
L’iniziativa per la limitazione II non risolve alcun problema, ma ne crea molti altri
A colpo d'occhio
L’iniziativa per la limitazione II prevede che la popolazione residente permanente in Svizzera venga limitata a 10 milioni di persone entro il 2050. Se questa soglia verrà superata, l'Accordo sulla libera circolazione delle persone dovrà essere disdetto. Ciò significherebbe la fine della collaudata via bilaterale con l'UE. L'iniziativa ignora le tendenze demografiche e mette a rischio il nostro benessere, poiché la Svizzera continuerà anche in futuro a dipendere dall'immigrazione di manodopera. Un rigido limite alla popolazione non è uno strumento sensato. L’iniziativa per la limitazione II non risolve alcun problema, ma ne crea di nuovi.
L’essenziale in breve
L'iniziativa per la limitazione II dell'UDC chiede di limitare la popolazione residente permanente in Svizzera a 10 milioni di persone entro il 2050. Se questa soglia venisse superata, l'Accordo sulla libera circolazione delle persone con l'UE dovrebbe essere denunciato. A causa della clausola ghigliottina, ciò farebbe terminare automaticamente tutti e sette gli Accordi bilaterali I. L'accettazione dell'iniziativa significherebbe quindi la fine della comprovata via bilaterale di successo con l'UE e avrebbe conseguenze negative per il benessere, l'economia e la sicurezza in Svizzera. Inoltre, l'iniziativa chiude gli occhi di fronte alle enormi sfide poste dall’evoluzione demografica: la Svizzera dipende dall'afflusso di manodopera sia oggi che in futuro. Senza immigrazione netta, la popolazione attiva si starebbe già riducendo. Grazie alla libera circolazione delle persone con l'UE, la Svizzera è in grado di procurarsi la manodopera di cui ha bisogno senza eccessive formalità quando non riesce a trovare sufficiente personale a livello nazionale. Ma sono necessarie misure efficaci per contrastare le conseguenze indesiderate dell'immigrazione e soluzioni concrete nei settori del mercato del lavoro, dell'asilo, dell’alloggio e delle infrastrutture. Un rigido limite alla popolazione, invece, rappresenterebbe una scelta controproducente che si ritorcerebbe contro la Svizzera. L'Iniziativa per la limitazione II non risolve alcun problema, ma ne crea di nuovi.
Questo documento è stato pubblicato in collaborazione con l'Unione svizzera degli imprenditori.
Posizione di economiesuisse
L’iniziativa per la limitazione II dell’UDC va respinta per diversi motivi:
- L'iniziativa intende porre fine alla libera circolazione delle persone, distruggendo un modello di successo, la via bilaterale tra la Svizzera e l'UE.
- L'UE è e rimane il partner commerciale di gran lunga più importante della Svizzera. La via bilaterale si è dimostrata valida e ha favorito il nostro benessere. I promotori non propongono un'alternativa equivalente agli Accordi bilaterali.
- Già oggi, i lavoratori che vanno in pensione sono più numerosi dei giovani che entrano nel mercato del lavoro. Quest’evoluzione demografica si sta acuendo: senza la manodopera proveniente dall'UE, di cui c'è urgente bisogno, si corre il rischio che le imprese si trasferiscano, che si perda gettito fiscale, che si riduca l'innovazione, che l'offerta sia più scarsa e che il livello dei servizi diminuisca. In definitiva, questo comporterebbe un minor benessere per tutti.
- Senza l'afflusso di manodopera, l'AVS si ritroverebbe rapidamente a dover affrontare diverse difficoltà. Inoltre, anche i lavoratori stranieri contribuiscono al finanziamento a lungo termine della nostra previdenza vecchiaia.
- Il passato ha dimostrato che un sistema di contingenti, costoso ed inefficace, non riduce l’immigrazione. Inoltre, non è chiaro chi dovrebbe rinunciare in futuro alla manodopera straniera così preziosa per la Svizzera.
- Le preoccupazioni della popolazione riguardo all'immigrazione devono essere prese sul serio. Sono necessarie misure mirate ad aumentare la produttività, sfruttare meglio il potenziale della manodopera indigena e adottare misure specifiche nell’ambito dell’asilo, degli alloggi e delle infrastrutture

L’iniziativa per la limitazione II dell’UDC è ingannevole
Il 3 aprile 2024, l'UDC ha presentato alla Cancelleria federale le firme per l'iniziativa popolare “No a una Svizzera da 10 milioni! (Iniziativa per la sostenibilità)”, che è formalmente riuscita il 10 maggio 2024.
Secondo il comunicato stampa del 26 giugno 2024, il Consiglio federale respinge l'iniziativa. economiesuisse accoglie con favore questa decisione del Consiglio federale e sostiene gli sforzi per adottare misure adeguate e mirate contro le conseguenze indesiderate dell'immigrazione.
Sebbene l'UDC definisca ufficialmente la sua iniziativa come un'iniziativa di sostenibilità, la sostenibilità è solo un termine fuorviante per nascondere la vera intenzione. Come per la votazione sull'iniziativa per la limitazione I nel 2020, l'UDC mira a porre fine alla libera circolazione delle persone. Vuole inoltre stabilire nella Costituzione che la popolazione residente permanente in Svizzera non debba superare il rigido limite massimo di 10 milioni di persone entro il 2050 (cfr. testo dell'iniziativa).
Questo dossier evidenzia le conseguenze negative dell’iniziativa per la limitazione II dell’UDC e spiega quali misure dovrebbero essere adottate al suo posto. Esso affronta le seguenti quattro questioni chiave:
- Perché l'accettazione dell'iniziativa porrebbe fine alla via bilaterale?
