# 9 / 2020
03.12.2020

Sì all’accordo di libero scambio AELS-Indonesia: un vantaggio importante per sostenere l’industria svizzera d’esportazione

Dopo otto anni e mezzo di negoziati, we made it!

Il 16 dicembre 2018, otto anni e mezzo dopo il lancio ufficiale dei negoziati e al termine di quindici cicli di negoziati e di molteplici riunioni di esperti, Johann Schneider-Ammann, allora ministro dell’economia, ha potuto finalmente esultare da Jakarta: «We made it»! Quel giorno, i paesi membri dell’AELS (Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Norvegia) e Indonesia hanno firmato un accordo di partenariato economico di vasta portata (Comprehensive Economic Partnership Agreement; CEPA).  La politica commerciale svizzera ha raccolto così un successo d’importanza strategica. L’accordo apporta di fatto sostanziali vantaggi alle imprese esportatrici svizzere nei confronti della concorrenza dell’UE, che non dispone ancora di un simile strumento. 

Il 20 dicembre 2019, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno approvato con ampie maggioranze il decreto federale concernente l’approvazione dell’accordo (con rispettivamente 119 voti contro 56 e 21 astensioni e 34 voti contro 8 e 2 astensioni), aprendo così la strada alla ratifica dell’accordo da parte del Consiglio federale. Un comitato guidato dall’organizzazione contadina Uniterre e composto da una parte della sinistra e degli ambienti ecologisti, ha lanciato il referendum. Il 2 luglio 2020, la Cancelleria federale annunciava che il referendum, sottoscritto da 61’184 firme valide, era formalmente riuscito. La votazione sull’accordo di libero scambio avrà luogo il 7 marzo 2021. Nella storia delle votazioni popolari, questa consultazione riveste un carattere particolare, poiché il popolo svizzero ha dovuto pronunciarsi finora soltanto una volta, nel 1972, sull’entrata in vigore di un accordo di libero scambio tra la Svizzera e la CE, divenuta nel frattempo UE).