Abbandono dei negoziati sul libero scambio agricolo: il Consiglio nazionale fornisce ai contadini una falsa sicurezza

Il 2011 è un anno elettorale. E’ questa la sola cosa che possa spiegare le decisioni relative alla reintroduzione dei contributi all’esportazione di bestiame e all’abbandono dei negoziati su un accordo di libero scambio agricolo. A lungo termine, il Parlamento rende un pessimo servizio ai contadini, poiché i mercati saranno prima o poi aperti. Sarebbe meglio prepararsi attivamente.
Durante la sessione straordinaria sulla politica europea e sui bilaterali III, il Consiglio nazionale ha accettato due mozioni relative al libero scambio agricolo con l’UE. Esso ha adottato la mozione Joder “Rottura dei negoziati su un accordo di libero scambio agroalimentare con l’UE” a netta maggioranza – con 101 voti contro 73 e 12 astensioni. Anche la mozione Darbellay “Accordo di libero scambio nel settore agroalimentare. Sospendere i negoziati”, è stata accettata con 106 voti contro 63 e 17 astensioni.

Con queste decisioni motivate da calcoli elettorali, il Consiglio nazionale non dà prova di una riflessione a lungo termine. Esso ignora completamente i vantaggi di un accordo di libero scambio – accesso al grande mercato europeo, prezzi bassi a livello nazionale, aumento della competitività del settore. La Camera bassa accetta così che l’insieme dell’industria agroalimentare, ivi compresa l’agricoltura, subisca ulteriori pressioni. In caso di conclusione del ciclo di Doha nell’ambito dell’OMC, l’industria agroalimentare sarà duramente provata dalla soppressione della protezione alle frontiere. Rimane da sperare che il Consiglio degli Stati, seconda camera deliberante, rettifichi questa decisione.

Tuttavia anche la Camera dei cantoni si trova in piena campagna elettorale. La reintroduzione dei contributi all’esportazione di bestiame, con 22 voti contro 15, lo comprova. Per economiesuisse, la reintroduzione di questi contributi è incomprensibile, viste le inefficaci distorsioni della concorrenza che provocano. A questo si aggiunge il fatto che questi contributi favoriscono solo un piccolo numero di commercianti di bestiame.