- Perché gli Accordi bilaterali sono così importanti per noi?
- Perché continuiamo ad avere bisogno di immigrazione di manodopera?
- Quali misure concrete propongono gli ambienti economici per rispondere alle preoccupazioni della popolazione sull'immigrazione?

L’accettazione dell’iniziativa per la limitazione II significa la fine della via bilaterale di successo
Nel testo dell'iniziativa si chiede esplicitamente la fine della libera circolazione delle persone
- Porre fine alla libera circolazione delle persone è il vero obiettivo dell'iniziativa. Il testo dell'iniziativa afferma chiaramente che l'accordo sulla libera circolazione deve essere disdetto, il più presto possibile, due anni dopo il primo superamento del limite di 10 milioni.
- Di conseguenza, l'intero pacchetto Bilaterali I con l'UE non sarebbe più applicabile, compresi gli accordi sui trasporti terrestri e aerei, sull'agricoltura, sulla ricerca, sugli appalti pubblici e sull’eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio.
- Secondo la «clausola ghigliottina» tutti e sette gli Accordi bilaterali I sono indissolubilmente legati tra loro. Se uno degli accordi venisse rescisso, anche gli altri sei terminerebbero automaticamente.
- L’accettazione dell’iniziativa per la limitazione II significherebbe quindi la fine di un modello di successo, la via bilaterale tra la Svizzera e l'UE.

L’iniziativa mette in pericolo l’Accordo di Schengen/Dublino
- La disdetta dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone riguarda anche gli Accordi di Schengen/Dublino (che fanno parte dei Bilaterali II). Nelle trattative per l'adesione della Svizzera allo spazio Schengen, l'UE ha condizionato quest’ultima alla libera circolazione delle persone.
- La fine dell'associazione a Schengen/Dublino avrebbe ripercussioni negative sulla libertà di viaggiare, sul turismo e sulla sicurezza in Svizzera.
- La fine dell'Accordo di Dublino, ad esempio, darebbe a ogni migrante la possibilità di presentare una seconda domanda in Svizzera, dopo una domanda d'asilo respinta in Europa.
I promotori non hanno alternative equivalenti ai Bilaterali
- Una delle maggiori debolezze dei promotori è che non propongono un'alternativa equivalente all'abolizione degli Accordi bilaterali. Questo è irresponsabile.
- La via bilaterale ha dimostrato di essere una soluzione su misura per la Svizzera al di là dell'adesione all'UE, dell'adesione allo SEE e dell'isolamento. Offre alla Svizzera la possibilità di partecipare al mercato unico europeo in ambiti selezionati di interesse.
- Grazie agli Accordi bilaterali, possiamo preservare la nostra sovranità, la nostra democrazia diretta e il nostro federalismo e continuare a beneficiare dei vantaggi economici del mercato unico europeo.
La partecipazione al mercato unico va ben oltre l'Accordo di libero scambio
- Una modernizzazione dell'Accordo di libero scambio Svizzera-UE del 1972 non sarebbe sufficiente a compensare la perdita degli Accordi bilaterali.
- Ad esempio, se i Bilaterali I venissero aboliti, le barriere tecniche al commercio per i prodotti industriali non verrebbero più eliminate, i diritti di traffico aereo non sarebbero coperti, i prodotti ortofrutticoli svizzeri richiederebbero una certificazione aggiuntiva per l'esportazione nell'UE, gli spedizionieri svizzeri non potrebbero beneficiare di ordini supplementari da parte dell’UE, le imprese svizzere non potrebbero più partecipare su un piano di parità agli appalti pubblici nelle città e nelle regioni dell'UE e sarebbe molto più complicato assumere manodopera dall'UE. Inoltre, la popolazione svizzera perderebbe il diritto di vivere, lavorare e studiare ovunque nell'UE. Questi sono solo alcuni esempi delle possibili conseguenze.
L’iniziativa per la limitazione II è un capriccio politico
- Solo 4 anni fa, nel settembre 2020, la prima iniziativa dell'UDC per disdire la libera circolazione delle persone (Iniziativa per la limitazione I) è stata chiaramente respinta con il 61,7% di voti contrari. Il fatto che l'UDC riproponga lo stesso tema alle urne in una nuova veste a distanza di breve tempo dimostra la poca considerazione per la volontà popolare.
- Dal 2000, la popolazione svizzera ha confermato per ben undici volte il proprio sostegno alla via bilaterale in occasione di altrettante votazioni popolari.
- I sondaggi mostrano inoltre che una netta maggioranza della popolazione svizzera è convinta dei vantaggi degli Accordi bilaterali (vedasi l'ultimo sondaggio sull’Europa condotto da Interpharma nel 2024).
Le misure di ricongiungimento familiare mettono a rischio la Convenzione europea dei diritti umani
L’iniziativa per la limitazione II chiede, qualora la popolazione residente permanente in Svizzera dovesse superare i nove milioni e mezzo di persone entro il 2050, che il Consiglio federale adotti misure in materia di ricongiungimento familiare. L'UDC mette così in discussione il diritto al rispetto della vita privata e familiare, sancito dall'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani (CEDU), ratificata dalla Svizzera nel 1974. Questa conquista fondamentale, che consente anche ai cittadini svizzeri di ricongiungersi con le proprie famiglie all'estero, non dovrebbe essere infranta dalla Svizzera. La reintroduzione dello statuto disumano dei lavoratori stagionali, che ha prevalso in Svizzera dal 1930 fino all'introduzione della libera circolazione delle persone nel 2002, non è un'opzione. Una simile violazione o addirittura una cancellazione della CEDU comporterebbe un enorme danno di reputazione per la Svizzera all'estero.

