

A colpo d'occhio
- Anche con l’accordo sui dazi, le sfide per le imprese svizzere restano numerose.
- Regolamentazione e burocrazia continuano a gravare su oltre la metà delle imprese, mentre mancano stimoli positivi alla crescita provenienti dall’estero.
- Tre quarti delle imprese interessate avvertono indirettamente gli effetti dei dazi statunitensi a causa di una domanda più debole. Il successo nei mercati esteri rimane un fattore determinante per gran parte dell’economia svizzera.
Dall’ultima indagine congiunturale di economiesuisse, risalente a maggio 2025, sono successe molte cose: a partire da agosto, gli Stati Uniti hanno imposto dazi estremamente elevati del 39% sulle esportazioni svizzere. A novembre è stato poi raggiunto un accordo che ha ridotto i dazi al livello dei nostri concorrenti europei. L’incertezza resta comunque elevata, la situazione geopolitica mondiale rimane instabile e lo sviluppo economico in molte aree procede a rilento.
I problemi rimangono, gli stimoli positivi mancano
Le imprese continuano a mostrare resilienza in un contesto difficile, ma le persistenti sfide si fanno sentire sempre di più. È quanto emerge anche dall’analisi dei problemi attuali: nella maggior parte dei settori la situazione non è peggiorata, ma nemmeno migliorata. Sul mercato del lavoro la situazione si è ulteriormente raffreddata: un maggior numero di imprese segnala un organico eccessivo, mentre sono in calo le segnalazioni di carenza di personale. I problemi di liquidità aumentano leggermente e dall’estero continuano a giungere pochi stimoli positivi per la crescita. A livello nazionale, il Consiglio federale ha recentemente annunciato le prime misure per ridurre la burocrazia. Queste e altre iniziative devono ora essere effettivamente attuate affinché le imprese possano percepire un reale sollievo. Oltre la metà delle imprese considera ancora la regolamentazione e la burocrazia come il problema principale in Svizzera.
L‘accordo sui dazi con gli Stati Uniti è una buona notizia per tutte le imprese
Durante lo svolgimento dell’indagine congiunturale, il Consiglio federale ha annunciato un’intesa con gli Stati Uniti. Le esportazioni svizzere saranno ora gravate da un dazio del 15%. I dazi limitano il commercio internazionale, con effetti immediati per un’economia aperta come quella svizzera e ciò vale anche con dazi ridotti. Ma l’accordo porterà un certo sollievo. Da un lato, riguarda le imprese per le quali almeno il 20% delle esportazioni è destinato al mercato statunitense. Secondo l’indagine due terzi di esse subiscono un impatto fortemente o molto fortemente negativo a causa dei dazi statunitensi sulle esportazioni svizzere. Dall’altro, la riduzione dei dazi rappresenta una buona notizia anche per molte altre imprese, meno orientate all’esportazione o che operano principalmente sul mercato interno. Molte imprese svizzere producono componenti che vengono poi utilizzati in prodotti esportati a livello mondiale. Se le vendite internazionali rallentano, ne risentono anche i fornitori. L’indagine mostra che la politica dei dazi statunitense ha un effetto diretto su un quarto delle imprese toccate. La maggioranza, cioè tre quarti delle imprese interessate dai dazi, ne è colpita indirettamente attraverso una domanda più debole di semilavorati da parte delle imprese direttamente colpite. Il successo delle imprese svizzere nella competizione internazionale non è quindi rilevante solo per l’industria d’esportazione, ma influenza ampi settori dell’economia nazionale.
L’indagine congiunturale è stata condotta da economiesuisse dal 5 al 26 novembre. Hanno partecipato 449 organizzazioni. L’indagine copre tutte le regioni della Svizzera. 33 associazioni di categoria hanno compilato il sondaggio in forma consolidata per il proprio settore. L’analisi mostra la situazione attuale dell’economia svizzera. Le risposte non sono state ponderate e i risultati non hanno alcuna pretesa di rappresentatività.
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