Procedura «semplificata» di riaccreditamento delle scuole universitarie: grazie per rettificare la decisione

Il fatto che le scuole universitarie svizzere debbano sottoporsi ad una procedura di accreditamento ogni sette anni è utile e perfettamente normale nel contesto internazionale nel quale evolvono. Tuttavia, il Consiglio di accreditamento ha dovuto preoccuparsi di riaccrediti abbreviati per quattro anni. Sarebbe ora di interrompere questo inutile esercizio.

Il 27 novembre 2017, il Consiglio delle scuole universitarie è incorso in un «incidente operativo»: il consiglio di accreditamento, creato dalla nuova legge federale sulla promozione e il coordinamento del settore universitario svizzero (LPSU), è stato costretto a mettere a punto una procedura «semplificata». Il rappresentante del Canton Berna dell’epoca aveva ritenuto che non si potesse attendere che gli istituti universitari si sottoponessero ad un controllo della qualità ogni sette anni. Se un'università dovesse superare con successo una procedura, dovrebbe solo subire una revisione abbreviata sette anni dopo. Il consiglio universitario ha seguito questa mozione - probabilmente con l'argomentazione che non si debba rafforzare inutilmente la burocrazia.

Quattro anni dopo si discuteva ancora delle possibili modalità di una simile procedura, senza equivalenze a livello internazionale. I diversi concetti previsti sono insoddisfacenti per non dire grotteschi. Invece si potrebbe essere molto più savi: le università si sono da tempo abituate alla procedura di controllo della qualità. Molte di esse si fanno controllare da organizzazioni private di accreditamento, oltre all'accreditamento statale, per poter dimostrare agli studenti nazionali ed esteri di soddisfare gli standard internazionali. Delle agenzie specializzate esaminano se dei programmi, delle facoltà o intere scuole soddisfano le esigenze di qualità e se esiste un potenziale di miglioramento. Non si tratta dunque di una procedura puramente formale. Piuttosto, una procedura di accreditamento riguarda il raggiungimento di un miglioramento continuo e la promozione di una cultura della qualità. In una procedura "semplificata", però, questo rischia di essere perso.

Allora perché non correggere semplicemente questa procedura sbagliata del 2017, adottata senza grandi riflessioni? Dato che la maggior parte dei consiglieri di Stato e il consigliere federale responsabile nel 2017 non sono più in carica, la posizione di partenza per questo sarebbe in realtà abbastanza buona. Per assicurare la qualità nel settore della formazione superiore svizzera, è chiaro come il sole: è giunto il momento di togliersi i paraocchi e sotterrare l'idea ben intenzionata, ma non sensata, di una procedura "semplificata".