
L’economia svizzera e la guerra in Ucraina, conseguenze economiche e umanitarie
A colpo d'occhio
La guerra in Ucraina è prima di tutto una tragedia umanitaria. Essa riguarda però direttamente e anche indirettamente l’economia svizzera. Come mostrano i sondaggi condotti da economiesuisse, dall'inizio della guerra, numerose aziende svizzere e i loro dipendenti hanno fornito un ampio aiuto umanitario sotto forma di donazioni, aiuti materiali e volontariato, sia nelle zone di guerra che lungo le rotte dei rifugiati e in Svizzera. Lo dimostrano i sondaggi condotti da economiesuisse tra i suoi membri.
L’essenziale in breve
La guerra di aggressione su larga scala lanciata dalla Russia contro l'Ucraina il 24 febbraio 2022 segna un punto di svolta in Europa e non solo. I drammatici sviluppi della guerra in Ucraina nelle ultime settimane stanno avendo conseguenze di vasta portata anche per la Svizzera, sia dal punto di vista umanitario che della sicurezza e dell'economia. L'economia svizzera condanna severamente la guerra di aggressione contro l'Ucraina. La palese violazione del diritto internazionale da parte della Russia è assolutamente inaccettabile.
Il presente dossierpolitica spiega l'impatto economico della guerra in Ucraina sull'economia svizzera sia tenendo in considerazione gli effetti diretti che quelli indiretti. Inoltre, il dossier mostra come il settore privato svizzero sia coinvolto in attività umanitarie legate alla guerra in Ucraina. economiesuisse ha recentemente condotto un sondaggio completo tra i suoi membri su entrambi gli aspetti.
Per economiesuisse è chiaro che il settore privato, in particolare, possa dare un contributo decisivo per attenuare le difficoltà immediate delle popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina. Di conseguenza, anche tutte le aziende in Svizzera sono chiamate a partecipare in base alle loro possibilità. Questo anche in considerazione del fatto che la necessità di sostegno è destinata ad aumentare con il protrarsi della guerra.
Posizione di economiesuisse
La tragedia della guerra in Ucraina mostra l’importanza fondamentale della pace.
- La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina è inaccettabile e viene condannata severamente. Le sanzioni adottate dalla Svizzera vengono sostenute dagli ambienti economici.
- Gli effetti diretti delle sanzioni contro Russia e Bielorussia sugli scambi commerciali bilaterali con la Svizzera sono minimi. Problematici sono invece gli effetti indiretti come, ad esempio, le strozzature delle catene di approvvigionamento, i problemi di natura logistica e gli aumenti dei prezzi.
- La popolazione dell’Ucraina deve essere aiutata. Le organizzazioni umanitarie, la Confederazione, i privati e anche le aziende stanno dando il loro contributo per sostenere la popolazione.
- L'impegno umanitario delle aziende svizzere dimostra come gli ambienti economici stiano aiutando concretamente la popolazione ucraina e questo dovrebbe motivare altre aziende ad impegnarsi per la causa.

La guerra in Ucraina tocca anche la Svizzera
La guerra di aggressione su larga scala lanciata dalla Russia contro l'Ucraina il 24 febbraio 2022 segna un punto di svolta in Europa e non solo. I drammatici sviluppi della guerra in Ucraina nelle ultime settimane stanno avendo conseguenze di vasta portata anche per la Svizzera, sia dal punto di vista umanitario che della sicurezza e dell'economia. Gli ambienti economici svizzeri condannano severamente la guerra di aggressione contro l'Ucraina. La palese violazione del diritto internazionale da parte della Russia è assolutamente inaccettabile.
Sulla base dell'articolo 1 Legge federale sull’applicazione di sanzioni internazionali, il 28 febbraio 2022 il Consiglio federale ha deciso di adottare integralmente le sanzioni dell'Unione europea (UE) contro la Russia (ad oggi cinque pacchetti di sanzioni). Ciò include anche misure contro la Bielorussia. Gli ambienti economici sostengono apertamente questa decisione. Non c'è dubbio che le aziende svizzere implementeranno pienamente i relativi dispositivi legali. Al contrario, le misure sanzionatorie adottate della Svizzera in maniera indipendente non sono una soluzione adeguata.
