Congiuntura e crescita
Industria svizzera d’esportazione sotto pressione – crescita economica in continuo rallentamento
03.12.2025
A colpo d'occhio
- La forte incertezza sui mercati mondiali e le misure protezionistiche adottate da molti Paesi stanno gravando sull’industria svizzera d’esportazione.
- economiesuisse prevede che il prodotto interno lordo reale della Svizzera dopo l’1,2% di quest’anno registrerà anche nel 2026 una crescita moderata dell’1,0%, rimanendo così al di sotto del suo potenziale.
- La carenza di manodopera si attenua e il tasso di disoccupazione passerà da una media del 2,8% (nel 2025) al 3,0% (nel 2026).
Nonostante le incertezze politiche, l’economia mondiale continua a crescere apparentemente imperturbabile di circa il 3% all’anno e dovrebbe proseguire così anche nel 2026. Le misure fiscali forniscono un impulso, ma aumentano l’indebitamento dei Paesi e riducono il margine di manovra per le spese future. La crescita nei nostri Paesi limitrofi rimane comunque debole. Perlomeno, la Germania tornerà a registrare una lieve crescita dopo due anni. Nell’insieme dell’UE, tuttavia, la crescita è nettamente superiore. I Paesi periferici dell’Unione e quelli al di fuori dell’Eurozona mostrano una dinamica economica più forte rispetto ai nostri vicini. Gli Stati Uniti crescono in modo robusto malgrado importazioni più costose e un leggero aumento dei prezzi. La Cina, al contrario, dipende ancora dalle esportazioni, mentre la domanda interna resta debole. Anche nelle due maggiori economie mondiali lo Stato stimola fortemente l’economia.
L’incertezza pesa sull’economia
Nell’economia mondiale, l’incertezza è diventata la nuova normalità. Dalla pandemia in poi, l’economia svizzera si trova ad affrontare crisi come la guerra in Ucraina o la politica doganale degli Stati Uniti. Le imprese adeguano quindi le loro strategie di approvvigionamento e le loro decisioni d’investimento, riducono i costi e riesaminano la propria strategia d’innovazione. Tuttavia, questi adattamenti comportano spesso costi più elevati. Un elemento positivo è rappresentato dall’accordo raggiunto nel conflitto doganale con gli Stati Uniti, che dovrebbe perlomeno eliminare lo svantaggio competitivo della Svizzera rispetto ai Paesi europei.
Settore dell’export sotto pressione – Economia interna stabile
Il clima sui mercati internazionali rimane teso. L’industria tecnologica svizzera, l’industria orologiera, quella tessile e il settore chimico, così come l’industria alimentare orientata all’esportazione, per il 2026 prevedono un calo del fatturato all’estero. Al contrario, per l’industria farmaceutica e quella della tecnologia medica è attesa nuovamente una crescita, seppur in misura contenuta. Anche le esportazioni di servizi, le attività bancarie, il commercio all’ingrosso e il turismo dovrebbero registrare un aumento nel 2026. Nel complesso, la domanda estera per prodotti e servizi svizzeri rimane stabile su un livello elevato, sebbene con variazioni negli equilibri tra i diversi settori d’esportazione.
L’economia interna beneficia di vari fattori. Tassi d’interesse favorevoli e un’elevata domanda stimolano la costruzione di abitazioni. Anche se il settore delle infrastrutture è in difficoltà, l’edilizia nel suo complesso può crescere. Al contempo, però, è frenata da procedure di autorizzazione edilizia particolarmente lunghe. Sia le imprese orientate all’esportazione che quelle locali stanno aumentando i loro investimenti in beni d’equipaggiamento. Crescono anche i servizi alle imprese come la consulenza, i servizi bancari e quelli assicurativi. I consumi privati sono sostenuti dall’aumento dei salari reali che, dopo un forte incremento nel 2025, cresceranno anche l’anno prossimo. Ne traggono vantaggio il commercio al dettaglio, la ristorazione e l’industria alimentare locale. Prosegue inoltre la crescita del settore sanitario, della formazione e dei trasporti. Anche la spesa pubblica continua ad aumentare in modo costante.
