# 6 / 2021
11.05.2021

Politica climatica: la via dell'economia verso l’obiettivo zero emissioni nette

Strumenti di politica climatica (globale e nazionale)

Una vasta gamma di strumenti politici è disponibile per raggiungere gli obiettivi di politica climatica desiderati. Dal punto di vista dell'economia, questi strumenti dovrebbero essere da un lato estremamente performanti (efficacia) e allo stesso tempo mantenere i costi per la società e l'economia più bassi possibile (efficienza). Pertanto, dovrebbero essere preferiti strumenti basati sull’economia di mercato per la riduzione dei gas a effetto serra.

Da un punto di vista economico, il problema del riscaldamento globale sta nella mancanza di internalizzazione delle esternalità. Ogni tonnellata di CO₂ emessa nel mondo causa lo stesso danno contribuendo al riscaldamento climatico nel suo insieme. Finora, non è stato quantificato un prezzo monetario per coprire questo danno, il che significa che esso non è o non è sufficientemente preso in considerazione nelle decisioni di investimento e di acquisto.

Gli strumenti basati sull’economia di mercato tentano di affrontare proprio questo problema influenzando il comportamento dei produttori e dei consumatori attraverso cambiamenti di prezzo ("segnali di prezzo"), cioè rendendo i prodotti o i servizi più o meno costosi. Le decisioni dei consumatori e dei produttori sono influenzate in modo tale da promuovere modelli di comportamento (investimenti, decisioni di acquisto) che causano meno emissioni. Per determinare un prezzo appropriato per le emissioni esistono fondamentalmente due approcci:

  1. l'introduzione di una tassa sul CO₂ che internalizzi le esternalità
  2. la limitazione delle emissioni e la creazione di un mercato per il commercio delle quote di emissione

Entrambi gli strumenti sono già in uso in Svizzera in forma più estesa che a livello internazionale. Nel caso della tassa sul CO₂, la Svizzera ha una delle tasse più elevate. Analogamente, la Svizzera è stata uno dei primi paesi al mondo a creare il proprio sistema di scambio di quote d’emissione, che ora si sta giustamente unendo con il sistema europeo.

La Svizzera rappresenta meno dell'uno per mille delle emissioni mondiali totali.

Poiché il riscaldamento globale è un problema mondiale, la suddivisione degli obiettivi globali in misure nazionali e regionali ha i suoi limiti. Solo l'uno per mille delle emissioni mondiali è prodotto su territorio svizzero. Di conseguenza, è necessario puntare anche sugli strumenti necessari a livello globale. Anche se gli sforzi di singoli paesi come la Svizzera sono importanti, non possono risolvere da soli il riscaldamento globale a causa della loro quota minima di emissioni.

Tre strumenti per una politica climatica globale

Una politica climatica efficace deve basarsi sull’economia di mercato e deve essere coordinata a livello internazionale. A livello globale, ci si dovrebbe concentrare sui seguenti tre strumenti:

  1. Tassa globale sul CO₂: per quanto riguarda le emissioni, attualmente non esiste un consenso sul costo. L'approccio chiave per limitare il riscaldamento globale consiste quindi in una correzione globale di questo malfunzionamento del mercato. A tal fine, il Fondo monetario internazionale raccomanda l'introduzione di un prezzo minimo per le emissioni di CO₂, che a lungo termine dovrebbe essere fissato a 75 dollari per tonnellata di CO₂. Già solo con un approccio graduale di 50 dollari per i paesi industrializzati del G20 e di 25 dollari per i paesi in via di sviluppo del G20 si potrebbe raggiungere il doppio della riduzione delle emissioni di CO₂ che questi paesi hanno promesso nell'Accordo sul clima di Parigi del 2015. Allo stesso modo, l'introduzione di una tassa minima sulle emissioni dannose per il clima è in discussione come parte del "Green Deal" elaborato dall'UE. Una tale correzione del sistema a livello globale ha il vantaggio di aumentare significativamente il grado di efficacia della politica climatica il che non è possibile con misure nazionali isolate. Inoltre, si evitano ritardi, scappatoie e distorsioni. Un gruppo di grandi paesi potrebbe mettere in pratica questa correzione del sistema. Istituzioni come il G20 o l'OCSE sarebbero preposte a questo. La Svizzera dovrebbe aumentare il suo impegno in tal senso.
  2. Sistema globale di scambio di quote di emissioni: un sistema di scambio di quote d’emissioni (SSQE) si basa sul limitare le emissioni nella modalità desiderata a livello politico e renderle commerciabili ("cap and trade"). L'effetto di questo strumento è quindi già prestabilito. In Svizzera, il sistema di scambio di quote di emissioni è stato, ad oggi, lo strumento di maggior successo, poiché con la minor quantità di risorse si ottiene il maggior risparmio. L'accordo tra la Svizzera e l'UE sul collegamento del SSQE assicurerà che le aziende svizzere abbiano accesso a un grande mercato, potendo ridurre le loro emissioni di CO₂ a costi paragonabili. Questo crea un mercato equo ed elimina le distorsioni della concorrenza. Unificare i SSQE è quindi un passo importante verso la creazione di un mercato internazionale per lo scambio di quote di emissioni. Con i meccanismi internazionali, le quote di emissioni possono essere scambiate su scala più ampia e le riduzioni di emissioni vengono realizzate dove si ottengono le riduzioni maggiori per franco investito. Ulteriori espansioni del SSQE dell'UE con sistemi in altre regioni del mondo o la formazione parallela di SSQE in altre regioni del mondo sono quindi da accogliere con favore.
  3. Riduzioni di emissioni all'estero in conformità con l'Accordo sul clima di Parigi: Sfortunatamente, durante le conferenze sul clima non è ancora stato fatto alcun passo avanti nella creazione di meccanismi di mercato internazionali per il periodo fino al 2030. Tuttavia, l'uso di tali meccanismi è parte integrante dell'accordo e, se progettato correttamente (mantenendo alti standard di integrità ambientale, evitando il doppio conteggio e l'addizionalità), l'impatto delle misure di cooperazione internazionale è molto maggiore rispetto a quello di strumenti isolati e puramente nazionali. Al contrario, le compensazioni di emissioni all’estero sono di grande beneficio anche per i paesi in cui vengono attuate. Da un lato, permettono ad un paese di compensare più emissioni di quanto gli sarebbero permesso e d'altra parte, grazie al sostegno estero, vengono introdotte nuove tecnologie di riduzione delle emissioni a beneficio dei paesi. I progetti transnazionali sono quindi da accogliere con favore.