Sanzioni della Svizzera contro la Russia e la Bielorussia
Il Consiglio federale il 28 febbraio 2022 ha adottato 5 pacchetti di sanzioni decise dall’UE. Tuttavia, sono presenti alcune eccezioni come i divieti di trasporto dovuti alla posizione geografica della Svizzera (ad esempio, il trasporto marittimo). Le misure comprendono essenzialmente i seguenti aspetti (a partire dal 27 aprile 2022):
- Chiusura dello spazio aereo per tutti i voli provenienti dalla Russia
- Divieti di esportazione (beni a duplice impiego, beni aerospaziali, beni per il settore energetico, cherosene, prodotti chimici e beni di lusso)
- Divieti di importazione (armi, munizioni ed esplosivi, prodotti siderurgici, carbone e altri beni come cemento, legno, fertilizzanti e caviale)
- Divieto di ingresso per le persone, congelamento dei beni e divieto di fornire risorse economiche e/o assistenza tecnica a persone e aziende
- Diverse misure finanziarie: tra le quali il divieto di effettuare transazioni con la Banca centrale della Federazione Russa, il divieto di concedere prestiti e di accettare depositi e, in relazione alla compravendita di titoli, il divieto di fornire risorse finanziarie per la produzione di beni sanzionati, gli obblighi di rendicontazione delle attività bloccate e dei depositi esistenti. Divieti relativi a transazioni con determinate aziende statali. Esclusione delle principali banche russe dalla rete di comunicazione bancaria SWIFT
- Divieto di sostegno finanziario alle organizzazioni pubbliche russe (nell'ambito di un programma nazionale svizzero) e divieti relativi ai trust
La Svizzera è stata molto rapida nell'adottare le sanzioni dell'UE. Ulteriori sanzioni sono ipotizzabili con il protrarsi della guerra in Ucraina. A breve la Commissione europea dovrebbe presentare un sesto pacchetto di sanzioni, che comprende il divieto di importazione del petrolio russo. La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha istituito una hotline per le domande sulle sanzioni e fornisce informazioni continue online e una newsletter che fornisce informazioni su eventuali modifiche alle sanzioni.
La Svizzera sostiene le sanzioni contro la Russia imposte da importanti partner commerciali come l'UE e le attua rapidamente.

Dal canto suo, anche la Russia ha reagito con varie misure contro le aziende occidentali. Queste misure non fanno altro che aumentare considerevolmente i rischi e le incertezze per l'economia svizzera per quanto concerne gli affari e gli investimenti in Russia.
L’economia svizzera ha reagito in maniera rapida e chiara
Indipendentemente dalle sanzioni, le aziende svizzere hanno ridotto notevolmente o interrotto completamente le loro attività economiche in Russia e Bielorussia. In molti casi, la reazione degli ambienti economici va ben oltre quanto richiesto dalle sanzioni. Questo dimostra che le perdite finanziarie sono quindi di secondaria importanza per le aziende. Esse sono anche state costrette, per motivi di sicurezza, a ridurre o sospendere temporaneamente le loro attività in Ucraina. L'obiettivo principale è la sicurezza dei dipendenti, il sostegno della popolazione locale e un chiaro segnale contro la guerra di aggressione russa. Molte aziende sono state coinvolte nel settore umanitario fin dall'inizio: aiutano i loro dipendenti, i rifugiati e la popolazione nelle zone di guerra.

Conseguenze economiche
Prima della guerra, la Svizzera intratteneva relazioni economiche bilaterali di lunga data con Russia e Ucraina. Tuttavia, l'annessione della Crimea nel 2014, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022 e le relative misure adottate dalle autorità svizzere e le sanzioni internazionali hanno gravemente compromesso le relazioni economiche della Svizzera con i due paesi. Lo dimostrano i dati della SECO, dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) e della Banca nazionale svizzera.
