# 12 / 2018
14.12.2018

Iniziativa contro la dispersione degli insediamenti: ostile allo sviluppo, inutile e controproducente

Conclusione: un approccio sbagliato contro la dispersione degli insediamenti.

Tre motivi per cui l'economia respinge l'iniziativa

L'economia respinge l'iniziativa contro la dispersione degli insediamenti per i tre motivi seguenti:

  • limita eccessivamente la capacità di sviluppo
    Il congelamento delle zone edificabili non considera le esigenze diverse di popolazione ed economia. Le possibilità di sviluppo vengono fortemente limitate sia per gli edifici abitativi, sia per le aziende. Una carenza di terreni edificabili porterebbe a prezzi immobiliari più elevati e renderebbe più difficile l'insediamento di imprese. Questo indebolimento dell'attrattiva quale piazza economica danneggerebbe lo sviluppo economico della Svizzera.
     
  • le richieste principali sono già oggi ancorate a livello legislativo
    L'iniziativa propone un inutile inasprimento del diritto vigente. Vi è da tempo un consenso politico sulla necessità di gestire in modo parsimonioso i pochi terreni a disposizione prima di procedere a eventuali ulteriori adeguamenti della legge occorre attendere gli effetti della prima revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT 1) appena entrata in vigore come pure le discussioni in corso relative alla seconda revisione (LPT 2). Nel corso dell'attuazione della LPT 1 nei Cantoni emerge tuttavia già ora che si va verso un'utilizzazione più efficiente del territorio. Sembra quindi possibile frenare la dispersione degli insediamenti con le misure esistenti.
     
  • ingiusta e controproducente
    Con le sue richieste di uno sviluppo degli insediamenti verso l'interno e di uno sviluppo insediativo sostenibile, l'iniziativa non è solo inutile, poiché questi obiettivi sono già ancorati nella Costituzione, essa minaccia addirittura questi obiettivi. Un blocco rigido delle zone edificabili in tutta la Svizzera non considera le differenze cantonali e regionali. Un tale blocco sarebbe anche ingiusto, perché verrebbero puniti i comuni che finora hanno proceduto con accortezza agli azzonamenti. Con l'attuazione dell'iniziativa, l'attività edilizia si sposterebbe inoltre nelle zone discoste, evoluzione questa in contrasto con uno sfruttamento più efficiente dei terreni.

Adottare uno strumento più efficace: semplificare le norme edilizie

L'iniziativa propone anche richieste legittime. Gli strumenti proposti sono tuttavia inadatti o addirittura controproducenti. Una soluzione migliore sarebbe già pronta: molte persone oggi vorrebbero abitare e/o lavorare in una posizione centrale, non trovano però l'offerta adeguata sul mercato immobiliare. Sarebbe dunque opportuno costruire maggiormente nelle posizioni centrali. Sarebbe necessario soprattutto avere un numero maggiore di edifici, costruiti in modo più densificato e più alti rispetto ai comprensori insediativi già edificati. Al momento regolamentazioni troppo dettagliate, protezione del sito caratteristico, prescrizioni relative al rumore e altri ostacoli amministrativi impediscono però questo sviluppo. Fino a quando sarà più semplice costruire alle periferie delle località o su un prato verde cambierà ben poco. La dispersione degli insediamenti potrebbe essere frenata in modo molto più efficace semplificando le prescrizioni e le procedure per la costruzione nei centri, affinché lo spazio e l'infrastruttura esistente possano essere sfruttati in modo più efficiente grazie alla densificazione.