Elaborazione di misure nazionali

In fase di elaborazione di misure nazionali, è importante evitare il più possibile i danni economici. Oltre alle misure internazionali esposte sopra, esistono una serie di misure, basate sull’economia di mercato e non, da attuare a livello nazionale:

  1. Tassa di incentivazione sul CO₂: una tassa di incentivazione sulle emissioni dannose per il clima rappresenta - come già descritto sopra - fondamentalmente l'approccio corretto. Le tasse di incentivazione sono orientate all’obiettivo e comportano bassi costi di realizzazione. I segnali derivanti dal prezzo forniscono alle aziende e ai privati un incentivo continuo per trovare la combinazione ottimale tra il cambiamento comportamentale (riduzione delle emissioni) e l’onere finanziario (tassa di incentivazione). Tuttavia, una tassa nazionale sul CO₂ ha solo un effetto limitato in un'economia aperta. Più il progetto è asimmetrico (cioè maggiore è la differenza tra la Svizzera e il resto del mondo), maggiori sono gli effetti di delocalizzazione dell'industria che comportano una diminuzione dell’impatto della politica climatica. La Svizzera ha già una delle tasse sul CO₂ più elevate al mondo, per cui un ulteriore rincaro di questa tassa da parte del nostro paese danneggerebbe unicamente la piazza economica svizzera e porterebbe a ulteriori delocalizzazioni all’estero dell’industria.
  2. Sistema delle convenzioni sugli obiettivi: la combinazione di una tassa sul CO₂ con la possibilità di stipulare convenzioni sugli obiettivi di riduzione - come quelli attuati con l'Agenzia dell'energia per l'economia (AEnEC) - porta a riduzioni maggiori di emissioni con un minor svantaggio competitivo per le aziende. In base a queste convenzioni, le aziende si impegnano a raggiungere un obiettivo di riduzione delle emissioni e, se lo raggiungono, gli viene rimborsata la tassa sul CO₂. La possibilità per tutte le aziende di partecipare a questo sistema di convenzioni sugli obiettivi è importante. Visto che il modello aiuta a mantenere la competitività dopo l’introduzione di una tassa nazionale sul CO₂, questo approccio dovrebbe essere proposto a livello internazionale al fine di aprire la strada verso una tassa globale sul CO₂.
  3. Strumenti non basati sull’economia di mercato: oltre agli strumenti basati sull’economia di mercato, ci sono altri strumenti che possono essere utilizzati per ridurre le emissioni. Questi includono i regolamenti, cioè le norme e gli standard. Essi sono utilizzati per imporre cambiamenti mirati del comportamento, per esempio imponendo requisiti minimi per i prodotti, che allo stesso tempo limitano la libertà di scelta del consumatore. Degli esempi in questo senso sono la regolamentazione delle emissioni per i nuovi veicoli o i requisiti di efficienza nel settore dell'edilizia. Mentre le norme concordate a livello internazionale possono essere efficaci, le regolamentazioni nazionali ("Swiss Finish") portano a una restrizione della libertà dei consumatori e quindi a costi più elevati. Altri strumenti in questo ambito sono le misure indirette o di accompagnamento. Le campagne di sensibilizzazione e d'informazione, così come le misure nel campo dell'educazione, servono a informare ampi settori della popolazione e degli attori economici sui legami tra le emissioni di gas ad effetto serra e i danni causati dal cambiamento climatico, a sensibilizzare sul problema e a evidenziare le possibili linee d'azione (decisioni d'acquisto, cambiamenti di comportamento, investimenti ad esempio nell'efficienza energetica). Lo scopo principale di tali misure è quello di rafforzare l'impatto delle altre misure eliminando le lacune di conoscenza. Queste misure sono principalmente utilizzate in aggiunta ad altri strumenti, hanno un effetto piuttosto moderato e sono quindi di secondaria importanza da un punto di vista economico. Un'altra categoria di misure da menzionare è l'impegno volontario (accordo) Si tratta di accordi volontari tra lo Stato e attori privati. Gli impegni volontari rappresentano uno strumento efficiente, poiché gli attori del settore privato possono integrare direttamente le loro preferenze nell’accordo e coordinare meglio il corso dell'azione con le loro possibilità.