Il libero scambio quale massima e sfida per l’Europa

Esattamente quarant’anni fa, la Svizzera e l’Unione europea hanno concluso un accordo di libero scambio. Questo trattato ha posto, nel 1972, le basi per relazioni bilaterali fruttuose. Il tema del libero scambio sarà un tema di discussione della Conferenza dei direttori delle federazioni industriali europee (CDEIF) che si svolge quest’anno in Svizzera.
​Come osservato giustamente da Pascal Lamy, direttore generale dell’OMC, l’Organizzazione mondiale del commercio e, con essa, i progetti di liberalizzazione multilaterale si trovano ad un bivio. Le organizzazioni economiche europee sono del parere che si debba superare il protezionismo e gli ostacoli agli scambi. L’Europa migliorerà la propria competitività solo se il continente farà la scelta coraggiosa e ferma di giocare la carta del libero scambio e delle riforme a favore dell’economia di mercato.

Il risanamento dei budget pubblici nazionali è un’altra condizione essenziale per ritrovare un’Europa competitiva. Se si tiene conto dell’indebitamento implicito degli Stati (indotto ad esempio da promesse nel settore delle prestazioni sociali), appare chiaramente come, ha spiegato Fritz Zurbrügg, direttore dell’Amministrazione federale delle finanze, tutti i paesi sono molto sollecitati – la Svizzera non fa eccezione. Le organizzazioni europee considerano i meccanismi del freno all’indebitamento come un mezzo efficace per garantire finanze pubbliche durevoli. Tale dispositivo dovrebbe essere applicato anche alle assicurazioni sociali.