Le relazioni commerciali con la Russia sono per l’industria esportatrice di importanza limitata
Prima della guerra, la Russia era l’undicesima economia a livello mondiale. Circa due terzi delle sue esportazioni consistono in petrolio, prodotti petroliferi e gas naturale. L'ampia quota di materie prime nelle esportazioni rende l'economia russa fortemente dipendente dalle fluttuazioni dei prezzi sui mercati delle materie prime. Il paese ha un'importanza piuttosto limitata per l'industria svizzera delle esportazioni. Il volume totale degli scambi bilaterali con la Russia è di 4,7 miliardi di franchi svizzeri (esportazioni e importazioni, Totale 2, 2021). Di questo volume totale, le esportazioni di beni svizzeri verso la Russia ammontano a 3,4 miliardi di franchi e le importazioni a 1,3 miliardi di franchi (2021). La Russia si colloca quindi al 23° posto tra i principali partner commerciali della Svizzera in termini di merci per il 2021. In Russia vengono esportati soprattutto prodotti chimico-farmaceutici, strumenti/orologi di precisione e macchinari. La Svizzera, a sua volta, importa principalmente metalli preziosi dalla Russia.
Rispetto al commercio bilaterale di beni, il volume dei servizi è significativamente inferiore. Nel 2020 le esportazioni di servizi svizzeri verso la Russia ammontavano a 2,3 miliardi di franchi e le loro importazioni dalla Russia a 0,9 miliardi di franchi. Le esportazioni svizzere di servizi verso la Russia nel 2020 hanno riguardato principalmente i servizi di trasporto, le licenze e i servizi finanziari. Anche per quanto riguarda le importazioni, i servizi di trasporto rappresentano la quota maggiore. Alla fine del 2020, gli investimenti diretti svizzeri in Russia ammontavano a 27,8 miliardi di franchi. Nello stesso anno, le aziende svizzere hanno assunto più di 39'000 persone in loco.
Già nel 2014, il Governo ha adottato misure per impedire l'elusione delle sanzioni internazionali in seguito all'annessione della Crimea. Inoltre, sono stati sospesi i negoziati per un possibile accordo di libero scambio tra gli Stati dell'Associazione europea di libero scambio AELS (Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein) e l'allora unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan.
La guerra arresta la tendenza positiva delle relazioni economiche con l'Ucraina
Dalla rivoluzione di Maidan del 2014, l'Ucraina si è sempre più avvicinata all'UE dal punto di vista politico ed economico. Questo riorientamento dell'economia ucraina ha conseguenze anche sulle relazioni economiche bilaterali con la Svizzera, che finora sono state relativamente contenute anche se negli ultimi anni si sono sviluppate in modo positivo. Nel 2020, l'Ucraina si è classificata al 64° posto tra i partner commerciali della Svizzera, ma nel 2021 ha raggiunto nuovi massimi con un volume di scambi di 831 milioni di franchi svizzeri e un aumento del 12,9% rispetto all'anno precedente. I prodotti chimico-farmaceutici, i metalli preziosi e gli strumenti/orologi di precisione sono i principali prodotti esportati dalla Svizzera in Ucraina. L'Ucraina esporta in Svizzera prodotti tessili, agricoli e forestali e strumenti/orologi di precisione.
A differenza della Russia, il commercio di servizi dall'Ucraina alla Svizzera è molto più importante rispetto al commercio di beni. Secondo gli ultimi dati disponibili, la Svizzera è il terzo importatore di servizi ucraini e il quarto investitore più importante in Ucraina (2,7 miliardi di dollari, Fondo Monetario Internazionale). Il nostro paese era già presente sul territorio, anche prima della guerra, con vari e numerosi progetti di cooperazione allo sviluppo economico della SECO. Alcuni di questi progetti vengono portati avanti, anche se adattati alla situazione attuale.
La guerra ha compromesso pesantemente le relazioni economiche bilaterali tra Svizzera e Ucraina. A causa della situazione attuale, le aziende hanno dovuto limitare o interrompere completamente la produzione locale. In alcuni casi, le importazioni e le esportazioni non sono più possibili a causa della guerra e dei problemi logistici. Gli impatti specifici variano da azienda ad azienda. Le conseguenze a lungo termine non possono ancora essere quantificate con precisione. Tuttavia, è chiaro che la guerra e la distruzione delle infrastrutture continueranno a influenzare lo sviluppo economico del paese per gli anni a venire.
