Imposizione minima dell’OCSE - la soluzione del Consiglio degli Stati merita di essere appoggiata

02.12.2022

A colpo d'occhio

L'OCSE chiede che le grandi aziende siano tassate in misura di almeno il 15%. È nell’interesse della Svizzera applicare questa regolamentazione, poiché in caso contrario le attese entrate fiscali saranno perse a favore di altri paesi. Al pari del Consiglio degli Stati, anche il Consiglio nazionale ha riconosciuto questa necessità, e ha chiaramente approvato l’applicazione dell’imposta minima dell’OCSE. Il Consiglio nazionale desidera attribuire le entrate supplementari alla Confederazione in ragione del 50%. La soluzione del Consiglio degli Stati, con una quota cantonale del 75%, è chiaramente più vantaggiosa per tutti gli attori. 

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Le imposte pagate dalle aziende rivestono grande importanza per la Svizzera. Anno dopo anno, Confederazione e Cantoni incassano somme crescenti, un’evoluzione molto più favorevole rispetto ad altri paesi. Il 90% di questi importi elevati di imposte sono pagati dalle grandi aziende internazionali.

L'imposta minima dell’OCSE comporterebbe un aumento delle imposte per le grandi aziende e procurerebbe entrate supplementari. Ma queste ultime diventerebbero realtà solo se i Cantoni riescono a garantire la presenza e le attività di queste aziende al loro livello attuale. 

Sono i Cantoni stessi che sono in grado di compensare la perdita di attrattività dovuta all’aumento della fiscalità nel modo più efficiente e più efficace. Essi conoscono la loro struttura economica e le loro aziende, i loro vantaggi e sanno come compensare lo svantaggio derivante dall’imposta minima OCSE. Essi sono però dipendenti dalle risorse che saranno loro concesse. La soluzione del Consiglio degli Stati, sostenuta dal Consiglio federale e dai direttori cantonali delle finanze, garantisce la loro capacità d’azione.

Ridistribuzione supplementare attraverso la perequazione finanziaria nazionale

Se i Cantoni ricevessero una parte più importante delle entrate fiscali supplementari, il volume di ridistribuzione nella perequazione finanziaria aumenterebbe automaticamente. I Cantoni contribuenti – come pure la Confederazione – verserebbero importi più elevati in un fondo comune. I Cantoni beneficiari ne sarebbero direttamente favoriti. Secondo una simulazione dell’Amministrazione federale delle finanze, con una quota cantonale del 75%, i Cantoni beneficiari riceverebbero ogni anno dei versamenti compensativi supplementari per un importo totale di 287 milioni di franchi. Con una quota cantonale del 50 percento, questo importo si riduce a 191 milioni.

Crescita delle entrate dell’imposta sull’utile: essenziale per la Confederazione 

La Confederazione ha preventivato 14 miliardi di franchi di entrate derivanti dall’imposta ordinaria sull’utile per l’anno prossimo. Già nel 2026, questa cifra dovrebbe raggiungere i 15 miliardi. L’aumento delle entrate federali dell’imposta sull’utile, in crescita da anni, dovrebbe dunque mantenersi. Bisogna fare in modo che ciò rimanga così. Ora sono i Cantoni ad essere i principali responsabili di questo successo e che sono all’origine della maggior parte delle entrate federali. La soluzione del Consiglio degli Stati preserva questo modello di successo. 

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