Il prezzo unico del libro è sfavorevole ai consumatori e crea un’incertezza giuridica

Il libro è un bene culturale. Ed è proprio per questa ragione che non bisogna regolamentare il suo prezzo. Il prezzo unico non permetterebbe di mantenere la diversità né di proteggere le librerie. Sono i lettori che ne farebbero le spese poiché dovrebbero sborsare di più per un libro. Inoltre, il commercio del libro funziona bene: una regolamentazione statale non è necessaria.
Giovedì scorso, in occasione di una conferenza stampa del Comitato “contro il prezzo unico del libro”, un autore, un libraio e Franziska Troesch-Schnyder, presidente dell’organizzazione tedesca di protezione dei consumatori “konsumentenforum kf”, hanno presentato i loro argomenti contro il prezzo unico del libro. Quest’ultimo dovrebbe promuovere la diversità dei libri. Tuttavia, il progetto di legge non prevede un obbligo di riversare una parte della cifra d’affari ad autori o a librerie. Esso non contiene misure per una promozione effettiva del libro e della lettura.

La creazione di un cartello farà aumentare i prezzi
Il prezzo unico del libro non comporta solo degli inconvenienti per gli autori e le librerie: sarebbero in particolare i lettori a farne le spese. Franziska Troesch-Schnyder è convinta che “i perdenti di questo progetto saranno i consumatori, le piccole biblioteche e gli studenti, poiché dovranno sborsare di più per un libro e non approfitteranno né di un ribasso di quantità né di altri sconti”. Con un cartello, i prezzi aumenteranno rispetto ad oggi.

Secondo economiesuisse, la reintroduzione del prezzo unico del libro costituirebbe un intervento nella libertà d’impresa e un ritorno all’epoca dei cartelli. Si tratta di un passo pericoloso verso l’economia pianificata. I principali beneficiari di un cartello sarebbero infine ancora i grandi attori di questo mercato ossia, nel caso dei libri, le grandi case editrici e gli intermediari, sovente stranieri. Sarebbero loro che beneficerebbero della reintroduzione del prezzo unico e non le piccole e simpatiche librerie di quartiere alle quali questa misura non apporterà molto. Queste ultime subirebbero al contrario delle restrizioni con le regolamentazioni supplementari e dovrebbero rinunciare alle strategie innovative in materia di prezzi.

La vera concorrenza alla quale le librerie sono confrontate proviene dal libro elettronico. Ora, quest’ultimo non è interessato dal prezzo unico del libro e si trova dunque ulteriormente favorito. Con o senza prezzo unico del libro, questo settore si trova in piena trasformazione. I cartelli provocano non soltanto delle distorsioni della concorrenza, bensì aumentano anche la burocrazia. Infine, occorre rafforzare la sorveglianza dei prezzi alfine di evitare gli abusi.

Un autogol per il settore del libro: la legge non si applica al commercio online con i privati
Secondo il progetto di legge, il prezzo unico del libro si applicherebbe unicamente alle importazioni commerciali di libri e non agli acquisti privati. Così, le librerie e i commercianti online sarebbero discriminati rispetto alla concorrenza straniera. La discussione di queste ultime settimane sul campo d’applicazione della legge ha posto in evidenza l’incertezza giuridica che sarebbe creata in caso d’accettazione. Nella pratica, non sarebbe possibile mettere in vigore rigorosamente il prezzo unico del libro. Il prossimo 11 marzo, i cittadini dovranno esprimersi su questo tema.

Maggiori informazioni:
Dossierpolitica “Prezzo unico del libro: favorite le case editrici – perdenti i lettori”