Le sanzioni colpiscono anche le relazioni commerciali della Svizzera con la Bielorussia
In considerazione dell’inasprimento delle sanzioni della Svizzera anche contro la Bielorussia, le relazioni economiche tra i due paesi risentono della situazione attuale, seppure in misura molto minore. I legami economici tra Svizzera e Bielorussia non sono sostanzialmente stretti. Secondo le statistiche dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), nel 2021 il commercio bilaterale di beni ammontava a 158 milioni di franchi svizzeri (totale 2). Di questi, le esportazioni svizzere hanno rappresentato poco meno di 109 milioni di franchi e le esportazioni bielorusse in Svizzera quasi 50 milioni di franchi. Già nel 2020, le condizioni quadro a livello economico si sono deteriorate a causa dei disordini e dell'instabilità della situazione politica a seguito delle elezioni presidenziali. Questa tendenza è destinata a continuare nelle attuali circostanze.
Dallo scoppio della guerra, i rapporti commerciali bilaterali tra la Svizzera e i tre paesi sono crollati in modo massiccio.

Effetti indiretti della guerra in Ucraina potenzialmente pesanti per l'economia svizzera
L'impatto diretto delle sanzioni sulle relazioni commerciali bilaterali è piuttosto ridotto per l'industria svizzera delle esportazioni e per la piazza finanziaria.
Indirettamente, tuttavia, la guerra pone sfide importanti sia per l'economia svizzera che per quella globale. La guerra esaspera le strozzature nelle catene di approvvigionamento già esistenti, rendendo più difficile e costoso l'approvvigionamento e la produzione di alcuni prodotti come chip, automobili o materiali da costruzione. Sia la Russia che l'Ucraina sono importanti esportatori di energia e di prodotti alimentari e le loro industrie producono importanti fattori di produzione per l'industria. Ad esempio, gran parte della produzione mondiale di nichel e palladio proviene dalla Russia. L'Ucraina è il maggior produttore mondiale di neon. Allo stesso modo, nei due paesi si producono metalli importanti per l'industria come ferro, acciaio, alluminio, rame, platino o titanio. A causa della volatilità dei prezzi di queste materie prime, molte aziende attive nel settore industriale si trovano ad affrontare una grande incertezza nella pianificazione. Diversi paesi hanno anche ridotto le importazioni di petrolio e gas naturale russo o stanno discutendo di tali misure. Anche l'approvvigionamento energetico rappresenta una sfida per la Svizzera in relazione alla guerra in Ucraina.
Ad eccezione delle banche, gli effetti indiretti della guerra hanno un maggior peso per tutti i settori rispetto alle conseguenze dirette delle sanzioni.

Secondo un sondaggio condotto da economiesuisse all'inizio di marzo di quest'anno, un'azienda svizzera su due è colpita dall'impatto economico della guerra. Oltre alle difficoltà legate alla guerra nell'ottenere le materie prime, le aziende sono anche toccate dalle sanzioni occidentali, come ad esempio per quanto concerne le restrizioni alle operazioni di pagamento con le banche russe o i divieti di esportazione e le distorsioni sui mercati energetici.

Impegno umanitario da parte delle aziende svizzere
La tragedia della guerra in Ucraina dimostra l'importanza centrale della pace. Ma sottolinea anche l'urgenza e l'importanza degli aiuti umanitari nelle aree colpite e lungo le rotte dei rifugiati. Purtroppo, è prevedibile che questo sostegno sarà necessario anche nel medio e lungo termine.
Un primo sondaggio qualitativo svolto nel marzo 2022 da economiesuisse presso i suoi membri rivela che oltre alla Confederazione, alle organizzazioni umanitarie e ai privati, anche le aziende svizzere sono direttamente impegnate nell’aiuto all’Ucraina. In particolare, 28 aziende di tutti i settori hanno confermato di portare il loro impegno umanitario nel contesto della guerra in Ucraina. La stragrande maggioranza delle aziende che ha risposto – PMI e multinazionali - ha una filiale in Ucraina o negli Stati limitrofi.
