Reintroduzione del prezzo unico del libro – un spettacolo pietoso per il consumatore
15.03.2011
A colpo d'occhio
Nella prima settimana della sessione primaverile, il Consiglio degli Stati ha eliminato le ultime divergenze per una nuova legge che regola il prezzo dei libri. L’economia è costernata da questa decisione incomprensibile. Vi è da sperare che il Parlamento rifiuti questo inutile e costoso progetto nelle votazioni finali.
L’economia riconosce che i libri sono un prezioso bene culturale. Tuttavia, l’abolizione del prezzo del libro quattro anni fa ha mostrato che i libri non devono essere tutelati da un cartello sui prezzi. Non si è assistito né ad una morìa di librerie e nemmeno ad una riduzione della varietà culturale.
Il commercio di libri è un mercato ben funzionante che non necessita di nessuna regolamentazione statale. La reintroduzione del prezzo unico del libro equivarrebbe ad un’ ingiustificata ingerenza da parte dello Stato nella libertà economica – un cartello statale. Questo è un passo pericoloso verso l’economia pianificata e costituisce un precedente pericoloso per altri settori.
Le lettrici e i lettori dovrebbero in futuro pagare maggiormente per l’acquisto di libri. L’auspicio che il prezzo unico valga anche per i libri acquistatati in internet è assurdo. Questa regolamentazione costringerebbe semplicemente gli offerenti stranieri ad aumentare i loro margini per le vendite in Svizzera. La stessa cosa dicasi per i grandi editori esteri. Loro sarebbero i grandi vincitori della reintroduzione del prezzo unico – alle piccole e simpatiche librerie di quartiere non resterebbe un granché.
La palla è ancora in mano ai parlamentari. Vi è da sperare che essi rifiutino il 18 marzo, in votazione finale, la reintroduzione del prezzo unico del libro e depongano così una chiara testimonianza a favore della libertà economica.
Il commercio di libri è un mercato ben funzionante che non necessita di nessuna regolamentazione statale. La reintroduzione del prezzo unico del libro equivarrebbe ad un’ ingiustificata ingerenza da parte dello Stato nella libertà economica – un cartello statale. Questo è un passo pericoloso verso l’economia pianificata e costituisce un precedente pericoloso per altri settori.
Le lettrici e i lettori dovrebbero in futuro pagare maggiormente per l’acquisto di libri. L’auspicio che il prezzo unico valga anche per i libri acquistatati in internet è assurdo. Questa regolamentazione costringerebbe semplicemente gli offerenti stranieri ad aumentare i loro margini per le vendite in Svizzera. La stessa cosa dicasi per i grandi editori esteri. Loro sarebbero i grandi vincitori della reintroduzione del prezzo unico – alle piccole e simpatiche librerie di quartiere non resterebbe un granché.
La palla è ancora in mano ai parlamentari. Vi è da sperare che essi rifiutino il 18 marzo, in votazione finale, la reintroduzione del prezzo unico del libro e depongano così una chiara testimonianza a favore della libertà economica.