Gli Accordi bilaterali con l'UE sono un fattore chiave per il benessere della Svizzera
L'UE è di gran lunga il partner commerciale più importante della Svizzera
- Oggi, circa 450 milioni di consumatori e 32 milioni di imprese del mercato unico europeo acquistano circa il 50% dei prodotti che esportiamo. Al contempo, circa il 70% delle nostre importazioni proviene dall'UE - e alle migliori condizioni possibili grazie agli Accordi bilaterali.
- La cessazione della partecipazione settoriale al mercato interno dell'UE comporterebbe notevoli svantaggi per la Svizzera in quanto nazione esportatrice (vedi capitolo precedente).
- L'UE sarebbe molto meno colpita dal peggioramento delle relazioni commerciali con la Svizzera che non viceversa: la Svizzera guadagna circa 15’400 franchi pro capite esportando beni nell'UE, mentre l'UE ne guadagna solo 350 pro capite esportando beni in Svizzera.
Le regioni limitrofe sono di grande importanza per la Svizzera in quanto nazione esportatrice
- Ogni giorno lavorativo, la Svizzera e l'UE scambiano merci per un valore di oltre 1 miliardo di franchi.
- Le regioni confinanti alla Svizzera svolgono un ruolo particolarmente importante nel nostro commercio estero.
- Se si considera il volume degli scambi commerciali, il Baden-Württemberg e la Baviera hanno un'importanza quasi pari a quella della Cina, le regioni frontaliere francesi sono più importanti del Giappone e quelle italiane sono più importanti dell'India.


L'UE rimarrà il nostro partner commerciale più importante anche in futuro
- Il volume degli scambi commerciali con l'UE è talmente elevato che in termini assoluti continua a crescere più velocemente di quello con gli Stati Uniti e la Cina, rispettivamente il secondo e il terzo partner più importante, messi insieme.
- Secondo le cifre di crescita attuali, nel 2050 l'UE sarà ancora il principale partner commerciale della Svizzera e supererà il volume degli scambi commerciali con gli Stati Uniti e la Cina.
- In tempi di incertezza, caratterizzati da numerose guerre alle porte dell'Europa, crescenti tensioni geopolitiche, dispute commerciali, tendenze isolazioniste e indebolimento del multilateralismo, relazioni contrattuali stabili e funzionali con l'UE, il nostro principale partner commerciale, sono assolutamente essenziali per il benessere e la sicurezza della Svizzera.
La Svizzera beneficia maggiormente del mercato unico europeo rispetto ai paesi membri dell'UE
- Uno studio del 2019 della rinomata Fondazione tedesca Bertelsmann ha dimostrato che nessun altro paese ha beneficiato tanto della partecipazione al mercato unico europeo quanto la Svizzera - e questo senza essere membro dell'UE!
- Grazie alla partecipazione al mercato unico, il reddito pro capite in Svizzera è aumentato di 2’914 euro all'anno. In confronto, in Germania la cifra è di soli 1’046 euro.

Il benessere pro capite è chiaramente aumentato da quando sono stati conclusi gli Accordi bilaterali
- Negli ultimi anni, la produttività, il benessere e il tempo libero pro capite sono aumentati costantemente in Svizzera (cfr. dossierpolitica del marzo 2023). Questo sviluppo positivo è stato favorito dagli Accordi bilaterali e dalla libera circolazione delle persone.
Dalla firma degli Accordi bilaterali I nel 1999, il PIL reale pro capite in Svizzera (al netto dell’inflazione) è cresciuto del 25%. In cifre assolute, la popolazione è diventata mediamente più ricca di 18’123 dollari pro capite. Questo aumento di benessere è quasi il doppio di quello della Germania e quasi il triplo di quello della Francia.
Negli ultimi 20 anni i salari reali sono cresciuti più velocemente rispetto agli anni '90
- Anche i salari hanno avuto un andamento positivo dall'introduzione dei Bilaterali I. Il salario reale medio svizzero è aumentato dello 0,5% all'anno tra il 2002 e il 2022 (19° Rapporto dell'Osservatorio sull'AFMP, 2023).
- Nei dieci anni precedenti l'entrata in vigore dei Bilaterali I, invece, i salari reali sono aumentati solo dello 0,2% all'anno.
- I salari medi svizzeri, perfino a parità di potere d’acquisto, sono da anni ai vertici in Europa. Solo in Norvegia e in Lussemburgo è possibile permettersi di più con il proprio stipendio, rispetto alla Svizzera. Rispetto agli altri paesi, i salari sono molto più elevati anche per le fasce di reddito più basse.
La disoccupazione rimane a un livello molto basso
- Le statistiche federali mostrano che il mercato del lavoro svizzero è in ottima forma. Nel 2023, la Svizzera ha registrato il tasso di disoccupazione più basso degli ultimi 20 anni, pari al 2,0%.
La partecipazione al mercato del lavoro delle persone tra i 15 e i 64 anni è passata dall'81,3% all'84,1% tra il 2002 e il 2023. Anche il tasso di partecipazione delle persone tra i 55 e i 64 anni è aumentato a un ritmo superiore alla media.
Gli Accordi bilaterali sono particolarmente importanti per molte PMI
Le piccole e medie imprese (PMI) orientate all'esportazione hanno bisogno di relazioni stabili e funzionali con l'UE per la loro pianificazione e per i futuri investimenti nella piazza economica svizzera. Lo dimostra anche l'ultimo Barometro PMI della NZZ. Il 46% dei 303 dirigenti di PMI intervistati ha indicato le relazioni irrisolte con l'UE come una delle tre maggiori preoccupazioni geopolitiche e macroeconomiche, circa il 10% in più rispetto al 2023. Il 57% delle imprese ha dichiarato di considerare la libera circolazione delle persone come una questione fondamentale.
