Misure di compensazione finanziaria per un’equa ripartizione degli oneri

7. articolo sulla riforma dell’imposizione delleimprese
 
Tutti i cantoni saranno toccati finanziariamente dalla riforma dell’imposizione delle imprese, direttamente o indirettamente. Nel suo rapporto di dicembre 2013, l’organizzazione di progetto “RI imprese III” propone misure sensate per ripartire gli oneri finanziari. La situazione è complessa, ma misure di compensazione possono garantire che tutti i cantoni – indipendentemente dal loro potenziale di risorse – beneficino di questa riforma. Questo importante progetto non deve fallire a causa di questioni ridistributive.
La riforma dell’imposizione delle imprese III (RI imprese III) contiene diverse misure. Oltre a riforme di politica fiscale, essa affronta anche questioni come la ripartizione degli oneri finanziari tra la Confederazione e i cantoni nonché le opzioni per limitare l’impatto della riforma sulla perequazione finanziaria.

Il rapporto finale dell’organizzazione di progetto RI imprese III pubblicato dalla Confederazione e dai cantoni prevede che i cantoni che adottano misure mirate in relazione all’imposizione delle società mobili possano, in caso di necessità, diminuire anche l’imposta sugli utili. Per poter attribuire ai cantoni il necessario margine di manovra, la Confederazione adotterà «misure di compensazione verticali». Si tratta di contributi finanziari della Confederazione legati alla messa in atto di riforme cantonali. I contributi sono giustificati poiché, a livello fiscale, la Confederazione beneficia considerevolmente di una piazza economica forte e delle imprese internazionali insediate in Svizzera. Grazie al sostegno della Confederazione, i cantoni potranno più facilmente mettere in atto le misure opportune secondo la loro specifica situazione.
 
Una delle principali misure verticali previste concerne la quota cantonale all’imposta federale diretta, ossia la percentuale di IFD che i cantoni possono trattenere invece di retrocederla a Berna. La quota dei cantoni, attualmente del 17%, sarà aumentata. Tutti i cantoni beneficeranno di questo sostegno, in particolare quelli che generano molte entrate derivanti dall’IFD. Si tratta di quei cantoni la cui economia è fortemente orientata verso l’estero e che di conseguenza saranno particolarmente toccati dalla riforma dell’imposizione delle imprese.
 
Per quanto concerne l’ampiezza del sostegno, gli esperti sono del parere che la Confederazione e i cantoni debbano assumere una parte equivalentidegli oneri inerenti alla riforma. Nel caso specifico, l’entità degli oneri dipenderà dalle misure concrete, le quali non sono ancora note. Alcuni cantoni che prevedono di diminuire l’imposta sugli utili chiedono ad esempio che la Confederazione assuma almeno la metàdelle perdite subite a breve termine. Indipendentemente dal contributo della Confederazione, è importante rispettare il seguente principio: la compensazione finanziaria dev’essere fissata indipendentemente dalla politica fiscale dei cantoni e il sistema applicato dev’essere identico per tutti i cantoni.Oltre ai cantoni, la riforma dell’imposizione delle imprese interesserà anche le città e i comuni. La questione delle compensazioni si pone anche per queste collettività. Tuttavia, le misure compensatorie a favore di questi ultimi saranno di competenza dei cantoni e non della Confederazione, poiché la maggior parte delle misure saranno prese a livello cantonale.
 
La riforma dell’imposizione delle imprese concernerà i cantoni in maniera diretta, ma anche indiretta attraverso la perequazione finanziaria (NPC). Nell’ambito della compensazione delle risorse, il principale fondo della NPC, le risorse finanziarie vengono ripartite tra i cantoni più o meno ricchi in funzione del loro potenziale di risorse. Una regolamentazione speciale si applica per il calcolo del potenziale di risorse delle società a statuto particolare, che beneficiano di un’imposizione ridotta a livello cantonale. Gli utili di queste società sono logicamente presi in considerazione solo parzialmente. Questa regolamentazione è destinata a scomparire con l’abolizione degli statuti particolari prevista nell’ambito della riforma. Il calcolo del potenziale di risorse dei cantoni ne risulterebbe allora alterato e i cantoni che contano un gran numero di società a statuto particolare dovrebbero automaticamente contribuire maggiormente alla compensazione delle risorse. Per questo è necessario un adattamento di questo dispositivo. L’obiettivo è che i flussi finanziari tra i cantoni restino pressoché gli stessi. Ciò è nell’interesse dei cantoni contribuenti e beneficiari e dovrebbe essere esaminato indipendentementeda altre questioni legate alla NPC, come quelle discusse nel secondo rapporto sulla valutazione della sua efficacia.
 
Per poter risolvere il problema, l’organizzazione di progetto propone delle“misure di compensazione orizzontali”. Queste ultime consistono nel ponderare meno fortemente gli utili di tutte le società nel calcolo del potenziale di risorse (invece di ponderare meno fortemente soltanto gli utili delle società a statuto particolare). Ciò permetterebbe di evitare conseguenze negative sui cantoni che ospitano numerose società a statuto particolare. A tale proposito è decisivo che i versamenti compensatori siano neutri sul piano della concorrenza, vale a dire che essi non tengano conto della politica fiscale del cantone interessato, un principio integrato nella compensazione delle risorse.
 
Secondo i calcoli realizzati, le misure compensatorie miglioreranno notevolmente la situazione finanziaria di una netta maggioranza dei cantoni ed estenderanno il margine di manovra finanziaria di coloro che sono particolarmente interessati. Facilitando l’attuazione della riforma, le misure compensatorie favoriranno infine anche i cantoni che hanno un basso potenziale di risorse. Per quanto concerne i cantoni finanziariamente forti, essi lo rimarranno anche in futuro e il loro contributo alla compensazione finanziaria rimarrà nello stesso ordine di grandezza. Dunque, le diverse situazioni dei cantoni non dovrebbero ostacolare la riforma dell’imposizione delle imprese.

Se la competitività fiscale della Svizzera dovesse diminuire, questo avrebbe conseguenze finanziarie per tutte le collettività
 – Confederazione, cantoni, città e comuni. La riforma dell’imposizione delle imprese cela numerose sfide, ma costituisce anche un’opportunità. La Conferenza dei direttori cantonali delle finanze ritiene che non agire avrebbe conseguenze finanziarie ben più onerose.

Da leggere inoltre:

Risposta di economiesuisse alla consultazione sul rapporto dell’organizzazione di progetto RI Imprese III