei compiti. Gli accordi di libero scambio devono innanzitutto concentrarsi sulla loro funzione principale allo scopo di intervenire laddove essi sono più efficaci, vale a dire per abolire gli ostacoli tecnici internazionali al commercio. Alfine di garantire una coerenza politica, le preoccupazioni relative allo sviluppo sostenibile dovrebbero però essere prese in considerazione anche negli accordi di libero scambio. In questo contesto, la Svizzera non crea nuove regole, ma si riferisce agli accordi ambientali internazionali in vigore nonché agli strumenti dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), ad esempio per quanto concerne le norme relative ai diritti sociali del lavoro all’estero. Le norme fondamentali per lo sviluppo sostenibile devono continuare ad essere negoziate e sviluppate dalle organizzazioni internazionali competenti. Si tratta dell’unico mezzo per raggiungere una comprensione uniforme e garantire che le stesse regole siano applicabili in tutti gli Stati partecipanti. Gli accordi bilaterali di libero scambio non sono uno strumento efficace per sviluppare maggiormente le regole sulle norme di lavoro o le questioni ambientali – dopo tutto nessuno chiede che l’Organizzazione marittima internazionale abolisca i dazi doganali. Se gli accordi di libero scambio prevedessero disposizioni divergenti in materia di sostenibilità, ciò indebolirebbe gli sforzi delle organizzazioni intergovernative incaricate di elaborare norme applicabili a livello internazionale. Gli accordi di libero scambio rafforzano però le disposizioni in materia di sviluppo sostenibile e facilitano la loro implementazione.

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