# 12 / 2018
14.12.2018

Iniziativa contro la dispersione degli insediamenti: ostile allo sviluppo, inutile e controproducente

Le possibilità di sviluppo vengono fortemente limitate

Diminuzione delle zone edificabili

L'iniziativa vuole andare oltre al congelamento delle zone edificabili disponibili oggi. Concretamente chiede che sia possibile delimitare nuove zone edificabili solo se dalla zona edificabile è tolta un'altra superficie non impermeabilizzata di dimensioni almeno equivalenti e con un potenziale valore di reddito agricolo comparabile. La considerazione del valore di reddito agricolo persegue il nobile scopo di conservare la capacità produttiva agricola della Svizzera. In realtà, ciò comporta una diminuzione del numero di zone edificabili. Infatti, se una nuova superficie azzonata presenta un valore di reddito agricolo superiore rispetto alla zona di compensazione dezonata, quest'ultima deve essere di conseguenza più ampia. Stando agli iniziativisti ciò non vale tuttavia nel caso contrario, poiché la superficie di compensazione deve essere in ogni caso di dimensioni almeno equivalenti rispetto alla nuova superficie azzonata. Questa asimmetria in futuro si tradurrebbe in un numero sempre inferiore di terreni edificabili in Svizzera.

Aumento dei prezzi dei terreni

Una carenza di zone edificabili ha chiare conseguenze nel gioco di domanda e offerta: se diminuisce l'offerta di zone edificabili aumentano i prezzi dei terreni. Per questa ragione anche il Consiglio federale nel suo messaggio concernente l'iniziativa contro la dispersione degli insediamenti parte dal presupposto di un «forte aumento dei prezzi con tutte le conseguenze negative (p.es. spese abitative e commerciali più elevate)». Questa problematica risulta in particolare nelle zone urbane, poiché oggi le riserve di terreni edificabili non sono ripartite equamente. Le superfici non edificate si trovano spesso in zone rurali periferiche. Nelle città e negli agglomerati già oggi popolati più densamente vi sono solo pochi terreni liberi disponibili. Questa situazione rappresenta un problema in quanto la domanda di immobili è già oggi più elevata in queste zone centrali. L'iniziativa avrebbe dunque come conseguenza un ulteriore aumento dei prezzi nelle regioni in piena espansione.

Regole rigide danneggiano lo sviluppo economico nelle regioni

Se l'iniziativa venisse accolta, un comune che non ha più riserve di zone edificabili non potrebbe nemmeno creare nuove zone edificabili. Per i comuni o i Cantoni con poche riserve di terreni edificabili e grande potenziale di sviluppo economico e residenziale, accogliere l'iniziativa significa di fatto un divieto di nuovi azzonamenti. In questo modo vengono ad esempio ostacolati eccessivamente nuovi insediamenti di imprese - perché non vi sono più superfici a disposizione o perché esse risulterebbero troppo costose nel confronto internazionale. A risentirne sarebbe l'attrattiva della regione quale sede di attività economiche, il che sarebbe dannoso per lo sviluppo economico delle regioni interessate. Le condizioni restrittive al di fuori delle zone edificabili limitano inoltre fortemente anche la possibilità di sviluppo dell'agricoltura.

I Cantoni con una gestione esemplare vengono penalizzati

I Cantoni con poche riserve di terreni edificabili dipenderebbero da un meccanismo di compensazione. Dovrebbero ad esempio negoziare zone edificabili con altri Cantoni. Se volessero procedere a un azzonamento, dovrebbero dapprima trovare un Cantone disposto a dezonare un terreno edificabile. Naturalmente tale Cantone chiederà un indennizzo. L'implementazione di un tale sistema commerciale oltre i confini cantonali sarebbe difficile e richiederebbe molto tempo. Per questo motivo vi è il pericolo che nei prossimi anni molti Cantoni verrebbero fortemente limitati nel loro sviluppo. Con il commercio previsto vengono inoltre ingiustamente favoriti i Cantoni che finora hanno proceduto ad azzonamenti eccessivi: chi in passato ha delimitato grandi zone edificabili senza considerare la propria necessità viene ora ricompensato. L'iniziativa penalizza per contro i Cantoni che finora hanno applicato una gestione parsimoniosa dei terreni e hanno proceduto ad azzonamenti moderati.

Per evitare questo evidente sviluppo indesiderato, gli iniziativisti propongono un'ulteriore variante di attuazione che avrebbe conseguenze non meno problematiche, ovvero delle espropriazioni. Secondo questa variante, le riserve di zone edificabili verrebbero ripartite sui comuni conformemente ai posti di lavoro, al collegamento alla rete dei trasporti e allo sviluppo demografico previsto. In base a questo approccio, se determinati comuni dispongono oggi di eccessive riserve di terreni edificabili, secondo gli autori dell'iniziativa essi dovrebbero ridurle. Ciò sarebbe possibile solo attraverso espropriazioni. Ad essere interessate sarebbero in particolare le persone che oggi tengono terreni edificabili come possibilità di investimento futuro. È possibile illustrare questo caso con un esempio: se qualcuno possiede già riserve di terreni edificabili per costruire in futuro degli appartamenti in affitto al fine di garantire, dopo il pensionamento, il proprio reddito grazie al reddito locativo, per la persona interessata si tratta di una grave ingerenza nella sua proprietà e nel proprio futuro finanziario.

Iniziativa contraria al progresso

Indipendentemente dalle modalità di attuazione, l'iniziativa contro la dispersione degli insediamenti è chiaramente contraria al progresso. Oggi è praticamente impossibile prevedere quali saranno le esigenze territoriali nell'era della digitalizzazione. Nel primo capoverso del testo dell'iniziativa i Giovani Verdi chiedono che vengano promosse strutture di dimensioni ridotte. In realtà la vita quotidiana di ognuno di noi è però sempre più interconnessa ed estesa: lo svizzero medio oltrepassa già oggi più confini comunali in un giorno. Determinare oggi che il futuro debba svolgersi in strutture di dimensioni ridotte non ha perciò molto senso.

Non è nemmeno chiaro come in futuro saranno organizzate la mobilità, la logistica, l'industria e altri settori. L'iniziativa ostacolerebbe lo sviluppo economico. Un esempio: sempre più persone fanno acquisti online. La merce deve giungere in qualche modo a casa. Se un Cantone non possiede più riserve di zone edificabili, accogliendo l'iniziativa forse non sarebbe nemmeno in grado di realizzare la nuova infrastruttura logistica necessaria.