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No all’iniziativa che vieta la sperimentazione animale e umana – Non mettere a rischio la salute pubblica

A colpo d'occhio

In settembre, le cittadine e i cittadini svizzeri saranno chiamati ad esprimersi su un’iniziativa che vuole iscrivere nella Costituzione un divieto totale di tutti gli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani. Inoltre, non sarebbe più possibile importare in Svizzera prodotti testati all’estero su esseri umani o animali. Un SÌ all’iniziativa metterebbe direttamente in pericolo la salute pubblica in Svizzera e danneggerebbe anche la ricerca nel nostro paese.

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L’essenziale in breve

L’iniziativa popolare «Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani – Sì ad approcci di ricerca che favoriscano la sicurezza e il progresso» chiede un divieto totale della sperimentazione animale e umana. Essa prevede inoltre di vietare l’importazione e il commercio di tutti i prodotti sviluppati effettuando esperimenti sugli animali. La sua accettazione avrebbe gravi conseguenze per l’approvvigionamento in medicamenti, l’industria della ricerca e le alte scuole in Svizzera. L’iniziativa sarebbe inoltre incompatibile con diversi obblighi internazionali del nostro paese e richiederebbe l’attuazione di un rigoroso sistema di controllo.

Posizione di economiesuisse

  • Die Initiative setzt die Gesundheit der Schweizer Bevölkerung in verantwortungsloser Weise aufs Spiel. Sie gefährdet die Versorgung mit lebenswichtigen Medikamenten und schliesst Patientinnen und Patienten von den neuesten medizinischen Fortschritten aus. Es droht eine Zweiklassenmedizin.
  • In der Schweiz sind Forschende bereits heute verpflichtet, Tierversuche auf ein Minimum zu beschränken und wenn immer möglich Alternativmethoden zu wählen. Tierversuche werden also nur durchgeführt, wo sie aus wissenschaftlichen, ethischen und regulatorischen Gründen unerlässlich und nicht ersetzbar sind.
  • Unter Beteiligung der Industrie und der Hochschulen konnte im Zuge der 3R-Bestrebungen die Anzahl Tierversuche seit den 1980er-Jahren um 70 Prozent gesenkt werden. Zudem lancierte der Bundesrat 2021 ein neues, mit 20 Millionen Franken dotiertes Forschungsprogramm mit dem Ziel, die Anzahl Tierversuche weiter zu reduzieren.
  • Die Initiative schwächt den Forschungs- und Innovationsstandort Schweiz und setzt somit den zentralen Faktor für Erfolg und Wohlstand in unserem Land infrage. Unternehmen und Forschungsinstitute müssten Teile ihrer Aktivitäten auslagern oder die Schweiz ganz verlassen.
  • Die Initiative bricht mit internationalen Verträgen. Es drohen Vergeltungsmassnahmen, welche die Schweizer Exportindustrie gefährden.
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Esigenze dell’iniziativa

L’iniziativa popolare «Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani – Sì ad approcci di ricerca che favoriscano la sicurezza e il progresso» chiede il divieto totale della sperimentazione animale e umana. La realizzazione di esperimenti sugli animali dev’essere considerata come una crudeltà verso gli animali e dunque punita. Inoltre, l’iniziativa bandisce l’importazione e il commercio di tutti i prodotti che sono stati sviluppati effettuando esperimenti sugli animali. Infine, essa vuole che gli approcci sostitutivi senza sperimentazione animale ricevano dei sussidi pubblici almeno equivalenti a quelli concessi finora alla sperimentazione animale.

L’iniziativa per il divieto degli esperimenti sugli animali e gli esseri umani è stata lanciata nel 2017 e depositata il 18 marzo 2019, con 123'640 firme valide. Il Consiglio federale la respinge, come pure il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati. Le Camere federali raccomandano, senza opposizioni, di bocciare questo progetto.

Art. 80, cpv. 2 let. b, 3 und 4

2 La Confederazione disciplina in particolare::

b. abrogata

3 Gli esperimenti sugli animali e gli esperimenti sugli esseri umani sono vietati. Gli esperimenti sugli animali sono considerati maltrattamenti di animali e possono costituire un crimine. Quanto precede e quanto segue si applica per analogia sia agli esperimenti sugli animali sia a quelli sugli esseri umani:

