La concorrenza sotto una campana di vetro?

Durante la sessione speciale, il Consiglio nazionale ha purtroppo accettato un’iniziativa parlamentare che intende escludere tutte le derrate alimentari dal principio del Cassis de Dijon. Questa iniziativa – mascherata male con il pretesto di un obiettivo della qualità – ha invece delle sfumature protezionistiche. La decisione del Nazionale è rappresentativa di una crescente chiusura: essa riflette un atteggiamento focalizzato sullo status quo che rende più difficile l’adattamento ad un ambiente in trasformazione. Questo vale anche per altre iniziative sull’agenda politica. Invece di confidare nella forza della concorrenza e in una naturale evoluzione, si cercano dei pretesti per isolare il mercato. Nel frattempo, gli Svizzeri acquistano le stesse derrate alimentari dall’altra parte della frontiera senza subire danni.

​L’apertura e il principio del Cassis de Dijon costituiscono in realtà un’opportunità. L'invito a profilarsi crea una concorrenza basata su prodotti di nicchia che hanno ottime chances d’esportazione. I prodotti bio e i prodotti regionali stanno vivendo un boom. Questo ha dinamizzato la concorrenza e i consumatori beneficiano di una scelta più ampia. L’effetto positivo del principio del Cassis de Dijon non ha potuto finora manifestare pienamente i suoi effetti, a causa delle sue eccezioni e di un’eccessiva burocrazia. Qui bisogna affrontare il problema. Escludere tutte le derrate alimentari con il pretesto di un effetto modesto e di una qualità a rischio va nella direzione sbagliata. I sostenitori di un’economia svizzera forte devono opporsi al fatto che la concorrenza venga messa sotto una campana di vetro.