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Sviluppo demografico: l’ondata di pensionamenti sta causando ampie lacune

A colpo d'occhio

Per molti anni la Svizzera ha beneficiato della forza lavoro e dalla crescita economica portate dalla generazione dei baby boomers. Questi tempi sono finiti. Gli evidenti divari che si sono aperti sono sempre più difficilmente compensabili con l’immigrazione.

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L’essenziale in breve

Dopo la seconda Guerra mondiale, grazie ai baby boomers, la Svizzera ha beneficiato di un dividendo demografico: la popolazione attiva è cresciuta fortemente e con essa anche l’economia nazionale. Ora questo sviluppo si sta invertendo; i baby boomers stanno gradualmente abbandonando il mercato del lavoro e, a causa della bassa natalità, non c’è un ricambio generazionale adeguato. La carenza di manodopera sarà quindi sempre più pronunciata nei prossimi anni. Solo grazie all’immigrazione sarà possibile perlomeno non far diminuire la forza lavoro. Tuttavia, la sua crescita sarà inferiore a quella della popolazione inattiva, soprattutto quella in età pensionabile. Il rapporto tra le persone pensionate e la popolazione attiva sta aumentando a discapito di quest’ultima. Questo sta diventando sempre più un problema per un finanziamento dell’AVS basato sul principio di ripartizione. La politica è chiamata ad attuare le riforme necessarie per la gestione di queste sfide demografiche.

Posizione di economiesuisse

  • Gli sviluppi demografici pongono enormi sfide alla Svizzera e all’economia svizzera.
  • Le condizioni quadro economiche devono essere mantenute e migliorate in modo mirato affinché la produttività possa continuare a crescere.
  • Il potenziale di manodopera dev’essere sfruttato meglio a livello nazionale. I disincentivi al lavoro devono essere eliminati.
  • La Svizzera deve garantire una previdenza per la vecchiaia sostenibile. L’AVS, in particolare, sta affrontando grandi difficoltà a causa degli sviluppi demografici.
  • La libera circolazione delle persone con gli Stati dell’UE/AELS è parte della soluzione: aiuta ad attutire le conseguenze negative dello sviluppo demografico.
  • L’aumento degli effettivi dello Stato dev’essere frenato. La loro crescita sproporzionata degli ultimi anni aggrava la penuria di mano d’opera.
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Sviluppo demografico in Svizzera e nel mondo

La popolazione svizzera sta invecchiando

Come molti altri paesi, anche la Svizzera ha approfittato negli ultimi anni di un dividendo demografico: i baby boomers, la generazione nata dopo la seconda Guerra mondiale, hanno raggiunto gradualmente l’età lavorativa a partire dalla metà degli anni ’60. Questo ha contribuito a un significativo aumento della popolazione attiva. Quando più persone possono lavorare e molte lo fanno, l’economia nel complesso cresce.

Dal 1965 in poi il tasso di natalità annuale iniziò a diminuire in modo consistente (il cosiddetto “effetto pillola”). Nel 1970 la natalità scese a 2.1 bambini per donna, tenendo la popolazione a un livello stabile nel lungo periodo. Per poi però calare ancora dalla metà degli anni ’70 a 1.5 bambini per donna. Quindi, con un certo ritardo, dalla fine degli anni ‘80 diminuì anche il numero di giovani che entrarono nel mondo del lavoro. Dal momento che il numero di giovani era diminuito e quello dei baby boomers, grazie all’aumento della speranza di vita, era aumentato, la popolazione in media è invecchiata sempre più.

La fine del dividendo demografico

L’aumento della forza lavoro grazie ai baby boomers ha dato impulsi positivi sull’economia generale. Questo dividendo demografico si è però esaurito e tende in direzione opposta. Tanti baby boomers entrati a far parte del mercato del lavoro ora lo stanno abbandonando. Poiché è stato registrato a lungo un basso tasso di natalità, la forza lavoro composta dalle nuove generazioni non potrà mai compensare questa perdita. Questo sviluppo può essere osservato in Svizzera a partire dal 2020: senza considerare l’immigrazione, la popolazione attiva professionalmente è in costante diminuzione.

Le prospettive sono cupe. Il seguente grafico mostra come questo sviluppo negativo raggiungerà il suo punto massimo nel 2029: il numero di persone che raggiungerà l’età pensionabile supererà di 30'000 unità la forza lavoro giovane che entrerà nel mercato del lavoro. In generale, questo significa che entro il 2040 mancheranno circa 431'000 persone sul mercato del lavoro. Ciò equivale a circa l’8% dell’attuale popolazione attiva totale.

