# 8 / 2017
16.11.2017

Finanze federali: più margine di manovra

Misure per il preventivo 2018

Misure di sgravio

Le misure di risparmio decise dal Consiglio federale sono al centro del budget. Esse sono la conseguenza degli oneri supplementari disposti dal Parlamento in diversi progetti. Tali misure sgravano il bilancio federale degli anni dal 2018 al 2020 in ragione di circa 1 miliardo di franchi.

Adattamenti al rincaro

La misura con l’impatto più importante consiste nell’adeguamento delle spese all’evoluzione debole o negativa del rincaro registrato negli ultimi anni. Tale correzione coinvolge vari settori e corrisponde a circa il 3% delle spese.

Questo concerne innanzitutto i settori dotati di piani finanziari pluriennali. Le spese vengono calcolate su un’ipotesi per quanto concerne l’evoluzione del rincaro e seguono poi questa strada. È il caso dell’agricoltura, della cooperazione internazionale, della formazione e della ricerca, nonché della difesa nazionale. In tali settori le spese sono in gran parte debolmente vincolate. Al contrario, per i settori di compiti in cui le spese sono per lo più fortemente vincolate, queste ultime vengono continuamente adeguate al rincaro (cfr. riquadro).

Tagli nel settore proprio

La seconda misura adottata dal Consiglio federale prevede la riduzione delle spese nel settore proprio, ossia nell’amministrazione federale. Tali riduzioni corrispondono a 150 milioni di franchi, ossia una correzione del 3%. In questo modo il settore proprio contribuisce al consolidamento in proporzione analoga al settore dei trasferimenti. Le misure coinvolgono le spese per il materiale e il funzionamento dell’amministrazione federale nonché gli investimenti, mentre le spese del personale sono piuttosto preservate.

Riduzioni mirate in vari gruppi di compiti

La terza misura prevede riduzioni mirate in quei settori che negli ultimi anni hanno visto crescere la spesa in misura superiore alla media. Si tratta in particolare dei settori della cooperazione internazionale, dei trasporti (apporti ai fondi di finanziamento dei trasporti) e della difesa nazionale. Il Consiglio federale prevede inoltre di spendere un po’ di meno per le costruzioni della Confederazione e il settore delle scuole politecniche federali. Altri tagli minori concernono inoltre l’assicurazione della qualità del latte, Skyguide o il risanamento dei siti contaminati). Supponendo che il Parlamento sostenga l’aumento del versamento a favore del Fondo per l’infrastruttura ferroviaria proposto dal Consiglio federale per il 2018 (+295 milioni), i tagli sarebbero attuati soltanto a partire dal 2019 nel settore dei trasporti.

L’insieme di queste misure comporta una riduzione effettiva, vale a dire nominale, delle spese rispetto all’esercizio precedente. Da un lato, l’agricoltura riceve il 3% di fondi in meno (-109 milioni di franchi), a seguito delle correzioni del rincaro. D’altro lato, le spese per la cooperazione internazionale dovrebbero diminuire dell’1,8% (ossia 66 milioni di franchi). Gli altri settori di spesa riceveranno gli stessi mezzi (formazione e ricerca) o maggiori fondi rispetto all’anno precedente (previdenza sociale, trasporti, difesa nazionale).

Rincaro: in passato previsioni troppo elevate

Una mozione trasmessa dal Parlamento (mozione Dittli 16.3705) invita il Consiglio federale a compensare il rincaro solo quando questo effettivamente si verifica. Finora nell’ambito di decisioni finanziarie pluriennali, come i limiti di spesa o i crediti di impegno, sono state applicate le previsioni di rincaro indipendentemente dal rincaro effettivo.

Negli ultimi anni l’andamento del rincaro è stato debole o addirittura negativo. Tuttavia, i piani di spesa elaborati per alcuni settori si sono basati su previsioni di rincaro comunque positive. Il rincaro così sopravvalutato ha comportato un aumento delle spese non realmente pianificate nei settori interessati. Anche per il 2018, gli importi preventivati prevedono un rincaro elevato dello 0,8%. Tuttavia, le previsioni attuali tendono piuttosto verso un rincaro di solo lo 0,2%.

Le ipotesi della Confederazione in merito al rincaro si basano per lo più sull’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC). Per gli anni dal 2009 al 2018, il rincaro IPC effettivo cumulato dovrebbe raggiungere un -1,3%. Nello stesso arco di tempo la pianificazione delle finanze ha considerato un rincaro del 14%. L’eccessivo rincaro è già stato corretto più volte in passato. Dopo la correzione del rincaro del 3% nel 2018, l’aumento reale delle spese si stabilirà nonostante tutto ancora al 2%, mentre non era previsto e che esso è da attribuire a previsioni troppo elevate.

A differenza di numerose spese, le entrate reagiscono immediatamente al rincaro. L’evoluzione delle entrate segue il PIL nominale, che a sua volta, riflette la crescita economica reale nonché il rincaro. Se il rincaro è ridotto, le entrate (in particolare quelle derivanti dall’IVA, molto importanti in termini di volumi) restano deboli. Correggere ulteriormente le spese e rivederle al ribasso alla luce del rincaro effettivo è corretto e permette di evitare un aumento non voluto delle spese e di prendere in considerazione una diminuzione delle entrate legata al rincaro.

Grafico 5

La metà delle misure apportate per rispettare il freno all’indebitamento comprende correzioni del rincaro e riguarda settori in cui le spese non sono fortemente vincolate. Nella maggior parte dei settori, le spese aumentano o restano stabili. Le spese nominali sono diminuite nei settori della cooperazione internazionale e dell’agricoltura.