Il prezzo unico del libro crea un pericoloso precedente

Il 6 gennaio il Comitato contro il prezzo unico del libro ha lanciato la campagna di votazione. Il progetto non raggiunge il suo obiettivo – la promozione del bene culturale «libro» - e comporta degli inconvenienti importanti per i lettori. Una vasta coalizione si oppone a questo dettame statale sui prezzi. Secondo economiesuisse, l’introduzione di un nuovo cartello sul prezzo del libro costituirebbe un errore dal punto di vista dei principi economici e creerebbe un pericoloso precedente.
L’11 marzo 2012 i cittadini si pronunceranno sulla reintroduzione del prezzo unico del libro. Un Comitato interpartitico costituito da rappresentanti dei Giovani liberali, dei Giovani UDC, del Partito Pirata, del PLR, dell’UDC, dei Verdi liberali e dell’organizzazione tedesca di protezione dei consumatori Konsumentenforum kf si impegna fermamente contro questo diktat statale sui prezzi.

Anche economiesuisse si oppone alla reintroduzione del prezzo unico del libro (un dossierpolitica espone i suoi argomenti in maniera dettagliata). Il commercio del libro funziona bene e una regolamentazione statale non è necessaria. La reintroduzione del prezzo unico del libro sarebbe contraria alla politica della concorrenza, poiché costituirebbe un ritorno ai cartelli. Questo sarebbe un passo pericoloso in direzione un’economia pianificata.

La legge manca gli obiettivi fissati
Il libro è un bene culturale prezioso, su questo non vi è alcun dubbio. Per questo la legge si basa sull’articolo relativo alla promozione della cultura. E’ difficile immaginare come un autore svizzero possa approfittare del margine superiore incassato da un editore straniero. In Svizzera il libro è già promosso in varie maniere. Un cartello sui prezzi non servirebbe a nulla. Al contrario, la promozione diretta del libro sarebbe più efficace e avrebbe meno effetti secondari negativi.
I principali beneficiari di un cartello sarebbero i grandi attori del mercato, nel caso specifico dei libri, le grandi case editrici e i rivenditori, sovente stranieri. Sarebbero proprio questi ultimi a beneficiare della reintroduzione del prezzo unico e non le piccole e simpatiche librerie di quartiere, alle quali questa misura non apporterebbe nulla. Queste ultime subirebbero al contrario delle restrizioni con ulteriori regolamentazioni e dovrebbero rinunciare alle strategie di prezzo.

Nel settore del commercio dei libri, la vera concorrenza proviene dal libro elettronico. Quest’ultimo non è però interessato dal prezzo unico del libro e si trova dunque maggiormente favorito. Con o senza prezzo unico del libro, il commercio del libro, al pari di altri settori, si trova in pieno fermento. Dei prezzi cartellistici inducono non solo delle distorsioni della concorrenza, ma aumentano anche la burocrazia. I lettori pagherebbero di più ma beneficerebbero di un’offerta meno innovativa.