La disponibilità ad aiutare è immensa, non solo tra le aziende ma anche tra i loro dipendenti. Da un lato, in Svizzera viene fornito un sostegno ai rifugiati arrivati dalle zone di guerra. Secondo i dati della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) del 10 maggio 2022, in Svizzera erano registrate 47'980 persone. In molti casi, l'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro sta andando bene. D'altra parte, le aziende stanno anche fornendo un sostegno diretto ai dipendenti e alla popolazione in Ucraina e nelle zone di confine circostanti.
Le aziende svizzere aiutano attraverso mezzi finanziari e materiali
Le aziende, i dipendenti e i clienti portano il loro aiuto con sostanziose donazioni che vengono o direttamente devolute alle persone colpite in loco oppure attraverso organizzazioni umanitarie, fondazioni o aiuti ai rifugiati. Non è raro che le aziende partecipino a campagne di raccolta fondi lanciate dagli stessi dipendenti. Un modello che ricorre spesso è il cosiddetto "matching fund": le donazioni fatte dai dipendenti, dai clienti o dalla popolazione vengono raddoppiate o triplicate dalle aziende partecipanti. Spesso ciò avviene attraverso le fondazioni delle società. Nella maggior parte dei casi si tratta di importi milionari. Sulla base del breve sondaggio condotto da economiesuisse, non è possibile conoscere il volume preciso delle donazioni da parte dell'intera economia svizzera. Tuttavia, le sole aziende intervistate hanno donato finora oltre 27 milioni di franchi. In media, le donazioni ammontano a oltre un milione di franchi per ogni azienda che ha partecipato all'indagine.
Oltre al loro impegno finanziario, le aziende stanno consegnando continuamente grandi quantità di materiale di soccorso alle aree colpite. Il 44% delle aziende intervistate contribuisce anche con donazioni materiali. Il valore di queste donazioni supera di molte volte le donazioni finanziarie. Le donazioni materiali comprendono diversi milioni di confezioni di farmaci e set diagnostici, centinaia di tonnellate di generi alimentari, vestiti, coperte, torce e altro ancora. I beni vengono distribuiti in parte dai nostri dipendenti nelle rispettive filiali o attraverso le organizzazioni umanitarie e la popolazione locale.
Sostenere il volontariato per l'impegno umanitario
Diverse aziende incoraggiano i propri dipendenti a fare volontariato. Ciò include, ad esempio, l'accoglienza dei rifugiati a casa durante l'orario di lavoro o giorni di ferie supplementari da dedicare all’aiuto umanitario. Nell'ambito dell'assistenza ai rifugiati, diverse aziende hanno messo a disposizione edifici aziendali inutilizzati e appartamenti per gli ospiti come spazi abitativi. Inoltre, esistono enti creati espressamente o in fase di progettazione per aiutare le persone rifugiate nella ricerca di un'occupazione, di una formazione e di un'assistenza extrafamiliare per i figli. Ci sono state anche segnalazioni di azioni spontanee da parte di singoli dipendenti, come il trasporto di rifugiati tramite veicoli aziendali dalle regioni di confine a luoghi sicuri nei paesi vicini.
Aiuto ai dipendenti in loco
Per motivi di sicurezza, è stato necessario chiudere temporaneamente le filiali e gli impianti di produzione di numerose aziende in Ucraina. Nonostante ciò, le aziende intervistate si stanno impegnando per aiutare i dipendenti e le loro famiglie intenzionati a lasciare il paese. Allo stesso tempo, le aziende sono in costante contatto con i dipendenti che devono o vogliono rimanere in loco. I pagamenti dei salari vengono mantenuti e le aziende forniscono supporto materiale e finanziario.
