# 2 / 2022
02.02.2022

Relazioni Svizzera-UE: è ora di agire

Misure adottate dalla Svizzera per minimizzare i danni economici

Equivalenza borsistica

Dal momento che l’UE non riconosce ancora la regolamentazione borsistica svizzera come equivalente e che l’ordinanza urgente atta a proteggere l’infrastruttura borsistica svizzera scade alla fine dell’anno, il Consiglio federale ha deciso il 17 novembre 2021 di prolungarla di sei mesi e di integrarla in una legge ordinaria.

Con questa misura difensiva, il Consiglio federale ha finora soddisfatto l’obiettivo di preservare il funzionamento del mercato svizzero dei capitali. L’economia ha sostenuto questa procedura. Dal punto di vista del settore finanziario, l’obiettivo strategico deve però restare il riconoscimento illimitato dell’equivalenza della regolamentazione borsistica svizzera da parte della Commissione europea. La Svizzera adempie di fatto tutte le condizioni tecniche.

Dispositivi medici

In reazione alla decisione della Commissione europea del 26 maggio 2021 di non più riconoscere i dispositivi medici come equivalenti (e di sottoporli alla regolamentazione applicata ai paesi terzi), il Consiglio federale ha modificato l’ordinanza svizzera sui dispositivi medici (ODmed). Questa modifica intende garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la sorveglianza del mercato nel campo dei dispositivi medici in Svizzera. Il Consiglio federale ha però inasprito le disposizioni riprese dall’UE (RDM) (Swiss finish). Pertanto, si sono creati importanti ostacoli all’importazione per i prodotti di fabbricanti stranieri.

Gli ambienti economici si sono chiaramente opposti: le misure alternative nel settore dei dispositivi medici e in particolare lo Swiss finish, contravvengono al MRA, non producono l’effetto sperato e sono perfino controproducenti. A fine 2021, si è trovata una soluzione pragmatica con il settore. Questo aiuta non solo l’industria svizzera delle tecnologie mediche, ma anche le cure mediche in Svizzera.

Contributo alla coesione

La Commissione europea ha condizionato l’apertura di negoziati sulla partecipazione della Svizzera ad «Horizon Europa» alla liberazione del secondo contributo di coesione. Liberando senza condizioni questo contributo, adottato già nel 2019, la Svizzera tenta di uscire da una spirale dove i «temi esteri» vengono regolarmente associati alla politica europea. Il Consiglio federale ha approvato il relativo protocollo d’intesa con l’UE il 24 novembre 2021. L’economia sostiene questo approccio.

Lo sperato sblocco dell’associazione della Svizzera al programma quadro di ricerca europeo «Horizon Europa» si fa però ancora attendere.

Horizon Europa

Il 17 settembre 2021, il Consiglio federale ha deciso di introdurre misure transitorie in attesa dell’auspicata associazione da parte della Svizzera. Queste misure implicano il Fondo nazionale svizzero, Innosuisse, l’Agenzia spaziale europea ESA e altri attori. Le previste misure transitorie sono state presentate al Parlamento nell’ambito di un annuncio tardivo relativo al preventivo 2022, nel corso della sessione invernale 2021. Inoltre, il 20 ottobre 2021, il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) di garantire il finanziamento dei partecipanti svizzeri alle tappe del programma «Horizon Europa» che vengono loro aperte. Altre misure complementari e di sostituzione saranno esaminate entro il 2023. Esse saranno attuate se la Svizzera non riuscisse a partecipare ad «Horizon Europa» in quanto membro a pieni diritti.

L’economia sostiene le misure e il calendario. Detto questo, queste misure non potranno compensare interamente le possibilità che un’associazione a pieni diritti offrirebbe ai ricercatori e alle imprese di un paese. L’associazione completa ad «Horizon Europa» resta l’obiettivo principale.

Prevenire le crisi nel settore dell’elettricità

Il 1o dicembre 2021, gli Stati Penta (Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo, Olanda, Austria) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con la Svizzera sulla prevenzione delle crisi nel settore dell’elettricità. La Svizzera si trova così in una situazione più favorevole per collaborare con i paesi vicini in caso di problemi di approvvigionamento, ciò che è ritenuto positivo. La partecipazione al mercato europeo dell’elettricità potrebbe limitare il verificarsi di simili situazioni di crisi, ma non evitarle.