# 3 / 2017
24.03.2017

Disciplina e controllo per uscire dal pantano normativo

Allegato: esempi stranieri

Organismi di controllo indipendenti all’estero

In diversi paesi si stanno facendo vari tentativi per riuscire a tenere maggiormente sotto controllo la regolamentazione. In alcune nazioni sono già state introdotte misure basate sulle «clausole sunset» o sul principio «one-in, one-out». In Europa cinque paesi hanno già istituito degli organismi indipendenti il cui compito è favorire lo snellimento della burocrazia e migliorare la regolamentazione, ovvero:

  • l’Adviescollege toetsing regeldruk (Actal) nei Paesi Bassi;
  • il Nationaler Normenkontrollrat (NKR) in Germania;
  • il Regulatory Policy Committee (RPC) in Gran Bretagna;
  • il Better Regulation Council (Regelrådet) in Svezia;
  • il Regulatory Impact Assessment Board (RIAB) nella Repubblica Ceca.

Tutti questi comitati, insieme, sono conosciuti anche con il nome «RegWatchEurope» e hanno il compito di vigilare e fornire la propria consulenza ai rispettivi governi. Questi organismi si occupano della regolamentazione intelligente in generale, ma anche degli oneri complessivi generati dalla legislazione, compresa, in particolare, la riduzione degli oneri amministrativi.

Una caratteristica comune a tutti questi comitati è la loro struttura snella. L’NKR (Germania) e il Regelrådet (Svezia) hanno otto membri, mentre l’Actal (Paesi Bassi) ne ha soltanto tre. Inoltre, sono supportati da un segretariato.

Sebbene ognuno abbia compiti e mandati diversi, tutti si occupano del controllo (ex ante) dei nuovi progetti di regolamentazione. Di seguito analizzeremo nel dettaglio tre di questi comitati.

Paesi Bassi: Adviescollege toetsing regeldruk (Actal)

Il consiglio nazionale per il controllo normativo dei Paesi Bassi, Actal, è stato fondato nel 2000 ed è un comitato indipendente che partecipa alle decisioni politiche. Il suo compito è ridurre i costi burocratici per le aziende e i cittadini. Actal mette in luce quelli che saranno gli effetti delle decisioni politiche e fornisce la propria consulenza nella scelta dell’alternativa migliore dal punto di vista dei costi per raggiungere gli obiettivi prestabiliti. Nel suo lavoro, quindi, Actal valuta i programmi annuali dei ministeri. Inoltre, in caso di temi che richiedono una particolare attenzione, Actal fornisce la propria consulenza, esegue in modo autonomo ulteriori ricerche e prende l’iniziativa.

Tutte le proposte, comprese le iniziative parlamentari, che impongono oneri burocratici per le aziende e i cittadini, devono essere visionate da Actal. Al momento della presentazione della loro proposta, i ministeri sono tenuti anche a presentare un rendiconto degli oneri burocratici e dei possibili approcci alternativi alla regolamentazione. Le autorità governative in questa fase sono quindi tenute a mettere a disposizione tutte le informazioni rilevanti. Actal analizza poi i calcoli e le considerazioni fatte da esperti del settore e fornisce suggerimenti per migliorare la proposta oppure può anche consigliare di ritirarla. Tutti questi consigli però non sono vincolanti. Al termine del proprio lavoro l’organismo pubblica il cosiddetto «Actal-advice», che viene inoltrato ai ministri e ai parlamentari normalmente entro quattro / otto settimane al massimo. Oltre a svolgere questa procedura formalizzata, Actal è a disposizione dei vari organismi anche come interlocutore in grado di fornire informazioni e consulenze.

Il comitato è composto da tre membri indipendenti e dispone di un segretariato con 12 collaboratori. Actal collabora a stretto contatto con il ministero delle finanze e il ministero degli interni. Il legame con i membri del gabinetto, la rigida procedura di controllo delle proposte di legge, il supporto dei ministeri e la sua capacità di fare pressione sul parlamento, sui media e sui gruppi di interesse, fa sì che Actal sia in grado di contrastare le resistenze alle riforme, per garantire una migliore legislazione e la riduzione dei costi della burocrazia. Il comitato consultivo collabora anche con organizzazioni nazionali e internazionali, comprese le organizzazioni omologhe citate presenti nelle altre nazioni europee.

Grafico 4

Actal è impegnata attivamente nello sviluppo di nuove regolamentazioni a diversi livelli della discussione.

