# 4 / 2020
27.08.2020

Scuole pubbliche ben gestite per una formazione di qualità

2. Analisi della situazione attuale nei Cantoni

La scolarità obbligatoria è di competenza dei Cantoni e dei Comuni. Di conseguenza, esiste un gran numero di modelli di direzione scolastica diversi. Nella letteratura, si parla spesso di «triade di direzione» (Bonhage e Schwitter Marsiaj, 2019) composta da un’autorità scolastica (commissione scolastica, consiglio di scuola o termine analogo) in quanto esecutivo politico, dalla direzione della scuola in quanto esecutivo operativo e dall’amministrazione cantonale o comunale. La struttura di direzione delle scuole è generalmente definita in maniera relativamente precisa da condizioni quadro legali. 

Ogni Cantone regolamenta autonomamente la ripartizione della direzione strategica ed operativa, poiché il quadro è generalmente stabilito dalla legge sulla scuola dell’obbligo del Cantone interessato. Di seguito viene proposta una breve panoramica descrittiva dei modelli attualmente applicati in Svizzera. Per poter dare una visione generale della direzione politico-strategica ed amministrativo-operativa, i dettagli specifici non sono menzionati. 

I modelli di direzione delle scuole dei vari Cantoni possono essere divisi in tre categorie: 

  • Commissione scolastica: direzione politico-strategica della scuola da parte di un comitato eletto dal popolo e incaricato esclusivamente dell'educazione pubblica, gestione operativa da parte della direzione scolastica.
  • Municipio: direzione politico-strategica della scuola da parte del Municipio e competenze estese per la direzione della scuola. 
  • Delegazione: Il Comune può decidere in maniera autonoma di costituire una commissione scolastica e decidere quali competenze attribuirle.

Il primo dei modelli citati, con una commissione scolastica incaricata della direzione politico-strategica, è il più corrente. Il popolo elegge una commissione scolastica composta da membri non professionisti. La commissione scolastica è incaricata di elaborare la strategia della scuola. Essa definisce il quadro del programma scolastico e approva il programma proposto. Essa assume o licenzia il responsabile della direzione e il corpo docenti. Spesso, la commissione scolastica è responsabile della destinazione di risorse finanziarie e del controllo del loro utilizzo. Essa è l’interfaccia con il pubblico e ha quale missione di integrare la scuola nel Comune. Spesso, essa svolge anche il ruolo di istanza di ricorso. La direzione operativa delle scuole è invece garantita dai direttori scolastici assunti dalla commissione scolastica. Questi ultimi sono responsabili dell’amministrazione, della gestione del personale docente e della direzione pedagogica della scuola. Essi elaborano generalmente il programma scolastico con il corpo docente e costituiscono la prima istanza di ricorso. L’attribuzione precisa delle competenze varia da un Cantone all’altro. 

Con la crescente professionalizzazione delle direzioni scolastiche, il secondo modello senza commissione scolastica guadagna popolarità. Con questo modello, la maggior parte delle competenze della commissione scolastica sono trasferite al municipale competente (capodicastero). I compiti di supervisione sono in gran parte assunti dal dipartimento cantonale dell’educazione pubblica. Una parte delle competenze assunte dalla commissione scolastica del primo modello sono allora affidate alla direzione scolastica. I Cantoni che adottano questo modello lo giustificano spesso con la difficoltà di reperire, nei Comuni piccoli, le persone competenti per entrare a far parte della commissione scolastica. In molti casi, gli amministratori scolastici professionalizzati ritengono di non essere compresi o adeguatamente guidati dalle autorità non professionali. Alcuni Cantoni, come Soletta e Basilea-Città applicano questo modello. In numerosi Cantoni sono in corso discussioni (in particolare Argovia, Basilea Campagna, Zurigo) sull’opportunità di abolire la commissione scolastica. 

Il terzo ed ultimo modello è una forma ibrida dei primi due. In questo caso, il Cantone non impone nessun modello di direzione ai Comuni. Quest'ultimi possono decidere autonomamente di costituire una commissione scolastica e quali competenze attribuirle. La commissione scolastica può essere dotata di poteri decisionali definiti in modo diverso, o assumere solo una funzione consultiva. Questa forma si trova ad esempio nei Cantoni di Lucerna e Berna. 

Non esiste il modello giusto o quello sbagliato. Con ciascuno dei modelli descritti, si osservano esempi buoni e meno buoni di cooperazione tra la direzione strategica e operativa. Oltre al modello e alle specificità regionali, le persone implicate svolgono un ruolo chiave. Si costata tuttavia ovunque una tendenza verso direzioni scolastiche sempre più professionali. L’esigenza di una professionalizzazione o di un’abolizione della commissione scolastica diventa così sempre più frequente. Da questo punto di vista, il paesaggio svizzero della formazione è in pieno sviluppo.  

Le strutture direttive variano notevolmente da una scuola all’altra. La composizione della direzione della scuola, l'organigramma e il numero delle persone sotto responsabilità diretta variano molto. Di norma dipendono dalle dimensioni della scuola o dal numero di alunni, ma anche dai requisiti normativi fissati dalle autorità cantonali. Un sondaggio a campione in quattro grandi Cantoni svizzero tedeschi (Argovia, Basilea Città, Berna, Zurigo) mostra che il numero delle persone sotto responsabilità diretta si situa generalmente intorno alle 25-30 persone. In alcune scuole sono posti sotto la responsabilità di un direttore o di una direttrice fino a 60 docenti. Il numero delle persone sotto responsabilità diretta è quindi significativamente più alto di quello considerato ottimale nella letteratura scientifica. I Cantoni sono ben consapevoli di questo problema. Il sondaggio dimostra inoltre che i compiti di direzione costituiscono tipicamente un po’ meno di un posto di lavoro a tempo pieno. Nel Canton Berna, per esempio, la direzione di un'istituzione scolastica rappresenta in media 0,74 posti a tempo pieno, distribuiti su 1,87 persone.