# 7 / 2022
10.11.2022

Le finanze federali nel 2023: le cifre rosse impongono priorità

Concetto di adeguamento per il budget federale

Considerata la situazione difficile in materia di politica finanziaria, il Consiglio federale ha deciso di elaborare un concetto di risanamento entro febbraio 2023. Quest’ultimo deve contenere delle misure che permettano di stabilire un preventivo 2024 conforme al freno all’indebitamento e di rimettere il piano finanziario sui binari per gli anni futuri. Un rapporto complementare di ottobre 2022 sul budget attuale indica la direzione da prendere e traccia le possibili opzioni.

Le possibilità di stabilizzazione dei conti sono chiare. In primo luogo, il Consiglio federale e il Parlamento possono rinunciare a nuovi compiti o allo sviluppo di quelli esistenti. Questo permette di ridurre le spese. Allo stesso scopo è possibile, in secondo luogo, apportare delle correzioni ai compiti esistenti. Terzo, si può tentare di generare entrate supplementari. Un’altra opzione, quella dell’indebitamento, non è possibile. Il freno all’indebitamento lo vieta.

Nel rapporto complementare, il Consiglio federale si pronuncia in linea di principio a favore di un’azione sulle spese. Da una parte, le nuove spese devono, secondo il Consiglio federale, essere sistematicamente finanziate. Ciò deve avvenire riducendo le spese altrove. D'altra parte, poiché anche in questo caso si verificheranno disavanzi negli anni a partire dal 2024 a causa delle recenti decisioni di spesa del Parlamento, quest'ultimo dovrebbe ritornare su queste decisioni o ripartire dalla spesa esistente.

Per quanto concerne i risparmi nelle spese esistenti, il Consiglio federale ricorda che delle riduzioni a breve termine sono possibili solo nelle spese poco vincolate dalla legge. Le riduzioni avverrebbero dunque unilateralmente a scapito della formazione e della ricerca, dell’esercito, dell’agricoltura o della cooperazione internazionale. Queste spese debolmente vincolate rappresentano un terzo del budget federale. Per questo terzo, bisognerebbe risparmiare fino al 10% delle risorse a partire dal 2025 (3 miliardi di franchi). Due terzi delle spese sono fortemente vincolate da leggi o da altri obblighi e non possono essere influenzate a breve termine. In questo caso, sono necessarie riforme a più lungo termine.

Il Consiglio federale si esprime con prudenza sulla possibilità di entrate supplementari. Degli aumenti dell’IVA o dell’imposta federale diretta richiedono modifiche costituzionali e dunque una votazione popolare. Esse non entrano dunque in linea di conto come soluzioni a breve o medio termine. Le sole misure auspicabili secondo il Consiglio federale sono il prelievo dell’imposta di circolazione sui veicoli elettrici e il rinvio di un anno dell’entrata in vigore dell’abolizione dei dazi doganali industriali decisa dal Parlamento nel 2021 (2025 invece del 2024). Quest’ultima misura avrà però effetto solo nel 2024 e non comporterà dunque dei miglioramenti strutturali nel piano finanziario.

Se il piano correttivo comprende delle modifiche legislative, il Consiglio federale intende adottare i corrispondenti progetti entro la primavera 2023.