  • la prima applicazione è consentita soltanto nel piu ampio e rilevante interesse dei soggetti coinvolti (animali ed esseri umani); deve inoltre essere promettente ed eseguita in modo controllato e prudente;
  • a decorrere dall’entrata in vigore del divieto sono vietati il commercio, l’importazione e l’esportazione di prodotti di qualsiasi settore o genere che continuino a comportare, direttamente o indirettamente, esperimenti sugli animali; il divieto non si applica ai prodotti già esistenti che non comportino piu esperimenti diretti o indiretti sugli animali;
  • la sicurezza per gli esseri umani, gli animali e l’ambiente deve essere garantita in ogni tempo; a tal fine, sono vietate l’immissione sul mercato, la diffusione e l’immissione nell’ambiente dei nuovi sviluppi o delle nuove importazioni per i quali non esistono procedure ufficialmente riconosciute che non comportino esperimenti sugli animali;
  • agli approcci sostitutivi senza esperimenti sugli animali è garantito almeno lo stesso sostegno statale precedentemente accordato agli esperimenti sugli animali.

4 L’esecuzione delle prescrizioni compete ai Cantoni, per quanto la legge non la riservi alla Confederazione.


Art. 118b, cpv. 2 let. c et 3

2 Riguardo alla ricerca biologica e medica sulle persone, la Confederazione si attiene ai principi seguenti:

c. abrogata

3 I progetti di ricerca devono soddisfare i requisiti di cui all’articolo 80 capoverso 3 lettera a.


Art. 197 n. 12

12. Disposizione transitoria degli art. 80, cpv. 2 2, let. b, 3 e 4, e 118b, cpv. 2, let. c, e 3 (Divieto degli esperimenti sugli animali e divieto di esperimenti sugli esseri umani)

Entro due anni dall’accettazione degli articoli 80 capoversi 2 lettera b, 3 e 4 nonche 118b capoversi 2 lettera c e 3 da parte del Popolo e dei Cantoni, il Consiglio federale emana le disposizioni di esecuzione necessarie, che rimangono valide fino all’entrata in vigore delle disposizioni legali.

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Esperimenti sugli animali e sugli esseri umani in Svizzera

Forte calo degli esperimenti sugli animali

Ai sensi della legge federale sulla protezione degli animali (LPA), con esperimento sugli animali si intende ogni intervento nel corso del quale vengono utilizzati animali vivi per, tra l’altro, verificare un’ipotesi scientifica, verificare gli effetti di una determinata misura o testare una sostanza. Gli esperimenti sugli animali sono in gran parte utilizzati nella ricerca medica, per l’acquisizione di nuove conoscenze e lo sviluppo di nuove sostanze e terapie. Numerose conquiste mediche attuali sono dovute alla sperimentazione animale.

Per quanto concerne gli esperimenti sugli esseri umani, non è chiaro ciò che bisogna intendere esattamente con questo termine, poiché esso non è definito. Nel suo messaggio, il Consiglio federale scrive: «A seconda di come viene interpretata la nozione di «esperimenti sugli esseri umani», non definita, essa può essere intesa come sinonimo di «ricerca sull’essere umano». In tal caso, qualsiasi tipo di ricerca sull’essere umano verrebbe vietata, non solo nel campo della medicina e della biologia, ma anche ad esempio negli ambiti della psicologia, della sociologia e delle scienze dello sport. Non sarebbe più consentito svolgere ricerche con persone adulte e capaci di discernimento che intendono parteciparvi per interesse scientifico o per solidarietà o altruismo.»

Nel 2019, per la ricerca in Svizzera sono stati utilizzati circa 600'000 animali, di cui circa l’80% di animali da laboratorio, vale a dire soprattutto roditori. Come dimostra il grafico, il numero di animali utilizzati a scopi sperimentali è fortemente diminuito dal 1983. Con 572’069 nel 2019, esso ha raggiunto il suo secondo livello più basso degli ultimi quarant’anni. Un po’ meno del 60% degli esperimenti sugli animali sono condotti dagli istituti universitari o dagli ospedali. L’industria rappresenta solo circa il , la Confederazione e i Cantoni appena il 4% e i vari istituti il rimanente 10%.

La ricerca condotta tramite gli esperimenti sugli animali è classificata secondo quattro diversi livelli di gravità (LG), che vanno da un livello da 0 a 3: assenza di aggravio (LG 0), aggravio leggero (LG 1), aggravio medio (LG 2) e aggravio severo (LG 3). Nel 2019, il 39% di tutti gli esperimenti sugli animali non hanno causato alcun aggravio. Il 30% sono stati attribuiti al LG 1 e il 28% al LG 2. Soltanto il 3% è stato classificato quale LG 3.