Brexit: migrazione record e nessun vantaggio economico
- Nel giugno 2016, l'elettorato britannico ha votato per l'uscita dall'UE nel referendum sulla Brexit, con il 51,89% di voti favorevoli. Di conseguenza, il Regno Unito ha perso la libera circolazione delle persone e la partecipazione al mercato unico dell'UE nel dicembre 2020.
- Otto anni dopo la Brexit, molti britannici considerano l'uscita dall'UE un fallimento. Un sondaggio rappresentativo dell'inizio del 2024 mostra che il 57% dei britannici ha una visione negativa della Brexit e il 70% ritiene che abbia peggiorato lo stato dell'economia.
- Contrariamente alla promessa di ridurre l'immigrazione, il Regno Unito ha registrato un'immigrazione record dopo la Brexit. L'immigrazione netta è ben al di sopra dei livelli precedenti alla votazione, con l'arrivo nel Regno Unito di immigrati da Stati terzi come India, Nigeria e Cina.
- Dal punto di vista economico, il Regno Unito non ha beneficiato della Brexit. Nonostante i nuovi accordi di libero scambio con Australia e Nuova Zelanda, la perdita della partecipazione al mercato unico dell'UE non è stata praticamente compensata.
- Secondo un nuovo rapporto dell'Università di Aston, il commercio estero del Regno Unito con l'UE sta risentendo sempre di più della Brexit: tra il 2021 e il 2023 - gli anni immediatamente successivi all'uscita del Regno Unito dall'unione doganale e dal mercato unico dell'UE - il valore delle esportazioni di beni britannici verso l'UE è diminuito del 27%, mentre il valore delle importazioni è sceso del 32%.
- Delle 120’000 PMI britanniche che esportavano i loro prodotti nell'UE prima della Brexit, circa 20’000 hanno smesso di esportare dopo la conclusione dell'accordo di cooperazione con l'UE. Queste imprese hanno citato i costi più elevati come il motivo per cui non valeva più la pena esportare.


Dipendiamo dall'immigrazione di manodopera, oggi e domani
Un limite demografico rigido è fortemente dannoso per la Svizzera
Il rigido rispetto di un limite massimo di popolazione di 10 milioni di abitanti sarebbe estremamente nefasto dal punto di vista economico e sociale. Se, a seguito del superamento di questa soglia, l’immigrazione dovesse improvvisamente diventare impossibile o quasi in tempi brevi, questo avrebbe conseguenze negative tangibili per tutti gli abitanti della Svizzera:
- Molte imprese non sarebbero più in grado di trovare manodopera in Svizzera e si trasferirebbero all'estero;
- Il gettito fiscale diminuirebbe, di conseguenza ci sarebbero meno posti di lavoro di qualità e l'innovazione si trasferirebbe altrove;
- Il sistema previdenziale si troverebbe in gravi difficoltà ancora più rapidamente;
- Il sistema sanitario raggiungerebbe più rapidamente i suoi limiti a causa della mancanza di medici e infermieri, con un conseguente peggioramento delle cure sanitarie;
- I trasporti pubblici dovrebbero essere ridotti a causa della carenza di personale;
- Sarebbe difficile trovare artigiani per le riparazioni;
- Molti ristoranti, alberghi e negozi dovrebbero ridurre gli orari di apertura o chiudere stagionalmente;
- L'agricoltura faticherebbe a trovare manodopera sufficiente, con possibili ripercussioni sull'approvvigionamento alimentare;
- La costruzione di infrastrutture e abitazioni sarebbe resa più difficile, aggravando ulteriormente la carenza di alloggi nei centri urbani.
In breve: oltre alla scomparsa dei Bilaterali, la popolazione svizzera pagherebbe un prezzo elevato per rinunciare all'immigrazione di manodopera. L’iniziativa per la limitazione II è irresponsabile perché ignora completamente l'evoluzione demografica e i vantaggi dell'immigrazione di manodopera, mettendo così a repentaglio, in maniera imprudente, il benessere delle generazioni future.
Un sistema di contingenti, costoso e inefficiente, non riduce l'immigrazione
- L'iniziativa per la limitazione II non precisa come sarebbe gestita l’immigrazione una volta superato il limite. Una richiesta ricorrente è la reintroduzione di un sistema di contingenti.
- Ma uno sguardo al passato mostra che in Svizzera questo sistema ha portato a un elevato livello di immigrazione di manodopera prevalentemente poco qualificata. Negli anni record dal 1961 al 1964, ad esempio, sono immigrate in Svizzera circa 200’000 persone all’anno.
- Un cambiamento di sistema non porta quindi automaticamente a una riduzione dell'immigrazione, come dimostra l'esempio della Brexit nel capitolo precedente. Sono la situazione economica e quella del mercato del lavoro a determinare la domanda di lavoratori stranieri.
- Un sistema di contingenti crea un enorme mole burocratica per la Confederazione e i Cantoni e rende molto più costoso assumere personale per le imprese, che verosimilmente non avrebbero altra scelta che scaricare i costi sui loro clienti.
Raphael Tobler, presidente di Swiss Startup Association
«L’iniziativa per la limitazione II dell’UDC è un’assurdità. Non solo porterebbe alla disdetta degli Accordi bilaterali, ma peggiorerebbe anche in modo massiccio la carenza di manodopera in Svizzera. Noi start-up dipendiamo da manodopera ben qualificata. L'immigrazione attraverso la libera circolazione delle persone, di cui circa il 70% è diretta al mercato del lavoro, è essenziale per noi. Non oso immaginare gli scontri per la ripartizione dei lavoratori una volta raggiunto il limite massimo fissato dall'iniziativa. Purtroppo, so già una cosa: noi start-up saremmo sicuramente sfavorite”.