Rallentamento sul mercato del lavoro
Dopo anni di carenza di manodopera, il mercato del lavoro svizzero si sta stabilizzando. Le imprese riescono nuovamente a trovare personale qualificato più facilmente. Il cambiamento strutturale e l’elevata incertezza sull’andamento futuro dell’economia inducono molte imprese a mantenere un organico sovradimensionato. Le imprese stanno snellendo i processi tramite la digitalizzazione, soprattutto nel settore dei servizi e nell’industria, per poter competere nel difficile contesto internazionale. Nonostante alcune riduzioni di posti di lavoro, ne vengono creati molti altri, così che il tasso di disoccupazione l’anno prossimo crescerà solo leggermente, passando dal 2,8% al 3,0%.
Crescita del PIL debole: 1,0 per cento
Le condizioni monetarie in Svizzera rimangono favorevoli. Il tasso di riferimento della BNS dovrebbe restare allo 0% anche nel 2026. L’inflazione si attesta nella parte bassa della fascia obiettivo della BNS. Finché il differenziale dei tassi di interesse rispetto all’euro e al dollaro rimane invariato e i tassi di inflazione restano superiori a quelli svizzeri, ci si può attendere solo un lieve apprezzamento del franco. economiesuisse prevede per il prossimo anno un tasso di cambio medio franco-euro di 0,91.
La crescita del prodotto interno lordo in Svizzera sarà più debole nel 2026, attestandosi all’1,0% (dopo l’1,2% di quest’anno). L’inflazione rimarrà contenuta, con una media annua dello 0,4%.
Previsioni dei conti nazionali
Variazione rispetto all’anno precedente (%)
2022
2022
2023
2024
2025P
2026P
Prodotto interno lordo, reale
3,5
0,8
1,4
1,2
1,0
Consumi privati
4,9
1,4
2,4
1,5
1,4
Consumo pubblico
-0,6
1,4
1,3
1,4
1,3
Investimenti nelle costruzioni
-6,9
-1,5
-1,4
0,0
1,5
Investimenti in beni d’equipaggiamento
4,7
3,8
1,2
0,3
3,2
Esportazioni (totale)
5,6
-2,6
4,3
1,4
0,0
Importazioni (totale)
6,2
0,9
4,1
1,5
1,0
Previsioni dei prezzi e del mercato del lavoro
2022
2022
2023
2024
2025P
2026P
Tasso di inflazione
2,8
2,1
1,1
0,2
0,4
Tasso di disoccupazione
2,2
2,0
2,4
2,8
3,0
Ipotesi esogene*
2022
2025
2026
Tasso di cambio CHF/Euro
0,93
0,91
Tasso di cambio CHF/$
0,82
0,80
Prezzo del petrolio in $
67
62
Tasso di crescita Stati Uniti
1,8
2,0
Tasso di crescita zona euro
1,1
1,2
Tasso di crescita Cina
4,5
4,5
Interessi a breve termine
0,1
0,0
Rendimento delle obbligazioni della Confederazione
0,4
0,4
*Variabili di input per la stima delle previsioni economiche
Ipotesi dello scenario di base e rischi congiunturali
Lo scenario di base presuppone tensioni geopolitiche persistenti, ma che non si accentueranno ulteriormente. Poiché l’incertezza è diventata la nuova normalità, possono verificarsi lievi scostamenti rispetto allo scenario di base. Lo sviluppo dell’economia mondiale è incerto. Sono possibili ulteriori inasprimenti nei conflitti commerciali. Anche l’esito della guerra in Ucraina o dei conflitti in Medio Oriente è incerto. Lo stesso vale inoltre per l’andamento dei mercati azionari: le valutazioni sono elevate e l’indebitamento di molti attori, compresi gli Stati, è molto marcato. Eventuali crolli dei mercati avrebbero forti ripercussioni sui consumi, soprattutto negli Stati Uniti, sulle decisioni di investimento delle imprese e graverebbero sulla congiuntura internazionale, influenzando negativamente le prospettive d’esportazione della Svizzera.
Nella nostra indagine il 28% degli intervistati indica che, a loro avviso, i conflitti commerciali rappresentano il principale rischio congiunturale. Il 16% cita l’incertezza in generale e il 13% le tensioni geopolitiche. Come mostra il grafico, molte imprese ritengono che la domanda possa diminuire inaspettatamente. Per quasi un quinto dei partecipanti, la burocrazia e l’eccesso di regolamentazione rappresentano un freno alla crescita. Rispetto alle indagini precedenti, il tasso di cambio, i prezzi dell’energia e delle materie prime, le catene di approvvigionamento e la carenza di manodopera vengono citati come rischi congiunturali in misura nettamente inferiore.