Germania: Nationaler Normenkontrollrat (NKR)

Anche in Germania negli ultimi anni si sta lavorando per ridurre i costi della burocrazia. Nel settembre 2006 è stato fondato il Normenkontrollrat (NKR), un organismo di controllo indipendente sul modello di quello olandese (Actal), il cui obiettivo principale era valutare, con l’ausilio di un modello dei costi standard retroattivo, il carico burocratico attraverso l’obbligo di informazione e di reporting. L’NKR è composto da dieci membri onorari, che su proposta del governo federale vengono nominati dal presidente federale tedesco. Nella propria attività l’NKR è indipendente ed è tenuto unicamente a rispettare l’incarico stabilito nella legge che ne sancisce la sua istituzione. Prima che il parlamento approvi una normativa, l’NKR controlla le stime elaborate dai ministeri per quanto riguarda le ripercussioni finanziarie per i cittadini, l’economia e l’amministrazione, ma anche la comprensibilità e la plausibilità di tali norme. I costi annuali e una tantum attesi vengono quindi esaminati alla lente. L’NKR verifica anche che lo scopo e la necessità di una normativa siano comprensibili, se esistono delle alternative, se deve essere fissata una scadenza della norma, se esistono dei modi per semplificarla e se sia conforme al diritto dell’UE. Talvolta il mondo economico tedesco critica questo organismo affermando che non possiederebbe le necessarie competenze per svolgere la propria attività (per questo numerose leggi non vengono sottoposte al suo controllo) e che la sua attività di consulenza sarebbe limitata. L’NKR verifica soltanto il 30% circa dei progetti di legge e nelle sue valutazioni non può effettivamente considerare tutti i possibili costi derivanti. Questo organismo, poi, viene anche criticato perché la misurazione dei costi della burocrazia avrebbe creato ancora più burocrazia avendo dato vita a nuovi organismi e moduli da compilare e perché il semplice rilevamento dei costi burocratici non servirebbe a ridurre la burocrazia stessa. 

UE: legiferare meglio

A livello dell’UE esiste un accordo interistituzionale dal titolo «Legiferare meglio». I progetti e le iniziative legislative europee fin dall’inizio devono essere strutturate in modo tale che gli obiettivi a cui si ambisce possano essere raggiunti riducendo al minimo i costi. Questo approccio dovrebbe fare in modo che la politica europea sia applicata e controllata in modo aperto e trasparente e ottenga il giusto sostegno grazie al coinvolgimento delle parti interessate. Per garantire l’efficacia delle misure dell’UE la Commissione europea analizza l’impatto previsto ed effettivo dell’attività politica e legislativa.

Impact Assessment Institute

Nel 2015 è stato quindi fondato l’Impact Assessment Institute, un istituto privato completamente indipendente. Il suo compito è quello di elaborare in modo indipendente e scientifico analisi sulla regolamentazione e sulle proposte di legge in senso lato. Nel maggio 2016 l’istituto è stato costituito formalmente come fondazione ai sensi del diritto belga.

Gran Bretagna: Regulatory Policy Committee (RPC)

Il Regulatory Policy Committee (RPC) è stato fondato nel 2009, è un organismo indipendente e il suo compito è controllare le misure di regolamentazione proposte. Nel 2012 l’RPC è stato trasformato in una commissione consultiva indipendente e non legata all’amministrazione, assumendo quindi una funzione permanente e definita in modo chiaro all’interno del governo. Tuttavia rimane un organismo non ufficiale e quindi può operare in modo indipendente dai ministeri. L’RPC analizza la qualità delle analisi e dei documenti che accompagnano le proposte di modifica della regolamentazione. Inoltre, controlla se i costi e i risparmi stimati dalle autorità e derivanti da una modifica della regolamentazione sono corretti. Sulla base di queste verifiche viene quindi deciso se è possibile procedere a una proposta concreta.

Quando le autorità propongono una nuova normativa, tale proposta dev’essere accompagnata da un impact assessment (IA) standardizzato. Nell’ambito di questa analisi, i rischi sono evidenziati e i costi e i vantaggi legati a una regolamentazione sono stimati e verificati. L’analisi d’impatto deve spiegare in modo chiaro quale sia il problema che le autorità intendono affrontare con questa norma, in che modo si intende contrastare il problema e quali sarebbero gli effetti della proposta. L’RPC quindi fornisce alle autorità un parere sulla qualità delle analisi e dei giustificativi dell’analisi d’impatto. Sulla base di questa valutazione il ministero responsabile può decidere se andare avanti con la regolamentazione o meno.

L’RPC svolge un compito importante anche in relazione alla procedura «one-in, one-out o one-in, two-out». Anche in questo caso l’RPC verifica le analisi d’impatto e quindi i costi derivanti dalla nuova regolamentazione.