Non è ancora chiaro chi in futuro debba rinunciare alla manodopera straniera
- L’iniziativa per la limitazione II non specifica quali settori dovrebbero fare a meno della manodopera straniera in futuro e come assorbirne le conseguenze negative.
- Da parte dei datori di lavoro, c’è il rischio di gravi scontri per la ripartizione. Soprattutto le PMI, le start-up e l'industria alberghiera e della ristorazione rischiano di essere sfavorite nella ripartizione dei lavoratori urgentemente necessari.
- Se il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali nell'ambito della libera circolazione delle persone fosse abolito, per medici, dentisti, veterinari, farmacisti, infermieri, ostetriche e farmacisti provenienti dall’UE sarebbe più difficile venire a lavorare in Svizzera. Al contempo, l'iniziativa non fermerebbe la migrazione irregolare e quindi non la ridurrebbe.
L'eccedenza di nascite non può compensare l’immigrazione di manodopera qualificata.
- L'iniziativa per la limitazione II prevede che a partire dal 2050 il Consiglio federale possa adeguare annualmente la soglia, tramite ordinanza, per tenere conto dell'eccedenza di nascite.
- Ma è del tutto irrealistico aspettarsi che in futuro si possa fare a meno dell'immigrazione di manodopera grazie a un'eccedenza di nascite più elevata.
- Il tasso di natalità in Svizzera è sceso a un nuovo minimo storico di 1,33 figli per donna nel 2023. L'anno scorso la Svizzera ha registrato un totale di 71’666 decessi e 79’823 nascite, con un'eccedenza di nascite di poco meno di 8’157 persone.
- A causa del previsto calo del numero di nascite e del crescente numero di decessi, è improbabile che nel prossimo futuro si registri un’eccedenza di nascite più elevata.
Sviluppo demografico: l'ondata di pensionamenti sta aprendo ampi divari
- Già oggi, i lavoratori che vanno in pensione sono più numerosi dei giovani che entrano nel mercato del lavoro. Nei prossimi anni, la generazione dei baby boomer uscirà gradualmente dal mercato del lavoro e la diminuzione del tasso di natalità farà sì che il numero di giovani non sarà sufficiente a sostituirla.
- La carenza di manodopera diventerebbe quindi ancora più grave. Solo grazie all'immigrazione netta è possibile evitare la riduzione della popolazione attiva. Ma la sua crescita sarà inferiore a quella della popolazione in età di pensionamento.
- economiesuisse ha illustrato in dettaglio l'evoluzione demografica e le sue conseguenze per la Svizzera nel suo dossierpolitica del giugno 2023.
L’immigrazione di manodopera attraverso la libera circolazione delle persone è parte della soluzione
- Già oggi, in molti settori professionali, l'offerta di lavoro indigena non riesce più a soddisfare la domanda.
- Un'analisi dell'andamento del numero di posti vacanti mostra che negli ultimi anni è diventato più difficile trovare personale adeguato.
- In un dossierpolitica di novembre 2024, economiesuisse e l’Unione svizzera degli imprenditori stimano che, per mantenere il nostro livello di benessere, nei prossimi 10 anni mancheranno circa 460’000 equivalenti a tempo pieno (ETP) a causa delle tendenze demografiche.
- La libera circolazione delle persone con l'UE è parte della soluzione: aiuta ad attutire le conseguenze negative dell’evoluzione demografica.
I lavoratori rappresentano la maggior parte dell’immigrazione proveniente dall’UE in Svizzera
- L'immigrazione attraverso la libera circolazione delle persone è fortemente orientata al mercato del lavoro. Sette persone su dieci che arrivano in Svizzera dall'UE attraverso la libera circolazione delle persone entrano direttamente nel mercato del lavoro (cf. ultimo rapporto dell'Osservatorio Seco).
- I rapporti dell'Osservatorio mostrano anche che queste persone completano la manodopera locale. Da un lato, colmano le lacune nelle professioni con un basso livello di qualificazione (ad esempio, edilizia, turismo, ristorazione, agricoltura, pulizie). Soprattutto, però, contribuiscono ad alleviare le carenze di manodopera in settori professionali specializzati (ad esempio, sanità, informatica, ingegneria, industria).
- Circa il 56% di tutti i cittadini dell'UE giunti in Svizzera nell'ambito della libera circolazione delle persone è laureato.

Senza immigrazione di manodopera l’AVS si troverebbe ancora più rapidamente in difficoltà
- Poiché il numero di beneficiari di rendite cresce molto più rapidamente del numero di contribuenti attivi, l'evoluzione demografica sta diventando un problema crescente anche per il finanziamento dell'AVS.
- Secondo gli ultimi dati, i cittadini dell'UE contribuiscono al finanziamento del primo pilastro (AVS, AI e IPG) per il 26,3%, ma ricevono solo il 13,4% delle prestazioni erogate.
- Se i contributi dei lavoratori dell'UE dovessero scomparire, la popolazione svizzera dovrebbe compensare questo divario con un aumento delle imposte o dei contributi salariali.
L'immigrazione di manodopera sostiene i nostri sistemi di previdenza sociale anche nel lungo periodo
- Un nuovo studio commissionato dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali dimostra che l'immigrazione ha un effetto positivo sull'AVS, sull'AI e sull'IPG anche nel lungo periodo, ossia tenendo conto anche del futuro percepimento delle prestazioni da parte dei contribuenti immigrati.
- La ragione principale è la struttura demografica più giovane derivante dall'immigrazione, che compensa l'aumento delle prestazioni attraverso le rendite da erogare.