Fonte: Statistica sulla sperimentazione animale, USAV

Numero di esperimenti sugli animali in Svizzera

Legislazione rigida per la protezione degli animali e la valutazione degli interessi

La Svizzera dispone di una delle leggi sulla protezione degli animali più severe al mondo. Secondo l’indice mondiale di protezione degli animali del 2020, la Svizzera fa parte dei paesi meglio classificati, con il Regno Unito, la Svezia, la Danimarca, l’Olanda e l’Austria. I nostri vicini come la Germania, la Francia o l’Italia registrano risultati peggiori e gli Stati Uniti, il Canada o l’Australia sono molto indietro in questa graduatoria.

In Svizzera, i ricercatori sono tenuti a ridurre al minimo il numero di esperimenti sugli animali e ad utilizzare metodi sostitutivi quando ciò è possibile. Ogni esperimento sugli animali è sottoposto ad autorizzazione, come pure la detenzione di animali destinati alla sperimentazione. Occorre spiegare il beneficio previsto dell’esperimento e il prevedibile livello di aggravio imposto agli animali. La domanda viene esaminata da una Commissione cantonale per gli esperimenti sugli animali, nella quale sono presenti anche le organizzazioni di protezione degli animali. La Commissione fa una raccomandazione all’ufficio veterinario cantonale, che fornisce l’autorizzazione. L’ordinanza sulla protezione degli animali (OPAn) stabilisce anche i criteri di cessazione di un esperimento, allo scopo di evitare di infliggere un aggravio eccessivo agli animali. La concessione dell’autorizzazione non è però il punto finale della procedura: la legge prescrive condizioni di vita adeguate alla specie e cure costanti da parte di specialisti. Un delegato alla protezione degli animali e l’ufficio veterinario competente effettuano regolarmente controlli senza preavviso per garantire che le condizioni siano rispettate. L’attuale quadro giuridico permette di valutare se il beneficio giustifichi il livello di aggravio subito dagli animali. Perché un esperimento sugli animali sia approvato, il beneficio previsto per la società deve essere maggiore della sofferenza e della violazione della dignità degli animali. Gli esperimenti sugli animali sono quindi eseguiti solo se sono essenziali per ragioni scientifiche, etiche e normative e non possono essere sostituiti da alternative.

La ricerca sull’essere umano è inoltre sottoposta a principi e limiti etici e giuridici, fissata nella legge relativa alla ricerca sull’essere umano. Quest’ultima garantisce un livello elevato di protezione. La ricerca sull’essere umano è uno dei settori di ricerca più regolamentati e più controllati al mondo, anche in Svizzera.

Perché occorrono esperimenti sugli animali?

Gli esperimenti sugli animali sono una parte essenziale dello sviluppo dei farmaci. Negli ultimi 100 anni in Svizzera la speranza di vita è quasi raddoppiata. Grazie alla ricerca medica, beneficiamo di conquiste fondamentali. Alcune malattie gravi sono state praticamente sradicate. Le vaccinazioni hanno permesso di contenere numerose malattie infettive. Anche la ricerca sul cancro è notevolmente progredita. Nel corso degli ultimi tre decenni, il tasso di mortalità delle malattie cancerogene è così fortemente diminuito – un’evoluzione permessa dagli esperimenti sugli animali e dai test clinici. Tuttavia, c'è stata parallelamente una costante ricerca di alternative.

I metodi alternativi completano gli esperimenti sugli animali e permettono di ridurne il numero. Ma secondo lo stato attuale della scienza e della tecnologia non possono sostituire completamente gli esperimenti sugli animali. Occorre distinguere :

  • In silico: mediante utilizzo di software
  • In vitro: mediante una coltura di cellule
  • In vivo: su un organismo vivente, completo e autonomo

Nonostante il grande potenziale dei metodi alternativi, la sperimentazione animale (in vivo) resta indispensabile quando l’organismo dev’essere considerato nel suo insieme e in tutta la sua complessità. Così, nell’attuale pandemia di coronavirus, nessun vaccino per gli esseri umani avrebbe potuto essere immesso sul mercato prima che sia stato preventivamente testato sugli animali. Oggi, questo approccio è il solo che permette di escludere in maniera sicura effetti sistemici o secondari indesiderati.

La ricerca si sforza di ridurre al minimo possibile il numero di esperimenti sugli animali e di migliorare le sue norme elevate. Per questo, si basa sui principi 3R replace, reduce, refine. Da trent’anni, l’industria farmaceutica, i ricercatori, gli specialisti in sperimentazione animale, la Confederazione nonché gli ambienti politici e della protezione degli animali fanno campagna per la loro applicazione. Essi sono integrati nella legge e devono, come indicato sopra, essere presi in considerazione in ogni progetto. Il successo della promozione di questi principi da parte della Fondazione Ricerche 3R, creata nel 1987 e divenuta nel 2018 il Centro di competenza svizzero 3R, ha permesso di ridurre costantemente il numero di esperimenti e di limitare gli aggravi imposti agli animali. All’inizio del 2021, il Consiglio federale ha inoltre lanciato un programma di ricerca, intitolato «Advancing 3R – animali, ricerca e società» e lo ha dotato di venti milioni di franchi. Il suo obiettivo è di trovare mezzi per ridurre ulteriormente il numero di esperimenti sugli animali nonché gli aggravi subiti da questi ultimi.