Per i dipendenti che sono fuggiti nei paesi limitrofi o in Svizzera, diverse aziende forniscono alloggi e sostegno per continuare a lavorare nel paese vicino. Vengono aiutati anche i dipendenti ucraini che vivevano già fuori dall'Ucraina prima dello scoppio della guerra. Ricevono donazioni materiali e risorse finanziarie dai colleghi e dai supervisori quando accolgono familiari e amici fuggiti. In Svizzera, così come nelle zone di confine e sul posto, sono stati istituiti servizi sotto forma di centri di supporto e linee telefoniche dirette per fornire sostegno psicologico alle persone colpite.
Alcuni esempi dell’aiuto diretto da parte dell’economia svizzera
Medicamenti: Roche e Novartis
Come aiuto immediato, Novartis ha sostenuto le tre organizzazioni umanitarie "Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa", "Save the Children" e "International Rescue Committee" con una donazione iniziale di 3 milioni di dollari. Inoltre, finora sono state donate più di un milione di confezioni di antibiotici, antidolorifici, farmaci cardiovascolari e oncologici, per un valore di 25 milioni di dollari, per l'assistenza medica alle persone in Ucraina e nelle zone di confine.
Roche ha già donato 150'000 confezioni di un antibiotico e 4'600 confezioni di farmaci speciali, compresi quelli per il trattamento dell'influenza e di vari tipi di medicamenti contro il cancro. Roche ha inoltre donato reagenti e materiali di consumo per l'analisi automatizzata delle donazioni di sangue e per la gestione del diabete. Inoltre, i dipendenti Roche dei paesi affiliati sostengono l'Ucraina e i rifugiati ucraini con offerte di aiuto specifiche.
Generi alimentati: Nestlé
Nestlé è attivamente impegnata nell’aiutare la popolazione dell'Ucraina. Ogni settimana, l'azienda dona generi alimentari di prima necessità come acqua, alimenti per bambini, zuppe o pasta per un valore di oltre un milione di CHF. Finora sono state fornite più di 50 milioni di porzioni. Allo stesso tempo, Nestlé sta cercando di mantenere il più possibile le operazioni locali. Secondo Nestlé, attualmente è possibile fornire il 60% del volume prebellico.
I dipendenti Nestlé di tutto il mondo sono uniti, dimostrando solidarietà e facendo donazioni al “Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa”. L'importo totale donato all'Ucraina sarà raddoppiato da Nestlé. In alcuni paesi, i dipendenti di Nestlé ospitano persone fuggite dall'Ucraina. Inoltre, molti dipendenti stanno partecipando alle iniziative di aiuto presenti nei diversi paesi. Ad esempio, con l'aiuto del personale della difesa e dei volontari, i dipendenti locali sono riusciti a portare oltre 140 tonnellate di prodotti istantanei a coloro che cercano protezione a Charkiw. Ogni giorno Nestlé consegna 100 bancali di cibo, di cui c'è grande necessità, a chi ne ha bisogno sul posto.
Aiuto ai collaboratori in loco: Dätwyler
Dätwyler Holding Inc. impiega circa 100 persone nel suo stabilimento di produzione in Ucraina. Dopo l’inizio della guerra, le operazioni sono state sospese. L'azienda è in contatto quotidiano con i responsabili in loco e finora è riuscita a garantire il pagamento degli stipendi. Il sostegno finanziario è stato fornito al personale locale attraverso il pagamento di tre mesi di stipendio a marzo.
Alcuni collaboratori, sia in età di pensionamento che ancora in attività, hanno fondato l'associazione help4Ukraine. L'associazione sostiene, grazie ai mezzi finanziari dell’azienda, i dipendenti di Malyn e le loro famiglie. All'inizio di aprile, l'associazione ha organizzato una settimana di raccolta fondi in tutte le sedi Dätwyler del mondo, riuscendo a raccogliere CHF 54'322. Dätwyler raddoppierà l'importo donato dai dipendenti portandolo a 110'000 franchi svizzeri.
Aiuti di emergenza e sostegno alla ricostruzione: Weidmann
Anche l'azienda industriale svizzera Weidmann, attiva nell’ambito dell’ingegneria elettrica e della tecnologia medica, ha uno stabilimento in Ucraina, dove lavorano circa 600 persone. Allo scoppio della guerra, la produzione è stata interrotta ma i salari continuano ad essere pagati. Inizialmente, l'azienda ha sostenuto i propri dipendenti che hanno lasciato l’Ucraina per raggiungere i propri familiari nei paesi vicini. Per alcuni di loro, è stato anche possibile trovare lavoro presso le filiali dei paesi vicini. Nel frattempo, la produzione è parzialmente ripresa e la maggior parte dei dipendenti è rientrata.