- Il rapporto prestazioni-contributi è significativamente migliore per i cittadini dell'UE/AELS, perché percepiscono redditi più elevati rispetto agli altri gruppi di immigrati, la loro partecipazione al mercato del lavoro è maggiore e rimangono in Svizzera per un periodo di tempo più breve (cfr. webnews del 30 maggio 2024).
I cittadini stranieri contribuiscono allo sviluppo dell'innovazione in Svizzera in misura superiore alla media
Una nuova pubblicazione di Avenir Suisse mostra chiaramente che, in proporzione alla loro quota di popolazione (26%), gli stranieri contribuiscono all’innovazione in Svizzera in misura superiore alla media.
Il 37% di tutti i dipendenti dei dieci settori con maggiore valore aggiunto in Svizzera dispongono di un passaporto straniero - nell'industria farmaceutica la percentuale sale al 56%. Una drastica riduzione dell'immigrazione netta rischia quindi di indebolire notevolmente la Svizzera come polo di innovazione.
Paesi con una popolazione in diminuzione, come il Giappone, devono affrontare sfide importanti
Da anni la popolazione giapponese si sta riducendo, portando allo spopolamento di intere regioni. Numerose case sono vuote e molte vie di comunicazione sono state chiuse perché diventate poco redditizie. Dal momento che il paese dipende dall'innovazione e da una manodopera giovane, l’evoluzione demografica rappresenta un enorme fardello per l'economia. Secondo le previsioni, la popolazione passerà dagli attuali 126 milioni a circa 90 milioni entro il 2060, accelerando ulteriormente il processo di invecchiamento e riducendo notevolmente la generazione in età riproduttiva. Il sistema previdenziale risente della diminuzione del numero di contribuenti, mentre gli anziani sono spesso costretti ad accettare lavori poco retribuiti. Rispetto ad altri paesi industrializzati, il Giappone sta sperimentando una crescita economica più lenta, poiché la manodopera disponibile è sempre di meno.

Garantire la prosperità e risolvere i problemi reali in modo sostenibile
- La crescita non è un gioco a somma zero. Con la crescita, si creano nuovi posti di lavoro, redditi, qualità di vita, libertà e opportunità di cui molti beneficiano. Se invece la popolazione svizzera non dovesse più aumentare, ci sarebbero dei perdenti. Ad esempio, vale la pena mantenere dei collegamenti di trasporto pubblico a lungo termine solo se c'è domanda
- Parallelamente, però, è chiaro che le preoccupazioni della popolazione riguardo all'immigrazione devono essere prese sul serio. Sono necessarie misure efficaci per risolvere i problemi reali dell'immigrazione e al contempo migliorare ulteriormente la qualità della vita in una Svizzera con una popolazione in crescita.
- Ad esempio, occorre aumentare ulteriormente la produttività, sfruttare meglio il potenziale della manodopera indigena, applicare meglio il diritto d'asilo, semplificare massicciamente le procedure di costruzione degli alloggi e utilizzare meglio le nostre infrastrutture, ampliandole in modo mirato.

Di seguito, vengono presentate diverse soluzioni negli ambiti della produttività, del mercato del lavoro, dell'asilo, della politica degli alloggi e delle infrastrutture:
La Svizzera deve aumentare ulteriormente la sua produttività
La politica è chiamata ad adottare misure efficaci per favorire una maggiore crescita della produttività. Per aumentare ulteriormente la produttività delle imprese e della manodopera, è necessario creare le migliori condizioni quadro economiche possibili, ridurre la regolamentazione e la burocrazia, sviluppare la digitalizzazione e riportare a un livello sostenibile l'aumento sproporzionato degli impieghi nel settore pubblico registrato negli ultimi anni. In particolare, la Svizzera deve essere in grado di sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale generativa (IA) (cfr. webnews del 31 agosto 2024). Questo alleggerirà l'onere per le imprese del settore privato, aumenterà la produttività e ridurrà la necessità di manodopera straniera.
La Svizzera deve sfruttare meglio il potenziale di manodopera indigeno
Nel suo piano in 8 punti dell'aprile 2023, l'Unione svizzera degli imprenditori (USI) ha delineato una serie di misure per contrastare l'aggravarsi della carenza di manodopera. economiesuisse sostiene pienamente queste richieste:
- Le ore di lavoro effettive devono essere nuovamente aumentate
- Lavorare di più deve essere conveniente
- Dobbiamo poter lavorare più a lungo
- Dobbiamo valorizzare la formazione professionale
- Le decisioni in materia di formazione devono essere prese e gestite in modo più consapevole
- Dobbiamo tenere la porta aperta all'immigrazione di manodopera
- Dobbiamo rendere più flessibili gli orari di lavoro
- Dobbiamo mantenere più persone con disabilità nel mercato del lavoro.
Più le persone lavorano, più a lungo e in modo più produttivo, più diminuisce la necessità di immigrazione di manodopera (punto 6). Ma va aggiunto che il tasso di partecipazione al mercato del lavoro degli svizzeri è già estremamente elevato rispetto agli standard internazionali, motivo per cui la Svizzera continuerà a dipendere dall'immigrazione di manodopera anche in futuro.
La Svizzera deve applicare sistematicamente le leggi sull'asilo
Oltre alle presenti sfide, l'attuale politica migratoria è caratterizzata anche da crisi imprevedibili come la guerra in Ucraina. economiesuisse è quindi favorevole a una politica migratoria che renda giustizia alla lunga tradizione umanitaria della Svizzera. In materia di asilo, la Svizzera dovrebbe concedere protezione solo a chi ne ha diritto, in conformità alla legislazione sull'asilo e alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951. economiesuisse chiede che le leggi esistenti in materia di asilo siano applicate in modo sistematico.