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L’iniziativa nuoce alla ricerca, all’economia e alla salute

Superflua, l’iniziativa impedisce la ponderazione degli interessi – urgente

L'iniziativa rappresenta una posizione estrema. Secondo lo stato attuale della scienza e della tecnologia, porta a divieti di ricerca, non solo nella ricerca di base, ma anche nelle scienze sociali. Già oggi, gli esperimenti sugli esseri umani e sugli animali vengono sostituiti da metodi alternativi, laddove possibile. La pandemia di coronavirus ha dimostrato inoltre molto chiaramente che gli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani sono indispensabili. Dal 2008, il nostro paese dispone di una delle leggi sulla protezione degli animali più severe al mondo. La legge relativa alla ricerca sull’essere umano è entrata in vigore nel 2014. La protezione degli animali e degli esseri umani nell’ambito della ricerca è così garantita, ciò che rende l’iniziativa superflua. I ricercatori sono coscienti che l’utilizzo di animali e di persone nella ricerca li obbliga ad applicare norme molto severe a livello legale ed etico. D’altronde, la Fondazione Ricerche 3R si dedica da oltre trent’anni alla ricerca di metodi alternativi alla sperimentazione animale, ciò che ha permesso di ridurre il numero di esperimenti di circa il 70% nel corso degli ultimi quarant’anni. In Svizzera, i ricercatori sono tenuti a ridurre al minimo il numero di esperimenti sugli animali e ad utilizzare metodi alternativi quando ciò è possibile. La pratica in vigore permette un’accurata valutazione degli interessi tra la protezione degli animali o i diritti della persona e la scienza nonché la ricerca. L’accettazione dell’iniziativa renderebbe impossibile una simile ponderazione dei rischi e dei benefici. In fin dei conti, essa non servirebbe né gli animali né gli esseri umani, poiché la ricerca dovrebbe lasciare la Svizzera ed essere effettuata all’estero, dove le norme di protezione degli animali sono molto spesso meno severe di quelle in vigore nel nostro paese.

Messa in pericolo della salute pubblica

L’iniziativa colpirebbe direttamente il sistema sanitario e l’accesso della popolazione alle cure. Per numerosi medicamenti, l’approvvigionamento non potrebbe più essere garantito. L’attuale pandemia di coronavirus ne è un buon esempio. In virtù delle disposizioni dell’iniziativa, la Svizzera non potrebbe utilizzare nessuno dei vaccini messi a punto. Oltre a costituire un rischio per la salute pubblica, ciò potrebbe avere gravi conseguenze economiche. L’iniziativa mette in pericolo la salute degli animali nonché quella degli esseri umani, che sfavorisce ampiamente rispetto ai pazienti stranieri. Con il divieto di importazione, la popolazione svizzera sarebbe esclusa dai progressi scientifici realizzati all’estero e si potrebbe assistere alla nascita di un mercato nero dei medicamenti. Mentre le persone con redditi elevati avrebbero i mezzi per farsi curare all’estero, tutti gli altri ne sarebbero esclusi. Ne risulterebbe una medicina a due velocità.

Dannosa alla ricerca in Svizzera

La Svizzera occupa oggi una posizione ai vertici nella ricerca e nell’innovazione. Questo settore è un pilastro centrale del successo e del benessere per un piccolo paese povero di materie prime come il nostro. Questa posizione la si deve in primo luogo all’eccellenza della ricerca, alle nostre università nonché all’industria. Un’accettazione dell’iniziativa creerebbe un divieto parziale della ricerca e minaccerebbe gravemente la posizione di leader mondiale del polo di ricerca svizzero. Ci si deve aspettare un trasferimento all’estero dei progetti di ricerca. Le aziende e anche gli istituti di ricerca dovrebbero trasferire parte delle loro attività all'estero - il che aumenterebbe il rischio che lascino del tutto la Svizzera. La perdita di posti di lavoro sarebbe la logica conseguenza. Le università svizzere, che sono in concorrenza internazionale con gli istituti di ricerca più rinomati del mondo, diventerebbero meno attrattive a causa delle gravi restrizioni.

