PV 2020: anche la Confederazione ci rimetterà

Chi finanzierà realmente la riforma dell’AVS? Per molti è chiaro che saranno i lavoratori, le imprese e i consumatori ad essere pregati di passare alla cassa per finanziare l’aumento delle rendite. Non così evidente è che anche la Confederazione dovrebbe partecipare allo sforzo. Entro il 2030 l’onere finanziario supplementare sarebbe di 700 milioni di franchi. Questo non sarebbe privo di conseguenze in altre voci del bilancio.

La riforma Previdenza vecchiaia 2020, posta in votazione il prossimo 24 settembre, è finanziata in diverse maniere. I consumatori sono chiamati a contribuire attraverso un aumento dell’IVA, che coprirebbe gran parte dei costi. Anche i lavoratori e i datori di lavoro parteciperebbero alla riforma e all’aumento delle rendite di 70 franchi al mese, attraverso l’aumento dei contributi salariali a favore dell’AVS. Per compensare la diminuzione del tasso di conversione minimo, la riforma prevede un aumento dei prelievi salariali a favore della LPP.

Il fatto che la riforma dell’AVS indurrebbe oneri supplementari per la Confederazione viene ampiamente trascurato nei dibattiti e nelle valutazioni. Tuttavia, le conseguenze finanziarie sarebbero molto importanti, come mostra economiesuisse nel suo ultimo dossierpolitica.

A causa dei flussi finanziari tra la Confederazione e l’AVS, la Confederazione sarebbe direttamente coinvolta. Attualmente, essa è legalmente tenuta a coprire un quinto delle spese dell’AVS. Ora, l’aumento delle rendite previsto da Previdenza 2020 farebbe aumentare le spese dell’AVS e, automaticamente, quelle della Confederazione. Inoltre, la riforma priverebbe la Confederazione di entrate derivanti dall’IVA di cui essa dispone attualmente per finanziare il proprio contributo all’AVS.

Previdenza vecchiaia 2020 significherebbe per la Confederazione il versamento di circa mezzo miliardo in più all’AVS a partire dal 2018. Dopo il 2020, quando la generazione dei «babyboomer» andrà in pensione, le spese supplementari continueranno a crescere incessantemente. Nel 2030 la Confederazione dovrebbe versare 700 milioni supplementari e nel 2039 un miliardo. Queste somme verrebbero così a mancare in altre voci.

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Dal momento che le spese vincolate a favore dell’AVS aumentano ogni anno, esse assorbono sempre più risorse federali generali. La loro quota rispetto al totale delle spese aumenta. Di conseguenza, le entrate disponibili per altre spese meno fortemente vincolate, come la formazione e la ricerca o l’agricoltura, diminuiscono. Ne risulta che la riforma rafforza il fatto che le spese vincolate soppiantino le spese non vincolate. Pertanto, anche il margine di manovra della politica budgetaria si riduce.

Ecco il perno del problema. La riforma non risponde a due questioni decisive: come finanziare durevolmente dei costi che aumentano ad un ritmo superiore alla media? E come risolvere il problema strutturale crescente della previdenza vecchiaia? Invece di consolidare l’AVS, Previdenza 2020 ne aumenterebbe le spese. Gli ambienti economici e una vasta alleanza diranno dunque no il prossimo 24 settembre. Per maggiori informazioni, vi invitiamo a consultare il nostro ultimo dossierpolitica, che riassume i principali fatti e cifre sulla riforma della Previdenza 2020 e il suo impatto finanziario sul budget della Confederazione.