Protezione solo per le persone perseguitate, non per i rifugiati economici
Le persone perseguitate e bisognose di protezione dovrebbero continuare a ricevere asilo in Svizzera. Ma i richiedenti l’asilo che fuggono solo per motivi economici non dovrebbero essere autorizzati a rimanere in Svizzera. Come misura di accompagnamento, i criteri per definire i paesi di origine sicuri dovrebbero essere regolarmente rivisti. I cittadini stranieri criminali devono essere rimpatriati nei loro paesi d'origine in conformità con il diritto internazionale.
Valutazione degli sviluppi in Europa
Gli sviluppi in Europa devono essere attentamente monitorati. Diversi Stati membri dell'UE stanno attualmente inasprendo la legislazione in materia di asilo o la sua implementazione. Dopo anni di negoziati, l'UE è riuscita a trovare un accordo su una riforma globale del sistema europeo di migrazione e asilo, con l'adozione del Patto europeo sulla migrazione e l'asilo nel maggio 2024. La Svizzera è quindi chiamata a sostenere una politica di asilo coerente all'interno dell'Unione europea e ad attuarla a livello nazionale. Altrimenti, la Svizzera rischia di diventare una calamita per l'immigrazione incontrollata.
Promozione dei rimpatri in costante cooperazione con l'UE
È necessario concludere ulteriori accordi di riammissione e rinegoziare costantemente quelli esistenti. La promozione dei rimpatri volontari deve essere rinforzata. A tal proposito è necessaria una stretta collaborazione con l'UE, soprattutto se utile per la Svizzera. Ciò include anche il rafforzamento della cooperazione con l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex).
Parità di trattamento nell’applicazione degli allontanamenti
Tutti i Cantoni dovrebbero eseguire le decisioni di allontanamento per garantire la parità di trattamento dei richiedenti l’asilo respinti. I Cantoni che non intendono eseguire le decisioni di allontanamento dovrebbero sopportare tutte le conseguenze finanziarie.
Migliorare l'integrazione nel mercato del lavoro dei rifugiati riconosciuti
In primo luogo, le procedure di asilo accelerate devono essere utilizzate per determinare il più rapidamente possibile quali persone soddisfano i criteri per lo statuto di rifugiato, in conformità con la legge svizzera sull'asilo. Successivamente, sono necessarie misure mirate per rafforzare l'impiegabilità dei rifugiati riconosciuti. In questo contesto, vanno menzionati gli sforzi della Confederazione e dei Cantoni per continuare e migliorare gradualmente i programmi linguistici esistenti. Anche il programma “Integrazione pre-apprendistato” (INVOL), che è già stato introdotto e prepara i partecipanti a svolgere un apprendistato, va accolto con favore. Competenze linguistiche sufficienti sono la chiave di volta per un'integrazione riuscita.
Secondo economiesuisse, la politica svizzera in materia di asilo deve basarsi su queste linee guida. L'elaborazione di misure concrete è di competenza del Consiglio federale e del Parlamento.
La Svizzera deve creare rapidamente più alloggi per la popolazione
In generale, in tutta la Svizzera vi è ancora un numero sufficiente di alloggi. Ma è necessario intervenire nelle zone residenziali urbane più ricercate, dove l’offerta di alloggi è scarsa.
L'attuale carenza di alloggi nei centri urbani ha molte cause
Tuttavia, attribuire l'aumento della domanda di alloggi alla sola crescita demografica non è sufficiente. Sono molti i fattori che influenzano la domanda di alloggi:
- L 'aumento dei redditi delle economie domestiche comporta una maggiore richiesta di spazio abitativo. Secondo l'Ufficio federale di statistica, la superficie abitativa media per abitante nei condomini è passata da 38,7m2 nel 1970 a 46,8m2 nel 2022.
- Diminuzione delle dimensioni del nucleo familiare: la tendenza è quella di una diminuzione del numero di persone che vivono all’interno dello stesso nucleo familiare. La densità media di occupazione è scesa da 2,9 persone per appartamento nel 1970 a 2,2 persone nel 2021. Dunque, sono necessari più appartamenti per lo stesso numero di abitanti.
- Calo dell'attività edilizia residenziale: l'elevata domanda di spazi residenziali in zone centrali non può essere soddisfatta perché diventa sempre più difficile costruire. Secondo Wüest Partner, nel 2024 in Svizzera saranno costruiti solo 42’050 nuovi alloggi. Un valore inferiore a quello registrato dal 2003. Sono soprattutto le normative complicate, le procedure lunghe e le troppe opposizioni a rallentare la risoluzione del problema. Il capitale a disposizione sarebbe più che sufficiente per costruire più spazio abitativo.
- Domande di costruzione edilizie difficili e lunghe: La Zürcher Kantonalbank ha dimostrato che in Svizzera occorrono in media 140 giorni per l'approvazione di una domanda di costruzione. Nei centri in cui la costruzione è più urgente, però, i tempi si allungano notevolmente. Ad esempio, ci vogliono 330 giorni nella città di Zurigo e addirittura 500 giorni a Ginevra. In tutta la Svizzera, le procedure richiedono in media circa il 67% in più rispetto al 2010.
Le soluzioni per sgravare la situazione della costruzione di alloggi sono note da tempo. economiesuisse chiede che in Svizzera si costruisca di più e più velocemente (vedi webnews del 17 maggio 2023). economiesuisse chiede anche una semplificazione delle procedure per le domande di costruzione (vedi webnews del 27.09.2023).