Figura 1: Differenza annuale nelle persone tra 65 e 20 anni.

Figura 1: Differenza annuale nelle persone tra 65 e 20 anni.

Lo sviluppo all’estero

La svizzera non è l’unica ad affrontare questa sfida. Al contrario, tutte le regioni del mondo, ad eccezione dell’Africa, si troveranno confrontate nei prossimi anni con una diminuzione della forza lavoro. Questo sviluppo non riguarda solo la Svizzera, ma anche tutta l’Europa (cfr. Figura 2) e si prevede il suo inizio tra qualche anno anche in Nord America. In Sud America e in Asia accadrà diversamente: la forza lavoro diminuirà solo verso la metà del secolo. In Asia lo sviluppo sarà diverso e in particolar modo nella popolosa Cina, dove la diminuzione del numero di persone in età lavorativa è già in corso. La Cina vivrà quindi uno sviluppo un po’ ritardato, simile a quello del Giappone. La portata è enorme: la popolazione attiva in Cina diminuirà dall’attuale miliardo a circa 580 milioni di persone entro il 2100. L’unica regione nella quale la popolazione attiva aumenterà sensibilmente sarà l’Africa dove attualmente il 40% della popolazione, cioè 540 milioni di persone, ha meno di 15 anni. Queste persone cercheranno lavoro prossimamente sia in Africa che in altre regioni del mondo.

Figura 2: Variazione della popolazione in età lavorativa al netto dell’immigrazione (UN DESA)

Figura 2: Variazione della popolazione in età lavorativa al netto dell’immigrazione (UN DESA)

Il ruolo dell’immigrazione

Oltre al tasso di natalità e all’aspettativa di vita, anche l’immigrazione netta è determinante per lo sviluppo demografico. Se le persone immigrate in età lavorativa sono più numerose di quelle emigrate, si può contrastare la diminuzione della forza lavoro. Nello scenario opposto, il problema si acuirebbe.

La Svizzera beneficia di un’immigrazione netta di persone in età lavorativa: la maggior parte di queste persone ha un’età compresa tra i 20 e i 39 anni e colma il vuoto nella forza lavoro (cfr. Figura 3). Le previsioni demografiche dell’UFS ipotizzano che, grazie all’immigrazione netta, la forza lavoro in Svizzera continuerebbe a crescere nei prossimi anni, mentre si ridurrebbe in assenza di immigrazione. Anche altri paesi attraenti per la forza lavoro estera, come per esempio gli USA, beneficeranno di questo effetto. Nei paesi invece colpiti da un forte deflusso della popolazione attiva, questo fenomeno peggiorerà.

Figura 3: immigrazione netta per fascia d’età (UFS)

Figura 3: immigrazione netta per fascia d’età (UFS)
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Gli effetti sul mercato del lavoro

La prospettiva globale

Le marché du travail s’apprête à se transformer en profondeur sous l’effet de l’évolution démographique. Premièrement, le nombre de personnes actives à disposition de l’économie diminue dans de nombreux pays. Dès lors, les processus à forte intensité de main-d’œuvre deviennent plus coûteux, ce qui oblige les entreprises à améliorer leur productivité. Le recours à la technologie et aux machines s’intensifie. La numérisation est donc nécessaire pour pouvoir continuer à produire suffisamment de biens et de services. Deuxièmement, les exigences quant au profil des collaborateurs seront toujours plus élevées pour de nombreuses activités et les entreprises perdront beaucoup de savoir-faire dans l’éventualité où un grand nombre de personnes partent à la retraite dans un bref laps de temps. Troisièmement, on peut se demander si l’Afrique est en mesure de concrétiser le dividende démographique. S’il était possible de mettre en place des structures politiques et économiques stables, les États pourraient se développer très rapidement. Sinon, la pression à l’émigration s’intensifiera encore, ce qui constituera un grand défi, en particulier pour l’Europe.

