Per la protezione dei dati, della sfera privata e della responsabilità individuale

Il nostro recente dossierpolitica “Una politica dei dati basata sulla fiducia, per il progresso e l’innovazione” ha suscitato diverse reazioni nei media. economiesuisse difende la proprietà privata, la sfera privata e una protezione dei dati adeguata e coordinata a livello internazionale. Questo è nell'interesse di tutti.

In quanto organizzazione mantello dell'economia di orientamento liberale, ci impegniamo fermamente a favore della proprietà privata. Se rifiutiamo la creazione di un diritto di proprietà dei dati è perché tale diritto non esiste, né in Svizzera né in Europa. I dati non sono paragonabili agli oggetti. È vero, tuttavia, che i dati sono giustamente già legalmente protetti in modi diversi. Tali disposizioni spaziano dal diritto contrattuale, al codice penale, al diritto in materia di protezione dei dati, al diritto d'autore e al diritto della concorrenza.

La revisione della legge sulla protezione dei dati estenderà, verosimilmente a breve, la protezione di cui beneficiano i cittadini. Riteniamo che questo sia ragionevole. La protezione dei dati è soltanto una delle varie questioni affrontate nel nostro dossierpolitica.

Per una politica dei dati orientata al futuro e nell'interesse della piazza economica svizzera, è essenziale che i fattori di successo del nostro Paese non siano messi a repentaglio, per esempio, attraverso nuove normative o nuovi concetti giuridici inappropriati, che volgerebbero le spalle a strumenti tradizionali quali i diritti della personalità, la protezione dei dati, la normativa sui cartelli, la proprietà intellettuale e il diritto della concorrenza. Le imprese rappresentate nei nostri gruppi di lavoro e negli organi hanno a lungo discusso i vantaggi e gli svantaggi dei nuovi strumenti giuridici e delle nuove leggi. Alla fine, si sono opposti con chiarezza a modifiche affrettate del sistema attuale o non coordinate a livello internazionale.

Come affrontare l'attuale situazione, in cui alcune grandi imprese internazionali dispongono di più dati di altre e sono quindi in grado di offrire prodotti migliori o più attraenti? Queste grandi imprese dovrebbero essere obbligate dallo Stato a comunicare i dati raccolti ai propri concorrenti? O a delle start-up, che di conseguenza potrebbero svilupparsi, ma che dovrebbero poi, a loro volta, comunicare i dati generati a terzi?

La concorrenza può funzionare se anche concorrenti e sfidanti possono accedere ai dati degli utenti. Sarebbe tuttavia sbagliato obbligare i fornitori esistenti a rivelare i dati a terzi. Perché non si tratta di ridistribuzione, ma di concorrenza. E qui la vigente legge sui cartelli prevede già degli strumenti e dei mezzi per contrastare gli abusi in caso di posizione dominante. In casi di questo tipo, le autorità possono già ordinare l'accesso ai dati dei concorrenti. D'altro canto, faremmo bene a riflettere sul ritmo di tali procedure, che devono essere sufficientemente rapide da poter correggere gli sviluppi inopportuni. La politica della concorrenza deve proteggere la concorrenza e non i singoli attori. Inoltre, in base all'attuale legge sulla protezione dei dati, una persona può già richiedere l'accesso ai dati che la riguardano che sono registrati presso un'impresa.

Datensammlung

 

La concorrenza garantisce un vantaggio alle aziende che hanno la fiducia dei clienti in materia di dati. Anche la forte esigenza dei clienti per quanto concerne la privacy, la sicurezza e le disposizioni sui dati raccolti genererà nuove offerte. Queste offerte non devono però essere ordinate dallo Stato: il cittadino responsabile deve essere in grado di decidere autonomamente quale offerta utilizzare quando e come.

Nell'era digitale, gli appelli a un maggiore intervento statale, a più regole, alla ridistribuzione o alla creazione di nuovi concetti giuridici non ci sono di alcun aiuto. Occorre prestare particolare attenzione quando si regolamenta un'area così dinamica, in quanto esiste un elevato rischio che l’intervento normativo da parte degli ambienti politici rallenti l'innovazione – il che sarebbe dannoso.

Nell'era della digitalizzazione sarebbe più opportuno concentrarsi sulla salvaguardia di fattori di successo comprovati, quali la libertà di impresa. Grazie ai suoi fattori di successo, la Svizzera è da diversi anni uno dei Paesi più competitivi al mondo. Ci auguriamo che questa situazione sia destinata a perdurare nel tempo. Il dibattito politico è fondamentale nel nostro Paese, soprattutto quando si tratta di affrontare nuove sfide. Siamo quindi lieti che l'opinione pubblica partecipi ora al dibattito sulla politica in materia di dati.