La Svizzera deve urgentemente eliminare i problemi infrastrutturali
L'utilizzo delle infrastrutture in Svizzera è fortemente correlato al benessere, non alla crescita della popolazione. L'utilizzo della mobilità come bene di consumo è quindi principalmente legato al reddito. Più alto è il reddito familiare, più lunghe sono le distanze medie giornaliere percorse dai membri della famiglia (cfr. Microcensimento della mobilità e dei trasporti). Devono essere affrontati i seguenti problemi infrastrutturali:
- La rete stradale svizzera è cronicamente sovraccarica: per il 2023, l'Ufficio federale delle strade ha riportato cifre record per quanto riguarda i chilometri percorsi dai veicoli e le ore di congestione sulle nostre autostrade. Nel 2023 gli svizzeri hanno trascorso circa 48’000 ore negli ingorghi.
- Le autostrade, la “colonna portante” del sistema di trasporto svizzero, vengono trascurate: secondo gli ultimi dati della Confederazione, nel 2023 assicuravano circa il 45% del traffico stradale, pur rappresentando solo poco meno del 3% dell'intera rete stradale.
- I punti nevralgici sono particolarmente colpiti: quasi il 90% delle ore di congestione sono dovute agli ingorghi del traffico. Questi interessano soprattutto i punti nevralgici all'interno e intorno agli agglomerati urbani. In questi punti il sistema raggiunge il suo limite di capacità: anche un leggero aumento del traffico porta sempre più spesso a una situazione di stallo. Ciò comporta maggiori problemi sulla rete stradale secondaria, ad esempio nei centri urbani.
- Alcuni investimenti dovrebbero essere realizzati da tempo: negli ultimi decenni il traffico in Svizzera è aumentato nettamente di più rispetto alla superficie stradale. La ferrovia da sola non è in grado di soddisfare l'ulteriore domanda di mobilità: nel nostro paese persone e merci dipendono dalla mobilità individuale.
Gli investimenti nelle infrastrutture stradali sono quindi essenziali. Il Consiglio Federale e il Parlamento devono elaborare le relative proposte. Con il Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA) e il Programma di sviluppo strategico per le strade nazionali, gli strumenti necessari legittimati dal popolo sono disponibili.
Inoltre, l'infrastruttura esistente racchiude ancora un grande potenziale di efficienza:
- Migliore utilizzo del trasporto individuale motorizzato (attualmente una media di 1,6 persone per veicolo, nelle ore di punta anche solo 1,1).
- Migliore utilizzo del trasporto pubblico (attualmente i treni delle FFS sono pieni per meno del 30% sull'arco della giornata).
- Migliore gestione del traffico (oggi, i sistemi intelligenti per ottimizzare l'utilizzo della capacità sono quasi inesistenti).
- Collegamento e messa in rete (attualmente le società e i mezzi di trasporto funzionano solo a compartimenti stagni).
- Ulteriore sviluppo delle infrastrutture (la manutenzione, gli ampliamenti e le riconversioni sono troppo complessi e richiedono troppo tempo).

Conclusione: l’iniziativa per la limitazione II non risolve alcun problema, ma ne crea numerosi altri
Una qualità di vita elevata in una Svizzera con una popolazione in crescita è possibile anche senza l’iniziativa per la limitazione II. Un rigido limite alla popolazione, invece, sarebbe estremamente dannoso per la Svizzera. L'iniziativa non risolve alcun problema nel nostro paese, ma ne crea molti altri. Al contempo, si tratta di prendere sul serio le preoccupazioni della popolazione legate all’immigrazione.
- L'accettazione dell’iniziativa per la limitazione II significherebbe la fine della via bilaterale di successo tra la Svizzera e l'UE. Metterebbe inoltre a rischio gli accordi di Schengen/Dublino e l'adesione della Svizzera alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). I promotori non hanno un'alternativa equivalente agli Accordi bilaterali. La partecipazione al mercato unico fondata sugli Accordi bilaterali va ben oltre un normale accordo di libero scambio.
- Gli Accordi bilaterali con l'UE sono un fattore chiave per il benessere della Svizzera. L'UE è e rimane di gran lunga il partner commerciale più importante del nostro paese. Il benessere pro capite è chiaramente aumentato dalla conclusione degli Accordi bilaterali. È inoltre importante trarre i giusti insegnamenti dalla Brexit: il Regno Unito non ne ha tratto alcun vantaggio economico, mentre l'immigrazione netta ha raggiunto un livello record.
- Dipendiamo dall'immigrazione di manodopera oggi e in futuro. Senza l'immigrazione netta, la popolazione attiva sarebbe già in declino. L'immigrazione di manodopera attraverso la libera circolazione delle persone è parte della soluzione alla crescente carenza di manodopera. Al contempo, un sistema di contingenti costoso e inefficiente non riduce l'immigrazione, come dimostrano le esperienze passate. Inoltre, non è chiaro chi dovrebbe rinunciare alla manodopera straniera in futuro. Infine, senza l’apporto di manodopera straniera, in particolar modo dall’UE, l'AVS si troverebbe in difficoltà ancora più rapidamente. Parallelamente, la manodopera straniera sostiene anche i nostri regimi previdenziali a lungo termine.
- Sono necessarie misure efficaci per affrontare le conseguenze indesiderate dell'immigrazione e migliorare ulteriormente la qualità della vita in una Svizzera con una popolazione in crescita. economiesuisse chiede quindi misure mirate per aumentare la produttività e sfruttare meglio il potenziale della manodopera indigena. Nel settore dell'asilo, le leggi in vigore devono essere applicate in modo coerente; nel settore dell’alloggio, la costruzione di appartamenti deve essere resa più attrattiva e la durata delle procedure di costruzione deve essere ridotta; nel settore dei trasporti, le infrastrutture esistenti devono essere ampliate e utilizzate meglio.
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