La situazione in Svizzera

Molti settori in Svizzera sono già sotto pressione a causa della mancanza di forza lavoro. Uno sguardo all’andamento delle offerte di lavoro mostra quanto negli ultimi anni sia diventato difficile reclutare personale adatto. Lo sviluppo demografico acuirà inoltre nei prossimi anni questa mancanza. Diventerà probabilmente sempre più difficile riempire quei buchi che finora venivano compensati dall’immigrazione netta, dal momento che gli stessi paesi di provenienza degli immigrati subiscono un simile sviluppo demografico. In queste circostanze, non sarà più possibile aumentare la forza lavoro con lo stesso ritmo degli ultimi 20 anni. Questo rallenta lo sviluppo economico.

Resta da dimostrare fino a che punto questo possa essere compensato dai progressi fatti nella produttività, perché già oggi le aziende lavorano con tecnologie che permettono loro una produzione efficiente e le possibilità di automazione sono limitate, soprattutto nel settore dei servizi.

Figura 4: posti vacanti

Figura 4: posti vacanti
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Previdenza per la vecchiaia

Secondo lo scenario di riferimento dell’Ufficio Federale di Statistica (UFS), nel 2050 la forza lavoro crescerà dell’8% rispetto a oggi. Si può dedurre che la Svizzera nei prossimi anni sarà un paese attrattivo per la manodopera estera, pronta a trasferirvisi per lavoro. Nel complesso, lo scenario ipotizza un aumento di 465'000 persone attive. Nello stesso lasso di tempo, il numero di persone con più di 65 anni aumenterà di 950'000 unità. Questo pone dei problemi specialmente per l’AVS che per finanziare il primo pilastro si basa su un principio di ripartizione. Ciò significa che la popolazione attiva continua a finanziare le rendite dei pensionati.

Attualmente si contano, per ogni persona con più di 65 anni, poco più di tre persone in età lavorativa. Questo rapporto aumenterà in modo massiccio nei prossimi anni a svantaggio delle persone attive. Lo scenario di riferimento prevede che in Svizzera nel 2050, per ogni persona con più di 65 anni, ci saranno poco più di due persone in età lavorativa (cfr. Figura 5).

Figura 5: rapporto tra persone in età lavorativa e persone pensionate (UFS)

Figura 5: rapporto tra persone in età lavorativa e persone pensionate (UFS)

Lo sviluppo demografico mette quindi in pericolo il sistema a ripartizione. Le misure prevalentemente finanziarie delle ultime riforme non hanno risolto il problema in modo sostenibile. L’invecchiamento della popolazione continua a progredire e romperà di nuovo gli equilibri nel finanziamento dell’AVS a partire dal 2029. Dal 2030 i deficit annuali aumenteranno vertiginosamente. Sulla base dello scenario di riferimento, l’UFAS prevede che il fabbisogno di finanziamento non coperto crescerà fino a oltre 10 miliardi di franchi all’anno entro il 2050.

Figura 6: Risultato della ripartizione dell’AVS in miliardi di CHF (UFS)

Figura 6: Risultato della ripartizione dell’AVS in miliardi di CHF (UFS)

Lo scenario di riferimento dell’UFS presenta un’evoluzione positiva nella continua immigrazione di persone attive. Cosa succederebbe se la Svizzera fosse meno attraente per la forza lavoro estera? Se le condizioni di lavoro migliorassero in patria o le prospettive economiche in Svizzera fossero meno positive? Prendiamo per ipotesi che l’immigrazione netta sia nulla e che la quantità di persone emigrate sia identica a quella delle immigrate, che impatto avrebbe questo scenario sulle casse dell’AVS? Il rapporto tra persone attive e pensionate aumenterebbe rapidamente e in modo importante. Le conseguenze sarebbero importanti: l’onere della spesa verrebbe distribuito tra un numero minore di persone aumentando di oltre 2'000 franchi all’anno per ogni persona attiva entro il 2050.

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Come affrontare queste immense sfide

Le osservazioni precedenti mostrano che lo sviluppo demografico minaccia il benessere svizzero. Dal momento che la popolazione attiva aumenta ma solo leggermente, la carenza di manodopera sarà più importante in futuro. Questo frena lo sviluppo economico. Poiché le persone non attive subiranno un aumento importante attraverso il pensionamento, l’onere fiscale sui redditi da lavoro aumenterà o gli attuali diritti pensionistici dovranno diminuire. Oppure entrambe le cose. Ospedali e case di cura saranno ulteriormente sollecitati da un grande numero di anziani, effetto che graverà ulteriormente sulla carenza di manodopera. Per affrontare queste sfide la classe politica svizzera ha a diposizione diverse possibilità.