Conseguenze per l’economia nazionale

In caso d’accettazione, le conseguenze dell’iniziativa non si limiterebbero al sistema sanitario, al mondo universitario e all’industria delle scienze della vita, bensì riguarderebbero tutta l’economia e in particolare il settore alimentare, l’industria chimica e l’agricoltura (ad esempio lotta contro i parassiti). Questo concernerebbe dunque non solo dei medicamenti, ma anche degli oggetti usuali di cui un componente è stato sviluppato con l’ausilio della sperimentazione animale.

Il divieto – secondo l’’iniziativa – di importare e smerciare prodotti che sono stati oggetto di sperimentazione animale viola gli obblighi internazionali della Svizzera. Esso è contrario non solo agli accordi dell’OMC, ma anche alla legge federale sugli ostacoli tecnici al commercio. Non vi è nessun legame tra il metodo di produzione (senza sperimentazione animale) e le proprietà e caratteristiche fisiche del prodotto finale. Secondo la giurisprudenza attuale dell’OMC, un prodotto non può essere discriminato a seguito di metodi di produzione che non hanno incidenza sulle proprietà fisiche del prodotto. Il Consiglio federale sottolinea nel suo messaggio che l’iniziativa è contraria all’accordo dell’OMC, agli accordi con l’UE e agli accordi di libero scambio. Introducendo unilateralmente un divieto d’importazione, la Svizzera rischia misure di ritorsione. Altri paesi potrebbero a loro volta imporre nuove esigenze e altre restrizioni alle importazioni provenienti dalla Svizzera, mettendo in difficoltà la nostra industria d’esportazione. Questo causerebbe un grande danno alla Svizzera, non solo politicamente ma anche economicamente.

Al più tardi due anni dopo l’accettazione dell’iniziativa, i commercianti dovrebbero poter garantire che i prodotti importati siano conformi alle prescrizioni svizzere. Le autorità dovrebbero controllare anche questo, cioè anche in quali condizioni questi prodotti sono stati fabbricati all'estero. Ciò richiederebbe un rigoroso apparato di controllo, che si tradurrebbe in un'eccessiva burocrazia. Queste misure aumenterebbero i prezzi dei prodotti importati.

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Conclusione: netto rifiuto degli ambienti economici

Oggi, vi sono nettamente meno esperimenti sugli animali rispetto al passato. Gli sforzi costanti per sviluppare nuovi metodi sostitutivi dovrebbero ulteriormente rafforzare questa tendenza. Inoltre, la Svizzera possiede una legislazione completa ed efficace relativa alla protezione degli animali e alla ricerca sull’essere umano.

Ecco perché economiesuisse respinge chiaramente l’iniziativa:

  • L’iniziativa mette in difficoltà il sistema sanitario svizzero. L’approvvigionamento in medicamenti non sarebbe più garantito per la popolazione svizzera che, con il divieto di importazione, sarebbe pure completamente esclusa dai progressi medici. Sfavoriti rispetto ai pazienti stranieri, i pazienti svizzeri rischierebbero di assistere alla creazione di un mercato nero dei medicamenti e di un sistema di medicina a due velocità.
  • In Svizzera, i ricercatori sono già tenuti a ridurre ad un minimo il numero di esperimenti sugli animali e ad utilizzare metodi sostitutivi laddove possibile. Gli esperimenti vengono svolti soltanto se indispensabili per ragioni scientifiche, etiche e normative e non possono essere sostituiti da metodi alternativi. Con gli sforzi attuati nell’ambito dei principi 3R, la Svizzera ha diminuito il numero di esperimenti sugli animali di circa il 70% dopo gli anni ‘80.
  • L’iniziativa porta effettivamente a divieti di ricerca e indebolisce estremamente l’attrattività del polo di ricerca e d’innovazione svizzero. Un pilastro centrale del successo e del benessere della Svizzera è così rimesso in discussione. Esiste una reale minaccia di vedere degli istituti di ricerca e delle imprese lasciare il nostro paese. Se l'iniziativa venisse adottata, anche le rinomate università svizzere perderebbero la loro attrattiva.
  • Altri settori come quello alimentare, l’industria chimica o l’agricoltura sarebbero pure colpiti, senza dimenticare i conflitti creati rispetto agli accordi commerciali internazionali. L’iniziativa avrebbe quale effetto di isolare il mercato svizzero e ostacolare gli scambi. In caso di accettazione, bisognerebbe attendersi misure di ritorsione da parte dei nostri partner commerciali, ciò che non mancherebbe di mettere sotto pressione anche le esportazioni.

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