L'azienda sostiene anche la comunità locale. A questo scopo è stata fondata un'associazione, la cui attenzione ora, dopo gli aiuti di emergenza, si concentra sul sostegno alla ricostruzione dopo la fine della guerra.
Rifugiati in Svizzera e in Europa: Zurigo e Z Zurich Foundation
Z Zurich Foundation ha lanciato una campagna a livello globale di raccolta fondi per sostenere le vittime della crisi. Ha raccolto 2 milioni di franchi svizzeri (compreso il contributo della Z Zurich Foundation) per l'"International Rescue Committee", il "Comitato internazionale della Croce Rossa" e "Save the Children". Inoltre, sono state effettuate più di 20 donazioni a organizzazioni locali e internazionali. Oltre a ciò, Z Zurich Foundation raccoglie fondi per programmi di sostegno psicologico destinati ai giovani rifugiati.
Nella città di Zurigo, presso lo Zurich Development Center sono stati messi a disposizione locali e infrastrutture per corsi di integrazione e di lingua per i rifugiati ucraini. La città di Zurigo aiuta i rifugiati a inserirsi nel mercato del lavoro svizzero e collabora con le autorità locali per l'integrazione lavorativa con l'obiettivo di impiegare i rifugiati ucraini. A Barcellona, Bratislava e Cracovia, Zurich sta cercando di coprire le posizioni IT vacanti con personale ucraino.
In tutta Europa, i dipendenti utilizzano giornate di volontariato retribuite per sostenere progetti umanitari. Zurich ha aumentato il numero di giornate di volontariato in molti paesi europei. Per i dipendenti e le loro famiglie che ospitano rifugiati ucraini, Z Zurich Foundation ha istituito un programma di buoni per finanziare l’acquisto di cibo, vestiti e altri beni di prima necessità per le persone accolte.
Molte altre aziende svizzere stanno assumendo impegni umanitari in relazione alla guerra in Ucraina. Ad esempio, numerose aziende hanno risposto all'appello della Catena della Solidarietà, come si può vedere sul suo sito web.
Anche se è difficile prevedere gli ulteriori sviluppi della guerra in Ucraina, sembra chiaro che anche le esigenze e le sfide della popolazione colpita cambieranno - e addirittura aumenteranno - con il protrarsi della guerra. Sarà quindi necessario un lavoro a lungo termine anche per il sostegno umanitario.
I principi umanitari si applicano anche alla popolazione civile dell’aggressore
Il diritto internazionale umanitario protegge anche la popolazione civile dell’aggressore, in questo caso la popolazione russa. Si pone quindi la questione di come le sanzioni contro l'economia russa debbano essere concepite pur rispettando questo principio. Attorno a questa delicata questione si è in presenza di un dilemma.
Da un lato, è chiaro che i medicamenti vitali o le forniture alimentari di base devono essere considerati beni umanitari. Le consegne di beni umanitari non dovrebbero quindi essere completamente interrotte. La sfida, tuttavia, è che questi non devono cadere nelle mani del Governo. In questo caso, infatti, il Governo potrebbe anche consegnare i beni umanitari alle truppe in guerra. Per questo motivo, durante la consegna vengono creati canali di distribuzione speciali per garantire che siano disponibili solo alla popolazione civile.

Conclusione: La tragedia della guerra in Ucraina rende prioritari gli aiuti umanitari
L'impatto diretto delle sanzioni sulle relazioni commerciali bilaterali con Russia e Bielorussia nel contesto della guerra in Ucraina è limitato. Tuttavia, è probabile che le singole aziende con una forte presenza in questi mercati ne risentano in modo significativo. Tuttavia, gli effetti indiretti della guerra in Ucraina sono considerati potenzialmente più gravi per l'economia nel suo complesso. Tra questi, i problemi logistici, le strozzature nelle catene di approvvigionamento (ad esempio, materiali industriali, materie prime, fonti alimentari ed energetiche) e l'aumento dei prezzi.
