# 04 / 2019
01.02.2019

Il valore dell’accordo istituzionale

Conclusione: gravi conseguenze economiche in caso di rifiuto

Come dimostrato dalle precedenti riflessioni, non si può quantificare semplicemente con un prezzo l’accordo istituzionale. I vantaggi dell'accordo non possono essere espressi da un semplice numero (ad esempio, tasso di crescita economica o percentuale di posti di lavoro supplementari). Le correlazioni economiche sono troppo complesse per consentire di isolare statisticamente il valore dell'accordo da tutte le altre influenze. Tuttavia, da un punto di vista economico, non vi è dubbio che la firma dell'accordo istituzionale offra alla Svizzera grandi vantaggi. Il beneficio che il nostro Paese trae dagli accordi bilaterali è di 20 – 30 miliardi di franchi all’anno, o anche di più, a seconda del fatto se si considerano anche gli accordi che non concernono l’accesso al mercato. Più a lungo termine, l’accordo istituzionale consolida la via bilaterale, garantisce la certezza di pianificazione, evita le manovre di ritorsione, arbitrarie o motivate politicamente dall’UE, aumenta la certezza del diritto negli accordi esistenti e permette di negoziare nuovi accordi di accesso al mercato. 

Evidentemente, la Svizzera può reagire in caso di disaccordo con l’UE e tentare di eliminare gli inconvenienti con misure politiche mirate. Dopo l’accettazione dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, la Svizzera è stata così temporaneamente esclusa dai programmi “Horizon 2020”. Il nostro paese e in particolare il Fondo nazionale svizzero hanno rapidamente attuato misure di compensazione allo scopo di attenuare il danno causato dalla mancata partecipazione della Svizzera ai programmi del Consiglio europeo della ricerca (CER). Queste misure hanno permesso di evitare il peggio, ma non di raggiungere un livello equivalente rispetto all’associazione a pieno diritto ai programmi europei. I preparativi nell’eventualità che l’equivalenza borsistica non sia riconsiderata dall’UE rappresentano un altro esempio. Anche qui, l’obiettivo è di evitare, a titolo transitorio, una parte del danno che la Svizzera subirebbe se l’UE non accettasse il riconoscimento dell’equivalenza. Ma il margine di manovra è stretto e la posta in gioco importante. 

La portata del danno concreto in caso di mancata firma dell’accordo istituzionale dipende dunque fondamentalmente dalla reazione dell’UE e della Svizzera nonché dalle previsioni in materia di investimenti. Ad ogni modo, il costo dell’operazione aumenterebbe notevolmente, se l’UE agisse in maniera intransigente e motivata da ragionamenti puramente politici nei confronti della Svizzera. Più il beneficio degli accordi bilaterali si eroderà nel tempo, maggiori saranno i costi anche per la Svizzera. A causa dei rapporti ambigui con l’UE, gli investitori nazionali e stranieri prenderanno in considerazione la Svizzera solo se le relazioni sono stabili e contrattualmente garantite. L’incertezza di pianificazione supererà ampiamente l’ambito degli accordi di accesso al mercato in vigore. 

Così, indipendentemente dalla formula applicata, il beneficio economico derivante da relazioni ben definite con il nostro principale partner economico rimane molto elevato.