Sfruttare meglio il potenziale indigeno

Con un aumento dell’età di pensionamento, la popolazione attiva aumenterebbe e allo stesso tempo l’onere di spesa dell’AVS verrebbe ridotto. Per questi motivi sarebbe la soluzione più efficace anche se politicamente controversa. Già la riduzione dei disincentivi che rendono poco attraente lavorare oltre l’età pensionabile ridurrebbe il problema. Un altro effetto positivo si avrebbe con un migliore sfruttamento del potenziale di manodopera. L’Unione svizzera degli imprenditori ha portato in merito più proposte, come ad esempio quelle per una migliore conciliazione famiglia lavoro e una migliore integrazione dei rifugiati. Queste proposte sono valide. Per poter aumentare le ore di lavoro è necessario eliminare i disincentivi al lavoro. In effetti, nel caso di un aumento del tasso di attività dei genitori con il conseguente ricorso a soluzione per la presa a carico dei figli da parte di terzi, può perfino essere che il reddito famigliare netto finisca per essere inferiore a causa della progressione dell’imposizione fiscale. Le condizioni quadro dovrebbero essere ideate secondo uno scenario nel quale lavorare di più sia conveniente.

Frenare la crescita degli effettivi dello Stato

Anche il datore di lavoro in cui queste ore di lavoro vengono svolte è importante. Negli ultimi anni, in particolare, lo Stato ha assunto personale su larga scala. Ha bisogno di forza lavoro per svolgere i propri compiti. Tuttavia, il fatto che l'andamento dell'occupazione in questo settore sia più forte rispetto a quello del settore privato rappresenta un problema, perché l'aumento del personale dello Stato degli ultimi anni aggrava ulteriormente la carenza di manodopera. È giunto il momento di porre un freno a questa crescita occupazionale. La politica deve smettere di assegnare sempre più compiti allo Stato e di coprire l'amministrazione con interventi parlamentari. Inoltre, è indispensabile che anche lo Stato pianifichi dei tagli.

Mantenere la libera circolazione delle persone

D'altra parte, la libera circolazione delle persone con gli Stati dell'UE/AELS deve essere mantenuta. Questo fa parte della soluzione. L'immigrazione netta aiuta ad attutire gli effetti negativi dell’evoluzione demografiche. Il fatto che la Svizzera sia un paese attraente per i lavoratori stranieri è una carta vincente che deve essere mantenuta a tutti i costi.

Continuare ad aumentare la produttività

Infine, nel dibattito politico si dimentica un fattore cruciale: lo sviluppo della produttività non è una legge naturale, ma il risultato degli sforzi delle imprese che hanno successo sul mercato con idee innovative e di qualità. Maggiore sarà lo sviluppo della produttività, minore sarà l’impatto dell'evoluzione demografica per la prosperità della Svizzera. Più aumenterà la produttività, maggiore sarà l'aumento dei salari, delle detrazioni salariali e del pagamento delle imposte. Tutto ciò attenua gli effetti negativi dello sviluppo demografico.

Ma dove può aumentare ulteriormente la produttività? I motori sono le imprese che producono prodotti e servizi scalabili e li vendono sul mercato mondiale. La produttività di una massaggiatrice o di un'infermiera non può essere aumentata a piacimento. Al contrario, il successo della Silicon Valley oggi si basa sul fatto che le aziende tecnologiche lanciano le loro idee in tutto il mondo in breve tempo: Il servizio è scalabile, costa sempre meno quanto più viene prodotto. Sono proprio queste le caratteristiche del successo dell'economia svizzera. Deve essere competitiva sui mercati internazionali. Una grande parte della produzione svizzera di macchinari, prodotti di tecnologia medica, servizi finanziari, orologi, medicinali, veicoli e così via, viene venduta all'estero. La piazza economica svizzera produce un maggior quantità di beni rispetto a quanto sarebbe necessario a coprire la necessità della popolazione indigena. Il risultato è un’economia di scala che si traduce in un aumento della produttività.

Dobbiamo quindi fare tutto ciò che è in nostro potere per garantire che le condizioni quadro per le imprese ad alto valore aggiunto siano mantenute e migliorate in modo mirato. La produttività continuerà ad aumentare in Svizzera, paese con salari elevati, e renderà sopportabili le conseguenze dell’evoluzione demografica solo se riusciremo a rimanere all'avanguardia nell'innovazione a livello mondiale.

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