Gli effetti economici, tuttavia, passano in secondo piano di fronte alla catastrofe umanitaria nelle aree contese. Molte aziende svizzere hanno quindi risposto alla guerra in Ucraina con un importante impegno umanitario. Questo avviene in loco, in Svizzera e lungo le rotte dei rifugiati verso l'Europa occidentale. In particolare, il sostegno comprende contributi materiali come medicinali, generi alimentari, vestiti o spazi abitativi per i rifugiati. Vengono inoltre effettuate cospicue donazioni alle organizzazioni e alle fondazioni umanitarie. Diverse aziende permettono ai loro dipendenti di svolgere delle attività di volontariato anche durante l'orario di lavoro.
La breve indagine di economiesuisse sull'impegno umanitario delle aziende svizzere in relazione alla guerra in Ucraina dimostra che il settore privato, in particolare, può dare un contributo prezioso per alleviare le difficoltà immediate delle persone colpite sul posto e in fuga. Molte aziende si impegnano in modo proattivo per alleviare le sofferenze e assumono la loro responsabilità sociale al di là dei puri interessi commerciali. I risultati dell'indagine dovrebbero motivare anche altre aziende ad impegnarsi a livello umanitario. Questo anche in considerazione del fatto che il bisogno di sostegno è destinato ad aumentare con il protrarsi della guerra.
Le sanzioni sono in linea con la neutralità
La Costituzione sottolinea l'importanza della neutralità per la sicurezza esterna. La neutralità è riconosciuta anche a livello internazionale dal 1815 (Congresso di Vienna). Nell’opinione pubblica, le sanzioni adottate dalla Svizzera contro la Russia sono in parte viste come una rinuncia alla neutralità elvetica.
Attualmente la Svizzera ha in vigore sanzioni contro un totale di 22 paesi e due sanzioni contro persone e organizzazioni. Anche altri Stati neutrali hanno adottato sanzioni contro la Russia e la Bielorussia (ad esempio Austria, Svezia, Finlandia). Di conseguenza, la neutralità non è definita dalla questione delle sanzioni. L’offerta di "buoni uffici" non è limitata nemmeno dalle sanzioni. Ad esempio, la Svizzera è attualmente una “potenza protettrice” della Russia in Georgia, della Georgia in Russia o degli Stati Uniti in Iran.
Si tratta piuttosto della mancata reazione della Svizzera di fronte alla drammatica situazione ucraina, che sarebbe stata incompatibile con la neutralità e la tradizione umanitaria della Svizzera. Tale comportamento avrebbe sostenuto indirettamente la guerra di aggressione russa e sarebbe stata incomprensibile alla luce delle palesi violazioni del diritto internazionale da parte della Russia. Tuttavia, è proprio da questo che dipende la neutralità della Svizzera, ovvero dal rispetto delle disposizioni internazionali da parte della comunità degli Stati.

Una soluzione rapida e duratura alla guerra in Ucraina è importante sia a livello umanitario che economico
Nonostante la grande importanza del sostegno umanitario, tuttavia, è essenziale creare rapidamente prospettive future sostenibili per le aziende e i dipendenti in Ucraina. A lungo termine, gli investimenti diretti esteri in Ucraina sono anche un importante prerequisito per rafforzare la ricostruzione locale e l'integrazione economica nelle reti globali di produzione, logistica e sviluppo dopo il drammatico crollo delle prestazioni economiche a seguito dell'invasione russa. Ciò favorirebbe anche una rapida ripresa economica delle regioni colpite. Si spera che anche le relazioni economiche bilaterali della Svizzera con l'Ucraina possano continuare il trend positivo avuto fino all'inizio della guerra.
Alla luce degli sconvolgimenti economici, delle grandi incertezze in materia di politica estera e della drammatica situazione umanitaria in Ucraina, la politica è chiamata a fare tutto il possibile per porre rapidamente fine alla guerra.
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