La cassa unica minaccia il modello di successo

20 anni fa, il 51,8% della popolazione diceva sì alla legge sull’assicurazione malattia (LAMal). Una decisione presa a stretta maggioranza ma che si è rivelata preziosa. In effetti, i tre quarti della popolazione traggono un bilancio positivo dalla LAMal, anche se uno dei quattro obiettivi della legge non è stato raggiunto. Le prestazioni lorde degli assicuratori sono aumentate del 95%, mentre il prodotto interno lordo è progredito solo del 51%. L’obiettivo del contenimento dei costi non è stato raggiunto. Come può una legge essere così apprezzata se non raggiunge uno dei suoi obiettivi?

​La risposta è da ricercare negli altri tre obiettivi che invece sono stati tutti raggiunti: in primo luogo, la nuova legge prometteva di colmare le lacune del catalogo dell’assicurazione di base. Ciò è avvenuto con l’integrazione delle prestazioni di cure e di cure a domicilio. Secondo, il premio per persona ha introdotto la parità tra uomo e donna. Lo strumento della riduzione dei premi ha dal canto suo concretizzato la solidarietà tra le persone facoltose e quelle che lo sono di meno. E, terzo, la libera scelta della cassa malati è ora garantita. Un assicurato che non è soddisfatto della propria cassa malati può cambiare operatore alla fine dell’anno mediante una procedura semplice.

La libera scelta è l’elemento centrale del nostro sistema sanitario, molto apprezzato dalla popolazione e confermato in occasione di varie votazioni. Questa libertà è ora in pericolo. In effetti, voteremo sulla cassa unica nel secondo semestre del 2014. L’iniziativa popolare per una cassa malati pubblica intende abolire la scelta della cassa. Ciò rimetterebbe in discussione il modello dell’assicurazione di base. Oltre alla scelta dell’assicuratore, una cassa unica minaccia anche altre libertà, come quella di scegliere il fornitore di prestazioni. A ciò va aggiunto che il monopolio così creato aumenterebbe la burocrazia inerente al sistema, generando dei costi supplementari. Senza contare i costi indotti dal cambiamento del sistema e stimati a 2 miliardi di franchi. In simili condizioni, il cambiamento di sistema proposto non permetterà di raggiungere il quarto obiettivo, quello del contenimento dei costi.